Violenza ultra'


Stampa

Roma, cori antisemiti all'Olimpico

Arrestati due tifosi romanisti per il raid al pub nel quale sono rimasti feriti 10 sostenitori del Tottenham, uno è grave n

"Juden Tottenham, juden Tottenham": questo il coro che la Curva Nord dello stadio Olimpico, occupata dallo zoccolo duro del tifo della Lazio, ha intonato in serata intorno al 10' del primo tempo del match di Europa League tra biancocelesti e Tottenham. Qualche minuto più tardi nello stesso settore è stato esposto anche lo striscione "Free Palestina".

Il coro razzista arriva all'indomani di un vero e proprio raid a Campo de' Fiori, nel cuore della movida romana: una decina di tifosi inglesi del Tottenham, arrivati in Italia per assistere al match contro la Lazio all'Olimpico, sono rimasti feriti, ed uno e' in gravi condizioni, dopo un assalto all'interno di un pub da parte di alcuni tifosi ultra'. Per l'episodio di violenza sono stati arrestati due tifosi della Roma.

Il primo tifoso giallorosso arrestato, Francesco Ianari, romano di 26 anni che lavora come ambulante, era stato fermato dalla polizia poche ore dopo l'irruzione e accompagnato in commissariato. L'uomo è accusato di aver partecipato attivamente al raid. Durante le perquisizioni, nella sua abitazione sono state trovate 'armi improprie' come una spranga e un tirapugni, oltre a dello stupefacente. Nel 2007 l'uomo, che ha un precedente per guida in stato d'ebbrezza, era stato anche sottoposto ad un Daspo.

L'altro ultra' della Roma arrestato dalla polizia è Mauro Pinnelli, romano di 25 anni: è incensurato e lavora per un'impresa edile. L'uomo è tra le persone che avevano sentito al cellulare - poco prima del raid - Ianari, il primo degli arrestati, il quale era in contatto anche con un ultras laziale.

Il movente del raid in Campo de' Fiori potrebbe essere piu' razzista più che calcistico: e' questa la pista che avrebbero imboccato gli investigatori. Alcuni testimoni hanno riferito di cori al grido di "ebrei" e non è escluso che possa essersi trattato di un gruppo eterogeneo di tifosi di più squadre, laziali compresi. Gli investigatori, che hanno messo sotto torchio 15 persone, indagano in ambienti ultras a 360 gradi e anche in ambienti dell'antisemitismo collegato al tifo calcistico.

Tra le due tifoserie non c'era stata infatti ruggine in precedenza tranne un episodio, nel match di andata a Londra, quando alcuni giocatori del Tottenham, Jermain Defoe, Aaron Lennon e Andros Townsend, furono bersaglio di cori razzisti. Il Tottenham, che prende il nome da un quartiere della capitale inglese dove risiede la comunità yiddish, è considerata la squadra degli ebrei di Londra. Il gruppo principale di tifosi ultrà si chiama 'Yid army' (armata ebraica, ndr) e spesso i supporter sventolano sugli spalti le bandiere con la stella di David e incitano i propri calciatori chiamandoli 'joden' o 'yid'.

Il raid è un fatto che "nulla ha a che vedere con lo sport" e che contro il quale va espressa una "ferma condanna", afferma l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale sottolineando che è necessaria "una decisa presa di distanza da parte di tutti, nell'auspicio che presto si arrivi ad identificare i responsabili".

I feriti, tutti inglesi tra i 20 e 60 anni, sono stati medicati al Santo Spirito e al Fatebenefratelli. Quello più grave è ricoverato al San Camillo e probabilmente dovra' essere sottoposto ad un intervento. La 'spedizione punitiva' e' avvenuta mercoledì notte intorno all'1.30 all'interno del pub Drunken Ship, letteralmente devastato.

'Erano in cinquanta tutti con il volto travisato da caschi e sciarpe, secondo una ricostruzione dei Vigili Urbani di Roma. Il gruppo, proveniente da piazza Cancelleria e via del Pellegrino, "si è diretto, di corsa, verso il "Drunken Ship", alla ricerca di tifosi inglesi".

"Sono entrati all'improvviso con mazze e cinte, hanno sfasciato tutto e ci hanno assaltato. Alcuni all'esterno avevano circondato il locale". Questo il raid raccontato alla polizia da alcuni testimoni. Tracce della 'spedizione punitiva', a suon di tirapugni e coltelli, sono visibili anche all'esterno del locale con alcune sedi e tavoli devastati dalla furia del gruppo di ultra'. "Avevano il volto coperto - ha raccontato più di un teste - e quando qualcuno ha cercato di uscire ha trovato lo sbarramento esterno. Dopo aver lasciato in terra gli inglesi sanguinanti sono fuggiti".

I poliziotti, arrivati sul posto con numerose volanti, hanno bloccato alcuni partecipanti al raid nelle strade circostanti Campo dé Fiori, una delle zone calde della movida romana. "E' un episodio di teppismo da stadio trasportato nel cuore di Roma", ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "C'è una banda di pazzi e delinquenti che si aggira, coprendosi dietro il tifo, nei nostri stadi e questo non è ammissibile. E' una cosa veramente grave", ha detto il primo cittadino.

Ma e' polemica: "Quello che è successo la scorsa notte è la dimostrazione che non si può lasciare la sicurezza in mano ai privati. Dove erano gli steward? Dov'era l'accordo fatto dal Comune di Roma con gli esercenti?", afferma Viviana Di Capua, presidente dell'Associazione Centro Storico che a dicembre compirà vent'anni. "Gli esercenti non possono pensare privatamente alla sicurezza - aggiunge - E poi al Campidoglio voglio dire che su un tema così importante non si fanno accordi con i privati. Chiediamo nuovamente allora di valutare le licenze e le concessioni dei locali. L'amministrazione questo non lo vuole fare perché siamo in campagna elettorale e quindi non si vuole disturbare chi fa commercio. Ma ci sono troppi locali in uno spazio troppo piccolo".

Claudio Lotito non ha dubbi: "I tifosi della Lazio non c'entrano niente con quello che è successo stanotte a Campo dé Fiori...", dice il presidente biancoceleste al telefono con l'ANSA. Anzi, nel preannunciare una nota ufficiale per il pomeriggio, rilancia: 'Sui veri responsabili ci saranno sorprese''

"Hanno distrutto tutto quello che hanno trovato, i danni al locale sono quantificabili in 20 mila euro". A parlare da dietro le vetrine infrante del pub 'The Drunken Ship' è uno dei soci proprietari, Marco Manzi, dopo il raid di ultrà avvenuto questa notte. "Io sono arrivato quando gli aggressori stavano scappando - racconta Manzi - ma nel locale abbiamo trovato sampietrini, mazze, chiavi inglesi e bomboletti di spray urticante". Roberto, un altro socio del locale, aggiunge: "Io non c'ero, posso raccontare quanto mi hanno riferito: intorno all'una e trenta un gruppo di persone, tutti con volto coperto, sono entrati con bastoni, coltelli e hanno rapidamente aggredito i tifosi inglesi".