Bere te' era un'attivita' da donnacce. Le donne povere che bevevano te' nei primi anni del diciannovesimo secolo erano viste come delle persone irresponsabili e immorali alla stregua dei bevitori di whisky in Irlanda secondo una nuova ricerca dell'Universita' di Durham pubblicata sulla rivista Literature and History. I critici dell'epoca, riporta lo studio, consideravano la pratica del tea drinking - oggi ritenuta priva di qualsiasi rischio - un simbolo dell'impoverimento della societa' irlandese e un ostacolo al suo sviluppo economico.
L'idea piu' diffusa all'epoca era che le donne che bevevano te' perdessero tempo prezioso, dilapidando inutilmente il denaro e "deviando" dalle attivita' piu' sane di cura della casa e di assistenza a figli a mariti. Un "vizio" additato come uno dei fattori di maggiore responsabilita' del mancato progresso dell'economia nazionale. Una tendenza che non si registrava solo in Irlanda. Alcuni pamphlet dell'epoca pubblicati in Inghilterra demonizzavano il te' come una bevanda dannosa per l'ordine pubblico e per il mantenimento delle gerarchie sociali. La ricerca e' stata condotta da Helen O'Connell che ha analizzato numerosi testi del diciannovesimo secolo e ha spiegato "le contadine erano profondamente condannate per l'abuso di te'. Un vizio che le allontanava, secondo gli esponenti delle classi piu' alte della societa', dalle attivita' tradizionali di accudimento della propria famiglia".