di Gianluca Luceri
Centoventidue giorni dopo, il condottiero è 'libero'. Niente più box coi vetri oscurati, gabbie strette e soffocanti per uno spirito libero e rabbioso come lui. Al 'Renzo Barbera' va in scena il Conte-day, un giorno speciale per la capolista, un giorno da onorare e festeggiare con una vittoria. Detto e fatto: la Juventus espugna Palermo 0-1 e prosegue la sua marcia sul tetto del campionato. Punti pesanti ottenuti su un campo ridotto a pantano da pioggia, grandine e un freddo non proprio siciliano. Il Palermo, pur nei suoi evidenti limiti, lotta con unghie e denti, tenendo 'virtualmente' aperto il match fino al novantesimo. Il controllo della gara è comunque sempre nelle mani dei bianconeri, che rischiano poco: due chances per Miccoli (gol annullato giustamente), una legnata di Kurtic respinta coi pugni da Buffon, fine dei pericoli. La Juve non fa sfracelli, specie nella prima mezz'ora, ma prende due legni con Vucinic e segna il gol-partita con Lichtsteiner, innescato da un tacco delizioso del montenegrino, in avvio ripresa (50'). Vantaggio che i rosanero, in 10 dal 75' per l'espulsione di Morganella, non riusciranno più a recuperare. E alla fine ecco Antonio Conte, cappellino da baseball in testa, abbracciare uno per uno quei giocatori che per 4 lunghi mesi aveva ammirato troppo… dall'alto.
Fra le inseguitrici c’è il cambio della guardia, col sorpasso dell’Inter al Napoli grazie al successo 2-1 nel confronto diretto di ‘San Siro’. Protagonista del primo tempo è Freddy Guarin. All’8’ si fa trovare tutto solo sul secondo palo (colpevole la difesa partenopea) dal corner di Cassano e di piatto apre le marcature. Al 39’ raccoglie una respinta corta e smarca Milito per il comodo raddoppio. In mezzo alle due marcature nerazzurre molta pressione partenopea, ma poche chances. Insigne ci prova un paio di volte, Cavani non incide. Ordinata la difesa pilotata nell’emergenza da Cambiasso, Inter con dieci uomini sotto la linea della palla. Nella ripresa Mazzarri dà una scossa inserendo Pandev (per Gamberini) e il Napoli raccoglie subito i frutti del cambio di marcia: al 54’ Cavani infila da due passi dopo una serie di ribattute nei pressi della linea di porta. Poi si ripete il tema della prima frazione. Nel finale i fuochi d’artificio, con Pereira che sfiora l’autogol, Maggio che colpisce debolmente di testa su Handanovic, quindi Palacio sfiora il palo da posizione defilata. Ora nerazzurri a 34 e partenopei a 33, con la Juve a 38 punti.
Domenica felice per il Milan, con l'unica ombra del grave infortunio riportato dall'olandese De Jong: rottura del tendine d'Achille sinistro, per l'ex City campionato finito. All'Olimpico, contro il Torino, i rossoneri calano un poker in rimonta (2-4) e centrano la terza vittoria consecutiva, consolidando il settimo posto in classifica: la rincorsa all'Europa continua. E continua anche l'effetto-Berlusconi, che sembra aver scosso la squadra con le sue visite 'del giorno prima'. Lo sciagurato retropassaggio di Nocerino, arpionato da Santana che s'invola verso Amelia, lo salta e porta in vantaggio i granata (28'), viene 'cancellato' da Robinho, che segna il pari con un esterno sinistro settebellezze (40'). Nella ripresa, ecco la 'nemesi' della sfida: Nocerino lava l'onta del primo tempo timbrando di testa la rete (53') che mette il Diavolo in corsia di sorpasso. Il resto vien da se: Pazzini firma il tris (61'), El Shaarawy fa quaterna (76') con la complicità di Gillet (papera clamorosa). Bianchi all'80' riduce il passivo con un grande stacco ma non riapre un match ormai segnato. Il Toro incassa un'altra sconfitta e ora rischia di venir risucchiato in zona retrocessione. Qualche attimo di paura per mister Ventura, vittima di un piccolo malore (calo di pressione): il tecnico, provato in volto, ha chiuso comunque la gara sul ponte di comando.
Affondato domenica scorsa dalla Roma, il Siena cade ancora al Franchi, stavolta contro il Catania (1-3). Risultato dall'effetto disastroso per la Cosmi-band, che resta ultima da sola sul fondo della serie A. Un'illusione il vantaggio di Rosina dopo 10': i toscani, pur restando compatti, non riescono ad assestare il colpo del ko. Gli etnei riordinano le idee negli spogliatoi, complice la probabile sfuriata del tecnico Maran, e nella ripresa la partita cambia totalmente copione. Castro (50') e due volte Bergessio (67', 82') sconquassano la poco attenta retroguardia dei padroni di casa, regalando al Catania il primo squillo stagionale lontano dal 'Massimino'.
Due trasferte non certo agevoli (Genova e Cagliari), sei punti: sembra il bottino di una big e invece è il Chievo a fare la voce grossa. Il colpo a 'Is Arenas' (0-2) scaraventa i gialloblù quasi a centro classifica, posizione che consente agli uomini di Corini di scavalcare i sardi (terzo ko di fila) e guardare al futuro con altri occhi. Certo, la fortuna non ha certo aiutato i rossoblù di Pulga: sette nitide occasioni da gol, due legni (Pisano e Sau) e dodici calci d'angolo sono la prova di una gara decisamente a senso unico. Ma il calcio è tanto strano quanto micidiale, ed ecco che ai clivensi bastano due sortite per segnare altrettante reti. La prima è opera di un sempre più redivivo Paloschi, che dopo la tripletta a Marassi lascia un altro importante graffio (67'), la seconda porta il nome di Thereau che trova l'incrocio su punizione.
Si rialza il Pescara, adesso terz'ultimo, che confeziona all'Adriatico la prima vittoria della gestione-Bergodi (2-0) e prende una consistente boccata d'ossigeno. Sprofonda di nuovo il Genoa di Delneri, di nuovo in bilico dopo l'ottavo ko nelle ultime nove partite: questa strada, senza un drastico cambio di marcia, porta alla retrocessione. Grifone colpevole ma anche colpito duro dalla jella: due traverse (Vargas e Kucka) che gridano vendetta e gli errori macroscopici di Borriello e del portiere Frey (sul secondo gol) sono i cattivi presagi di ciò che sta per avvenire, ovvero i centri di Abbruscato (52') e Vukusic (73'), arrivati entrambi grazie a due preziosi assist di un ispirato Weiss.
Sedicesima giornata di campionato 'orfana' anche stavolta di due sfide, Sampdoria-Udinese (ore 19) e Bologna-Lazio (ore 21), che renderanno decisamente appetitoso il Monday Night.