Si chiude senza intesa il vertice straordinario di Bruxelles dedicato al bilancio 2014-2020. Lo riferiscono fonti diplomatiche a margine del summit, sottolineando che i 27 hanno fatto proprie le parole di Jean Claude Juncker secondo il quale "non ci sono né vincitori, né vinti". Il vertice, secondo le stesse fonti, ha affidato al presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy il "mandato" di presentare una nuova bozza di compromesso che sarà discusso in un successivo summit.
Prima della ripresa dei lavori c'era stato un nuovo giro di bilaterali nel tentativo di avvicinare le posizioni: quello tra il premier italiano Mario Monti ed il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy e quello tra il presidente francese Francois Hollande e Cameron. Ma vediamo qual è la posta in gioco
1000 miliardi spalmati su 7 anni
E' la benzina che fa girare il motore dell'Europa, dall'Erasmus all'agricoltura passando per i programmi di ricerca, l'accesso al credito per le Pmi, gli aiuti ai poveri e quelli per aiutare le popolazioni colpite da terremoto. A tutto questo e molto altro corrisponde, in concreto, la burocratica dicitura "quadro di bilancio pluriannuale ue" su cui si gioca a Bruxelles una partita decisiva tra i leader dei 27: a seconda della quantita' e del tipo di 'carburante', l'intera Ue e i singoli stati membri assumeranno un volto differente nei prossimi sette anni.
Ora c'e' la crisi, e l'idea sostenuta dalla commissione ue era quella di varare un bilancio di 'solidarieta" che spingesse crescita e occupazione. Da qui la proposta di un 'tesoretto' da 1.091 miliardi di euro per il 2014-2020, contro i 1.035 del 2007-2013. Ma la linea dell'austerita' calata sui bilanci dei 27, che da ormai due anni stanno tagliando la spesa, ha imposto la sua logica: bisogna tagliare anche il bilancio europeo, che rappresenta l'1% del pil.
Il presidente ue Herman Van Rompuy si è attenuto a questa logica e ha presentato una proposta ispirata da Germania e Gran Bretagna, paesi capofila del rigore e con problemi di crescita limitati. Tagli per circa 80 miliardi alle cifre presentate dalla commissione (destinati a salire sino a 90-95), con un nuovo tetto di spesa sceso a 1.010 miliardi di euro, persino inferiore in termini reali (-25 miliardi) a quello del 2007-2013. Non e' solo il volume complessivo dei tagli a contare, ma anche il loro impatto sulle singole voci di spesa e i criteri dell'assegnazione dei fondi ai paesi. La pac passa dai 420 miliardi del quadro finanziario precedente ai 364 della proposta Van Rompuy, mentre la coesione passa dai 354 attuali a 309.
La crescita, unico capitolo destinato a rafforzarsi passando da 92 a 152 miliardi, sara' molto probabilmente tagliato di alcune decine di miliardi su pressione di londra, soprattutto nel capitolo 'reti infrastrutturali'. In questa dinamica, entra in gioco il rapporto dare-avere degli stati membri: alcuni, come Francia, Germania, Gran Bretagna, ma anche l'Italia dal 2001, versano al bilancio ue contributi maggiori rispetto ai soldi che tornano indietro, mentre altri, come i paesi dell'est recentemente entrati nell'ue, sono nella situazione opposta. Su queste basi poggia la richiesta Dell'italia di un rapporto piu' "equo" e la lotta agli 'sconti' di Londra, Berlino, Vienna, Stoccolma per pagare di meno e guadagnarci di piu'.