Si è sciolto davanti al Colosseo il corteo degli studenti che oggi hanno manifestato nella Capitale contro la crisi. Alcuni manifestanti si sono dati appuntamento al presidio antifascista in Piazza dell'Esquilino, organizzato contro il corteo di Casapound che si svolgerà invece nel quartiere Prati.
LIEVE TENSIONE AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - Momenti di lieve tensione si sono registrati davanti al ministero della Giustizia in via Arenula, quando dal corteo giunto da Lungotevere, alcuni studenti hanno lanciato bottiglie e petardi. Il ministero è protetto da blindati e un cordone delle forze dell'ordine.
Gli studenti che partecipano alla manifestazione hanno indossato caschi, 'ma solo per difenderci', hanno affermato. 'Lo stato di Israele va distrutto', hanno urlato alcuni manifestanti alla testa del corteo che ha sfilato a Piazza Venezia diretto al Colosseo.
LA PARTENZA DEL CORTEO DEGLI STUDENTI - "Contro crisi e austerità riprendiamoci la vita". Dietro questo striscione migliaia di studenti sono partiti a Roma da piazza della Piramide. I manifestanti, soprattutto studenti delle scuole superiori ma anche alcuni precari, vogliono raggiungere piazza Venezia. In testa alla manifestazione gli studenti sfilano anche con i 'book block', gli scudi di gomma piuma con i titoli dei classici della letteratura.
Sventolano bandiere della Palestina in testa al corteo degli studenti a Roma. A guidare la manifestazione, che sta attraversando il quartiere Testaccio, c'é un furgoncino verde militare sul quale sono esposti ironicamente caschi e scolapasta, alcuni dei quali sono anche indossati dai manifestanti per protestare "contro le dichiarazione del prefetto, per il quale chi indossa il casco è punibile". Tra i cartelli esposti ce ne è uno che recita in romanesco "semo venuti già menati", in riferimento agli scontri al corteo dello scorso 14 novembre sul Lungotevere.
ROMA BLINDATA - Ad essere 'sorvegliato speciale' è stato soprattutto il corteo degli studenti, partito stamattina da Piramide. L'obiettivo delle forze dell'ordine è stato scongiurare il rischio di disordini, come quelli avvenuti il 14 novembre scorso, e tutelare i palazzi delle istituzioni.
In mattinata si è svolta la manifestazione dei sindacati dei Cobas della scuola. A piazza Farnese sit-in della Cgil. Nel pomeriggio, nel quartiere Prati, sfilerà Casapound e contemporaneamente si svolgerà un contro sit-in antifascista. Le aree intorno a Montecitorio, Palazzo Chigi e Palazzo Madama sono blindate e ritenute 'inviolabili': nelle strade, a presidiare il centro della città, ci sono un migliaio di uomini, tra polizia e carabinieri.
PROF, IN PIAZZA CON NOSTRI FIGLI E STUDENTI - "Io ho due figli, di 15 e 17 anni che stanno protestando anche nelle loro scuole. Mi sembra doveroso essere in piazza anche per loro, per unire la lotta degli studenti, dei precari e dei professori, per la scuola pubblica". Così Patrizia, una prof di lettere di Padova, dal corteo dei Cobas, spiega la sua presenza in piazza. "I sindacati che hanno firmato l'accordo col governo - prosegue la prof padovana - ci hanno svenduto per un piatto di lenticchie". "Sono qui perché da anni che difendo la scuola pubblica - le fa eco Annamaria, un'altra manifestante che insegna in un istituto comprensivo di Roma - contro la riduzione dell'organico, contro l'orario spezzatino, per i miei studenti e per difendere la scuola che deve formarli come cittadini. Dietro questo disegno del governo sembra ci sia la volontà di portare le nuove generazioni verso l'ignoranza". Al megafono un'altra manifestante spiega: "con la spending review i docenti inidonei saranno obbligati a ricoprire il ruolo di Ata, 3500 docenti dequalificati per una questione di spesa, quando hanno trovato il soldi per tutti. E' una cosa che fa soffrire".