L'intervista


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'Un'emergenza globale e globalizzata'

Parla Monica Lanfranco, giornalista e scrittrice l

Dati OMS: nel mondo la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni è l'omicidio, quasi sempre commesso da persone conosciute. Il 2011 si è chiuso con 139 donne assassinate; nell'anno in corso, al momento, sono 117 e purtroppo è facile prevedere che ci saranno altri femminicidi.

Monica, è un'emergenza?
Sì, è una emergenza globale e globalizzata. La violenza maschile contro le donne è verbale, culturale, economica e fisica, fino ad arrivare al femminicidio, e purtroppo non ci sono luoghi e civiltà che ne sono immuni. Spesso i fondamentalismi religiosi e il permanere di incrostazioni patriarcali contribuiscono a creare pericolose condizioni nelle quali le donne sono intrappolate in esistenze di schiavitù e deprivazione politica e sociale. Il mondo non sarà un luogo giusto e sicuro per nessun essere umano fino a che metà del genere umano è a rischio di violenza.

Perchè sono stata lasciate sole?
In Italia ci sono molte città nelle quali, grazie soprattutto all'attività dei gruppi e associazioni di donne, c'è stata una significativa formazione delle forze dell'ordine su questi temi. Ma, a causa anche delle politiche economiche che hanno pesantemente tagliato i fondi per i centri antiviolenza, resta diffusissima la sottovalutazione delle richieste di aiuto. Mancano case rifugio, e spesso l'accoglienza delle donne nei presidi di primo soccorso (ospedali, polizia) non è adeguata: si sottovalutano le segnalazioni, si tende a pensare che le vittime esagerino, si invitano le donne a 'far pace', senza capire che se si arriva a denunciare la situazione è grave.

Perchè viene uccisa una donna?
Perchè è ancora diffusa nel profondo della formazione culturale e dell'educazione 'sentimentale' l'opinione che l'amore sia anche possesso, e che la passione possa diventare violenza, fino all'annientamento fisico. Fin a che la stampa continuerà a parlare di 'delitti passionali' si alimenterà una visione arcaica dei rapporti tra donne e uomini, visione che giustifica parzialmente che gli uomini possano 'perdere la testa' e alzare le mani o peggio, perchè è nella loro 'natura' vivere così i sentimenti e le emozioni.

Cosa si può fare per fermare la strage
Cultura antisessista diffusa, dalla scuole ad ogni agenzia collettiva educativa, valorizzazione del lavoro dei movimenti e gruppi di donne nella società, mobilitazione da parte degli uomini affinchè non siano più solo le donne a parlare: la violenza contro le donne non è affare di donne, è un problema degli uomini. E investimenti economici nelle strutture di accoglienza e nella formazione all'aiuto e all'ascolto. Ma anche attenzione ai maltrattanti: se non si procede a allontanare i violenti dalle case l'epidemia non si fermerà.

Quanto conta la cultura?
Il cambiamento culturale, e l'educazione al rispetto e al rifiuto della violenza sin dai primi anni è essenziale. Servono iniziative nelle scuole, serve aprire una stagione di depurazione dell'immagine, e quindi dell'immaginario, mercificato e violentemente pornografico del corpo femminile che negli ultimi 20 anni soprattutto in tv ha contribuito, con trasmissioni e pubblicità oggettivanti, alla avvilente ricomparsa della donna-oggetto. Questa mercificazione ha oltrepassato la tv, è tracimata nelle politica e nello spazio pubblico, contribuendo in modo significativo alla creazione di stereotipi sessisti che sono alimento principale della violenza di genere. Il fenomeno del 'negazionismo', ovvero della negazione dell'esistenza di un problema che si chiama femminicidio è molto esteso, e la negazione dell'evidenza è il primo gradino per la minimizzazione del fenomeno.

Monica Lanfranco è scrittrice, giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sui conflitti. Da 17 anni dirige il trimestrale femminista Marea.