Secondo le Nazioni Unite l’Italia mostra uno scarso ed inefficace impegno nel contrastare la violenza maschile nei confronti delle donne.
Nell’agosto del 2011 il Cedaw (Comitato per l’implementazione della Convenzione per la eliminazione di ogni discriminazione nei confronti delle donne) e nel giugno 2012 , a Ginevra, Rashida Manjoo, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, hanno rivolto allo Stato italiano una serie di raccomandazioni ed hanno espresso “preoccupazione” per “l’elevata prevalenza della violenza nei confronti di donne e bambine, italiane, migranti, Rom e Sinti, per l’allarmante numero di donne uccise dai propri partner o ex-partner (femminicidi), per il persistere di tendenze socio-culturali che minimizzano o giustificano la violenza domestica, per l’assenza del rilevamento dati sul fenomeno, per la mancanza del coinvolgimento attivo e sistematico delle realtà della società civile competenti sul fenomeno per contrastare la violenza, per l’attitudine a rappresentare donne e uomini in maniera stereotipata e sessista nei media e nell’industria pubblicitaria”.
A oggi l’Italia, sostiene il Comitato No More Violenza, “è ancora del tutto inottemperante rispetto agli standard e agli impegni internazionali”.