Le vendite al dettaglio a settembre restano pressoché ferme rispetto al mese precedente, aumentando solo dello 0,1%, mentre a confronto con settembre 2011 segnano un ribasso dell'1,7%. Si tratta del sesto calo consecutivo su base annua. Lo rileva l'Istat.
Su base annua il calo è dovuto a contrazioni sia per i prodotti alimentari (-0,6%) sia per il 'non food' (-2,4%). Nel complesso guardando ai primi nove mesi dell'anno la contrazione, a confronto con lo stesso periodo del 2001, risulta così pari a -1,7%. Il ribasso è sintesi di un leggero calo delle vendite alimentari (-0,1%) e di una discesa più marcata per i restanti settori (-2,4%). Mentre su base mensile, fa sapere sempre l'Istat, le vendite crescono dello 0,2% per i prodotti della tavola, restando ferme per i non alimentari. A settembre pagano il prezzo più alto delle flessioni i piccoli negozi, con una diminuzione annua del 3,5%. Invece risulta positiva la grande distribuzione (+0,6%). In particolare fanno segnare un forte aumento i discount (+3%), al contrario scendono le vendite, sempre su base annua, negli ipermercati (-0,6%). Guardando i diversi settori del non alimentare, le diminuzioni tendenziali di maggiore entità riguardano i prodotti farmaceutici (-5,8%), foto-ottica e pellicole (-4,3%) ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (-3,9%). L'Istat ricorda che l'indice delle vendite al dettaglio incorpora la dinamica sia delle quantità che dei prezzi.
CONSUMATORI, PER CONSUMI NATALIZI SARA' TONFO (-12%) - "I consumi sono ormai completamente fermi". E' quanto affermano Federconsumatori e Adusbef, spiegando che "non potrebbe essere diversamente, vista la drastica riduzione del potere di acquisto delle famiglie, diminuito del -13,2% dal 2008 ad oggi". Commentando i dati Istat sul commercio al dettaglio, sottolineano che "anche le festività natalizie risentiranno pesantemente di questo andamento: secondo i primi dati la spesa totale delle famiglie per i consumi di Natale registrerà una riduzione di circa l'11-12% rispetto al 2011". Secondo l'Osservatorio nazionale Federconsumatori, "a fine anno, si rischia di raggiungere una contrazione di ben il -5%, pari ad una riduzione di spesa di oltre 35,5 miliardi di euro".
COLDIRETTI GIU' NEGOZI (-3,3%) E VOLANO DISCOUNT - Crollano le vendite nei negozi tradizionali (-3,3 per cento), volano quelle nei discount alimentari con un (+3 per cento) ma tornano anche gli acquisti diretti dal contadino dove nell'ultimo anno hanno fatto la spesa 21 milioni di italiani, in controtendenza, quindi all'andamento generale del commercio al dettaglio. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sul commercio al dettaglio a settembre. Secondo l'indagine quasi un italiano adulto su due frequenta i cosiddetti farmers market, e sette milioni sono quelli - sottolinea Coldiretti - che lo fanno regolarmente. Non a caso - continua Coldiretti - il 90 per cento degli italiani vorrebbe che il cibo in tavola fosse prodotto sul proprio territorio con il 39 per cento che ritiene che ciò serva a creare lavoro e ricchezza localmente. A fare la spesa direttamente dal produttore nei mercati degli agricoltori sono per il 68 per cento donne con una presenza maschile molto più elevata rispetto alla media, il livello di istruzione e medio alto per il 68 per cento degli acquirenti. L'età e inferiore ai 54 anni nel 64 per cento dei casi.