di Nello di Costanzo
(aniello.dicostanzo@rai.it)
“Basta con la casta, basta con leggi che calpestano i diritti dei cittadini”. Con queste parole, Antonio Di Pietro, presidente dell’Italia dei Valori, annuncia battaglia a favore di quella che lui definisce “giustizia sociale”. Una battaglia che passa attraverso quattro quesiti referendari, i cui testi sono già stati depositati in Cassazione e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 2 agosto.
Presidente Di Pietro, lei ormai ha dichiarato guerra alla politica su tutti i fronti
L’IdV è schierata dalla parte dei cittadini, che hanno nello strumento referendario l’unico modo per sanare le ingiustizie perpetrate, come l’abolizione dei diritti che i lavoratori hanno conquistato con decenni di lotte sindacali e i privilegi che i politici si sono concessi in questi anni.
Sono stati presentati quattro referendum
Sì. Due, promossi solo dall’IdV, sono anti-casta: quello contro il finanziamento pubblico ai partiti, un sistema già bocciato dagli italiani con un referendum nel 1993 e fatto rientrare dalla finestra camuffato da rimborso elettorale, e quello per azzerare la cosiddetta “diaria”, una vera e propria integrazione di circa 3.500 euro al mese al compenso riconosciuto ai parlamentari. Gli altri due, invece, voluti da IdV, Sel, Pdci, Prc, Verdi, Fiom e tante associazioni, intendono abrogare le recenti modifiche all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Per tutti è quattro i quesiti la raccolta delle firme è iniziata agli inizi di ottobre. La consegna avverrà il 7 gennaio.
Come stanno rispondendo i cittadini?
Per i due quesiti sul lavoro sono state già raccolte oltre 250mila firme, l’obiettivo è arrivare a un milione. Per quelli anti-casta intorno alle 170mila, ma anche qui contiamo di superare abbondantemente le 500mila che la legge richiede. I due referendum sul lavoro hanno creato frizioni tra IdV e Pd Il problema vero non sono i due referendum contro la riforma dell’art.18, ma l’appoggio del Pd al governo Monti, che è in continuità con quello di Berlusconi. Al partito di Bersani dà fastidio che l’Italia dei Valori faccia opposizione all’attuale esecutivo e si batta contro i “poteri forti”. Allora si cerca in tutti i modi di isolare Di Pietro. E in quest’ottica molte cose che faccio o dico vengono ingigantite. Un esempio? La battaglia per la verità sulla trattativa Stato-mafia. Si è detto che avrei offeso il Presidente della Repubblica (la questione riguarda il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le intercettazioni di alcune conversazioni telefoniche di Napolitano, ndr), invece ho preso solo una posizione forte a favore dei giudici di Palermo.
Presidente Di Pietro, si parla tanto di una nuova legge elettorale
Qualche cosina si farà, ma solo per accontentare il Quirinale e gettare fumo negli occhi dei cittadini. Ma nella sostanza il “Porcellum” cambierà poco, sarà aggiustato in base alle esigenze della casta. Poche regole nuove sulle soglie di sbarramento per cercare di estromettere dal Parlamento alcuni partiti scomodi, tra questi anche l’IdV.
Come si sta muovendo l’Italia dei Valori sulle alleanze?
Per adesso aspettiamo di capire cosa vuole fare il Pd. Noi vogliamo stare in una coalizione di governo alternativa a Monti, che si batta per la “giustizia sociale” e faccia quadrare i conti del Paese. Se questo è possibile, bene. Altrimenti faremo altre valutazioni.
Vendola e Grillo…
Con il leader di Sel c’è piena convergenza su molte questioni. Tra noi è possibile un’intesa elettorale. Con Grillo invece è chiuso qualunque discorso di alleanza. Ho un rapporto di grande amicizia, è una persona che stimo, ma non credo che le nostre strade si possano incontrare. Lui ha deciso di intraprendere un percorso politico diverso.
Ha votato per le primarie del centrosinistra?
Non ho partecipato.
Tra Bersani e Renzi?
Per me contano i programmi. Di certo, nessuno dei due si è sbilanciato nel dire che nei primi cento giorni di governo si impegnerà a fare quelle cose che noi chiediamo con i referendum. Cose, lo ribadisco, di “giustizia sociale”.
L’hanno accusata di aver portato in Parlamento personaggi “chiacchierati”...
Questa volta non ripeteremo gli errori di valutazione del passato, ci siamo fidati di uomini che non meritavano, sottovalutando le loro debolezze. Venti giorni prima della presentazione delle liste metteremo on line i nomi dei possibili candidati dell’IdV in modo che tutti possano leggerli e avanzare suggerimenti e perplessità.
Il capogruppo alla Camera, Donati, se n’è andato dall’IdV. Ha fondato un nuovo partito...
“Per lui non nutro rancore, gli faccio i miei migliori auguri”.
L’accusa politica di Donati è di aver spostato l’IdV troppo a sinistra...
“Ma di quale sinistra parliamo, di certo non quella antagonista. Ma di quella invece che si oppone a Monti a difesa delle fasce sociali più deboli. Allora, di che parliamo. La verità è che in vista delle elezioni ognuno fa di tutto per assicurarsi una poltrona.
Presidente Di Pietro, si sente perseguitato?
Sono venti anni che combatto contro i “poteri forti”. Su di me c’è sempre stata invidia, rabbia, gelosia. Ma oggi più di ieri la casta non vede l’ora di mandarmi a casa, do troppo fastidio.
Ha paura di restare fuori dal Parlamento?
No, vuol dire che continuerò le mie battaglie fuori dal Palazzo.