di Federica Marino
(marino@rai.it)
Si rinnova a Milano l’ormai consueto appuntamento natalizio con l’arte, a Palazzo Marino. Nella sede del Comune, quest’anno sarà possibile ammirare due opere a confronto, la scultura Amore e Psiche stanti di Antonio Canova e la tela che François Gérard realizzò con lo stesso soggetto poco tempo dopo, per la prima volta in Italia. Entrambe le opere arrivano dal Louvre, nel quinto anno di uno scambio che ha già portato a Milano, tra gli altri, il San Giovanni Battista di Leonardo e la Donna allo Specchio di Tiziano.
Per il 2012, la scelta è caduta sul Neoclassicismo e sul periodo napoleonico in cui i due artisti operarono: Canova fu ritrattista ufficiale della famiglia Bonaparte, e anche Gérard, allievo di Jacques-Louis David, dipinse per l’imperatore e il suo clan.
Tutto parte con Apuleio, che nelle Metamorfosi racconta il mito allegorico di Amore e Psiche. Lui, figlio di Venere, si innamora, ricambiato, di lei mortale. Una condizione per la loro storia, incontrarsi solo di notte, perché Psiche non scopra la natura divina del compagno. Ma la curiosità è femmina, e Psiche non resiste: una notte scopre il viso bellissimo dell’amato, il quale però si risveglia e la abbandona. Solo dopo prove durissime Psiche riconquisterà il cuore e la fiducia di Amore e sarà premiata con l’immortalità.
Questo il mito, tornato in auge con la scoperta, nel 1749, di un gruppo romano ad esso dedicato e trattato a più riprese anche dal Canova, che dalla mitologia greca (come in generale da tutta la cultura antica) fu fortemente influenzato. Già nel 1788-1793 aveva realizzato un primo gruppo scultoreo, anch’esso al Louvre, e tra le sue opere ci sono disegni, bozzetti, gessi e sculture dedicati Psiche, Amore e Amorini, per un tema che sembra avere affascinato l’artista.
La prima versione non incontra un grande successo tra i contemporanei. Karl Ludwig Fernow denuncia il “talento insufficiente” del Canova, versato solo in “soggetti piacevoli, figure giovanili e levigate, espressioni di affetti amabili, delicati e miti,” e con una inclinazione che “si manifesta costantemente nell’invenzione e nella composizione, nelle forme e nelle espressioni, e perfino nel trattamento meccanico di questo gruppo”.
Eppure il tema è vincente, e da più parti arrivano allo scultore richieste analoghe. Quando nel 1796 gli viene commissionato il gruppo di Amore e Psiche stanti, quello ora in prestito a Milano, Canova è pronto, poiché ha già lavorato sui due soggetti, approfondendoli e levigandone le implicazioni simboliche oltre che quelle marmoree.
La nuova scultura è un successo. Perfino il malevolo Fernow riconosce che si tratta di “uno dei suoi gruppi più deliziosi”, in cui “le due figure delicate si legano, dando vita ad un unico corpo, solo e perfetto come l’amore”. Ed è così: guardando i due gruppi, nel primo è lo studio – perfetto – dei corpi a emergere nitidamente, in modo quasi patinato, mentre nel secondo caso ciò che unisce la coppia traspare dalla postura solo apparentemente statica e molto intima. Amore, il volto sulla spalla di Psiche, si abbandona con dolcezza a lei, che lo cinge in un gesto intimo e quasi protettivo e gli posa sul palmo una farfalla, simbolo dell’anima che gli affida.
Del 1798 è il dipinto di Gérard, che lo espone con successo al Salon parigino di quell’anno, dopo che negli anni precedenti aveva illustrato “Gli amori di Psiche e Cupido di La Fontaine. Diversa la costruzione dell’opera, in cui Psiche, seduta su una roccia in un paesaggio che sa di Arcadia, rivolge allo spettatore uno sguardo trasognato, mentre Amore, in piedi, si sporge verso di lei per baciarla, in una carezza che è protezione e possesso insieme. Forse più fredda, anche se più sensuale, la coppia di Gérard, iconograficamente vicina alla pittura rinascimentale e focalizzata sul tema dell’unione tra anima umana e amore divino.
L’impostazione monografica della mostra induce il pubblico a concentrarsi sul confronto tra le due opere, vicine eppure tanto diverse. L’ambientazione in un giardino neoclassico e una cornice sensoriale fatta di suoni, profumi e luci creano un ambiente incantato e propizio alla percezione delle due opere. Nelle Biblioteche civiche e a Palazzo Reale si svolgono in concomitanza con la mostra delle conferenze di approfondimento sui due artisti e sul loro periodo e due incontri, moderati da Lella Costa, sul tema di Amore e Psiche.
Amore e Psiche a Milano
Milano, Palazzo Marino - Sala Alessi
Fino al 13 gennaio. Ingresso gratuito, mostra aperta anche il 25 dicembre e il 1° gennaio