Musica - i consigli della settimana


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Echi di punk-rock

Nuovi album per i Wallflowers e gli Skunk Anansie

di Maurizio Iorio
(maurizio.iorio@rai.it)

The Wallflowers – Glad All Over (Columbia)

A pensarci bene non è poi così strano intrasentire echi dei Clash nell’ultimo album degli americani Wallflowers, “Glad All Over”. Perché basta dare un’occhiata ai crediti per scoprire che in due brani, “Reboot the mission” e “Misfits & Lovers”, c’ è la manuccia santa (meglio, diabolica) di Mick Jones , deus ex-machina della defunta band londinese. Ma l’odore dei Clash è, per l’appunto, solo od
ore. E, come il profumo, migliora l’approccio, ha lo stesso impatto della famosa goccia di Chanel n. 5 sopra la pelle. La sostanza è che il nuovo album della band del piccolo Dylan (Jacob, 42 anni) sa invece di blue-collar rock, evoca il vetusto ed ingombrante genitore (ma solo per il cognome), Bruce Springsteen e John Mellencamp. In fondo è da oltre vent’anni che il ragazzo, leader e mente del gruppo, ha sgombrato il campo dalle possibili accuse di plagio. Va per la sua strada, e fa bene. I suoi Wallflowers hanno sfornato l’album più rock della loro intera produzione che, giusto per rimanere in tema, odora di musica urbana, di garage band e storie metropolitane (l’album, non la produzione). Non è un caso, forse, che dietro i tamburi ci sia Jack Irons, già con i Red Hot Chili Peppers e i Pearl Jam. Il Boss resta il nume tutelare, “Have a mercy on him now” e soprattutto “It won’t be long” ricordano da vicino il suono della E Street Band, tanto che si potrebbe parlare di un “Springsteen meets the Clash” (da ricordare che nel 2009 ha aperto il suo concerto londinese con “London Calling”). Alla fin fine “Glad All Over” suona come dovrebbe suonare, un onesto album di onesta musica rock. Niente di più, niente di meno. Ma il convento di questi tempi ha il braccino corto.

Skunk Anansie – Black Traffic (Carosello Records)

Gli album degli Skunk Anansie andrebbero divisi in due parti, quella morbida e quella tosta.Un po’ come il torrone, morbido fuori e duro dentro. Nulla è cambiato dopo la reunion del quartetto, avvenuta nel 2009 dopo nove anni da single. Suoni e parole sono rimasti più o meno gli stessi, c’è solo una decade in più sul groppone. “Wonderlustre”, l’album che ha preceduto “Black Traffic”, uscito a fine settembre, è del 2010. In questi due anni la crisi s’è mangiata le economie di mezzo mondo, le diseguaglianze sociali si sono accentuate, intere nazioni sono sul lastrico, i poveri sono in vertiginoso aumento e, last but not least, anche il mercato discografico, già in crisi da tempo, c’ha le sue belle gatte da pelare. Skin e compagni partono da qui, dalla crisi economica, da Occupy Wall Street, dagli indignados, per riempire le pagine di “Black Traffic”. Il primo singolo,”I believed in you”, parla dello smarrimento e della delusione nei confronti di una classe politica che non ha mantenuto le promesse (“Credevo che mi facessi sentire meglio/ma mi sbagliavo, credevo che facessi splendere la tua luce e salvassi il mio mondo/ come Superman o Dio/ credevo in te, ma mi sbagliavo), e tutto l’album viaggia sulla falsariga della protesta sociale legata alla situazione politico-economica. Per questo il suono ricorda molto quello del punk duro e puro prima maniera, dei “Guns of Brixton”, con sferragliare di chitarre e drumming ossessivo. “I will break you” è la canzone più granitica dell’album (“Ti spaccherò con il mio fuoco/ ti distruggerò con la mia passione”), ma fra un colpo di maglio e l’altro ogni tanto spicca qualche pausa di ricreazione, come a scuola. Che, perl’appunto, ricrea: “Spit on you”, “I hope to get to meet my hero”, “Our summer kills the sun”, “Drowning”, “This is not the game”, “Diving down”, ballate ariose impreziosite dalla superba voce della pluridentata Skin, rendono accettabile un lavoro che altrimenti sarebbe perfetto per la rabbia giovane, dai no-Tav ai vari Occupy. Detto questo, “Black traffic” supera di poco la sufficienza. Troppi colpi di maglio per chi ha orecchie delicate, troppo miele ed aperture pseudo- sinfoniche per chi cerca un’amplificatore per la sua protesta.