Il pane resta alimento principe sulle tavole degli italiani e la quantita' media acquistata registra un lieve aumento rispetto al 2010. Merito anche della varieta' dell'offerta, i consumatori chiedono che la dicitura "pane fresco" compaia in etichetta. Il futuro? Puntare sulla tradizione e una sempre maggiore offerta, oltre a servizi innovativi per i clienti: consegne a domicilio, packaging particolari, possibilita' di ordinare il pane on line. Questi sono alcuni degli orientamenti che emergono da una ricerca Swg.
"Siamo di fronte ad un prodotto anti-crisi, perche' - dicono i consumatori - nulla e' piu' gustoso, vario e prelibato del pane artigianale, vincente sul piano della qualita', della varieta' e della tradizione". Lo studio ha coinvolto consumatori, panificatori e imprese della filiera (dai produttori di materie prime ai costruttori di attrezzature, tecnologie, materiali e accessori specifici per l'arte bianca), con la finalita' di comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato della panificazione e degli spazi di possibile ri-posizionamento, delle priorita' e aspettative di settore, delle strategie piu' utili a consolidare gli spazi di mercato.
La strada ai panificatori la indicano i consumatori intervistati (un campione di 800 maggiorenni residenti in Italia): specializzarsi e soprattutto differenziarsi da altre tipologie industriali e' obbligatorio. Nello specifico, il 63 per cento dei consumatori valuta molto utile l'introduzione della denominazione "pane fresco" per il pane prodotto in giornata e non sottoposto a trattamenti di conservazione; piu' della meta' degli intervistati (52 per cento) vede negativamente l'aggiunta di additivi e di miglioratori nella preparazione di prodotti da forno dolci e salati.
Le soluzioni indicate per crescere fanno leva su due azioni, principalmente: da un lato la ricerca della qualita', dell'originalita', della riscoperta di tradizioni e di prodotti ricercati; dall'altro un percorso di innovazione sia sul piano tecnico-gestionale che nella riorganizzazione degli spazi del forno come un'area dove e' possibile mangiare con minori costi. Il 26 per cento dei panificatori e il 14 per cento dei consumatori ritiene che un passo importante da compiere sia la trasformazione del panificio in piccole boutique del gusto.E anche l'opportunita' offerta dal decreto liberalizzazioni del 2007, che consente ai panifici di offrire pasti veloci e di qualita' e' una strada individuata dal 12 per cento dei consumatori e dal 7 per cento dei panificatori. Forte, in generale, anche la percezione di quello che si acquista, siano essi prodotti da forno dolci o salati, il panificio artigianale offre prodotti piu' buoni (40 per cento sui prodotti dolci, 54 per cento sui salati), piu' freschi (39 per cento se dolci, 44 per cento se salati) e piu' genuini (29 per cento se dolci, 26 per cento se salati).