di Sandro Calice THE GREY
di Joe Carnahan, Usa 2012, drammatico (Koch Media)
Fotografia di Masanobu Takayanagi
con Liam Neeson, Dermot Mulroney, James Badge Dale, Dallas Roberts, Joe Anderson, Frank Grillo, Nonso Anozie, Ben Bray.
Per quanto spaventosi possano essere i mostri lì fuori, è di quelli dentro che devi avere più paura.
John Ottway (Neeson) ha deciso di sprofondare nel suo personale inferno ai confini del mondo, per motivi che capiremo poco alla volta. Un inferno bianco, una raffineria in Alaska con temperature e condizioni climatiche ben oltre l’umana sopportazione, rifugio di criminali e persone non adatte a stare in società, persone che Ottway difende col suo fucile di precisione da lupi e altri animali. Il turno di cinque settimane è finito e tutti si preparano per il volo che li porterà a casa. Un volo che finirà invece nel mezzo della tundra ghiacciata: solo Ottway e altri sette sopravviveranno al disastro, ma braccati da un branco di giganteschi e misteriosi lupi, presto desidereranno di essere morti anche loro.
Joe Carnahan (“Narc”, “Smokin’ Aces”, “A-Team”) mette in scena, su un palcoscenico naturale di feroce bellezza enfatizzato dalla fotografia di Masanobu Takayanagi, una sorta di survival movie psicologico. “The Grey”, infatti, non è solo azione, anzi, nonostante le premesse (un manipolo di avanzi di galera probabilmente capaci di uccidere in dieci modi diversi contro un branco di spaventosi lupi killer) di scontri epici veri e propri nel film non ne vedrete. C’è piuttosto la realistica disperazione e la determinazione a sopravvivere di uomini normali (mariti, ma soprattutto padri), ognuno col suo fantasma interiore. E se Ottway sembra il più duro e quello che ha meno paura, è soltanto perché il suo fantasma è il più grande di tutti, ma forse anche quello che lo salverà. Carnahan, che si è ispirato al romanzo “Ghost walkers” di Ian Mackenzie Jeffers, cerca di raccontare una storia verosimile, nonostante il contesto, e per la maggiorparte del film colpisce nel segno, con alcuni momenti decisamente riusciti, come la scena dell’incidente aereo. Peccato che in alcuni passaggi la sceneggiatura mostri qualche limite e ingenuità. Per appassionati del genere.
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