di Nello Rega
(n.rega@rai.it)
“I grandi sconvolgimenti e mutamenti del periodo non hanno fatto venir meno l’impegno dei Carabinieri, i quali rimangono vicini al loro popolo, difendendone la libertà e garantendo, in situazioni di pace o di conflitto, la sicurezza e la legalità. Le pagine del Calendario - permettono di “entrare in contatto con i grandi avvenimenti della Storia e con i tanti uomini che, con le loro azioni, le loro scelte e il loro eroismo, ci hanno lasciato un inestimabile patrimonio di valori cui tutti i Carabinieri, con legittima fierezza, attingono quotidianamente per proporsi quali fedeli e silenziosi servitori dello Stato”.
Così il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, commenta l’edizione 2013 del Calendario Storico, quest’anno giunto alla sua 80esima edizione. Il filo conduttore, impreziosito dalle tavole del Maestro Paolo Di Paolo, è “Il terzo cinquantennio di storia dell’Arma dei Carabinieri: 1914-1964. Le immagini e i testi che accompagnano il lettore nel 2013 proseguono il percorso iniziato due anni fa, raffigurando le molteplici attività attraverso le quali l’Arma è stata in prima linea nei conflitti mondiali e attiva in Patria nel mantenimento dell’ordine pubblico e nel soccorso e assistenza ai cittadini in caso di pubbliche calamità, contribuendo con i suoi eroici rappresentanti a rafforzare i reciproci sentimenti con la collettività. Dall’annuncio dell’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria, il 24 maggio 1915, con la partenza per la prima volta della Bandiera dell’Arma dei Carabinieri al fronte, alla strage di Ciaculli (Palermo) del giugno 1963, che rappresenta una delle nuove forme di delittuosità mai utilizzate prima di allora dalla criminalità e che impegnarono i Carabinieri a tal punto da far titolare un diffuso settimanale dell’epoca: “I Carabinieri son sempre in guerra per farci vivere in pace”.
La copertina riporta in primo piano, in rilievo, un particolare del “Monumento Nazionale al Carabiniere”, eretto nel giardino del Palazzo Reale di Torino, a ricordo della gloria dei Carabinieri attraverso i tempi. Sullo sfondo, una foto della sua inaugurazione, avvenuta il 22 ottobre del 1933 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, di numerose autorità e personalità civili e militari, e una folla di cittadini provenienti da ogni parte d’Italia. Le tavole che aprono il Calendario sono dedicate alla difficile vita di trincea della Prima Guerra Mondiale e all’assalto del Monte Podgora, dove i Carabinieri hanno combattuto all’arma bianca per la conquista di “quota 240”. Si susseguono immagini relative al tormentato periodo del dopoguerra, quando, malgrado la vittoria dell’Italia, tra la popolazione si diffuse un senso di amarezza e insofferenza, sfociato in disordini cui fece fronte l’Arma trovandosi a rappresentare l’autorità dello Stato nella gestione dell’ordine sociale. Molti i carabinieri che si distinsero nel tumultuoso periodo Per fronteggiare il particolare periodo di tensioni sociali, nell’ottobre del 1919, vennero istituiti i “Battaglioni Mobili Autonomi Carabinieri”, impiegati in supporto alle Legioni Territoriali nella difesa del Paese e nell’ordine pubblico. Gli anni tra le due Guerre si caratterizzano anche per la prima intensa lotta alla mafia in Sicilia. Straordinario fu l’impegno dell’Arma che impiegò 800 Carabinieri al comando del Maggiore Giuseppe Artale al fianco del Prefetto Cesare Mori, inviato dal Governo con pieni poteri. La riproduzione della prima pagina del “Processo verbale” che portò alla denuncia per “associazione per delinquere” di 121 individui è uno dei brillanti risultati ottenuti dall’Arma nei quattro anni di duro lavoro svolto con il Prefetto “di ferro”. Nelle tavole successive viene rappresentato l’affetto popolare verso l’Arma dei Carabinieri per la sua opera di intervento premuroso e solerte a favore della cittadinanza, testimoniato dai disegni a colori delle copertine dei vari giornali. Achille Beltrame, famoso illustratore del più diffuso settimanale dell’epoca “la Domenica del Corriere”, affermò: “Una tavola a colori di prima pagina acquista maggiore credibilità se vi è la presenza di un militare dell’Arma”.
Il 10 giugno 1940 l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale. L’Arma combatte su tutti i fronti, dal Baltico ai Balcani, dalla Francia alla Grecia e all’Albania, in Africa settentrionale e in Africa Orientale, impiegando 53.000 uomini. Anche in Russia, campagna particolarmente impegnativa, fu dispiegata l’Arma, alla quale fu assegnato un settore operativo nella zona di Rostov, lungo il bacino del fiume Don. L’8 settembre 1943 iniziò il drammatico periodo dell’occupazione nazista. L’Arma, rimasta a presidio dei propri Comandi, si caratterizzò di fatto come unico riferimento per le popolazioni in balia della ferocia degli occupanti. Di questo periodo molti sono gli episodi di eroismo da parte di militari dell’Arma sintetizzati nelle successive tavole. L’Arma partecipò, inoltre, alla lotta per la Resistenza con il “Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri”, che poteva contare su circa 6000 unità. Il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica ed il 28 giugno il Senatore Enrico De Nicola nominato Presidente Provvisorio dello Stato, venne scortato al Palazzo del Quirinale dal “3° Squadrone Carabinieri a Cavallo, denominazione assunta dal Reparto “Carabinieri Guardie del Re”, ossia i Corazzieri. Nel 1948 i Corazzieri vennero ufficialmente denominati “Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica”. L’Arma, nel secondo dopoguerra, fu nuovamente impegnata a garantire sicurezza alle comunità, affrontando molteplici problematiche, vecchie e soprattutto nuove. Mentre nel Nord del Paese si manifestò con insolita efferatezza la criminalità urbana, in Sicilia prese forma un inquietante sentimento di pseudo-indipendentismo, in nome del quale operavano agguerrite formazioni banditesche. In Alto Adige, ancora, trovava facile terreno il terrorismo a sfondo etnico, mentre in Sardegna imperversavano pericolose bande criminali, soprattutto nelle provincie di Nuoro e di Sassari.
Le tavole si concludono con il riferimento ai quattro alberi piantati sul Monte delle Rimembranze, a Gerusalemme, in onore di altrettanti militari dell’Arma proclamati “Giusti tra le Nazioni” per aver salvato dalla morte numerosi cittadini ebrei altrimenti destinati ai campi di sterminio.
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