Collezione Farnesina


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Un Tesoro al Ministero

Intervista a Maurizio Calvesi, tra i più autorevoli storici dell’arte moderna in Italia curatore della raccolta

di Mariaceleste de Martino
(mceleste.demartino@rai.it)

Ha fatto il giro del mondo e nel 2013 è programma un viaggio in Cina, Messico e Germania. Dall’Italia all’India, dall’Ungheria alla Romania, dal Cile all’Argentina, dal Brasile al Venezuela, dal Perù al Messico.


Dalla triennale di Milano alla Galleria nazionale di arte moderna di Nuova Delhi. La Collezione Farnesina del ministero degli Esteri ogni tanto parte in tour internazionale.

Un prezioso tesoro visibile al pubblico, con ingresso gratuito, in pochissime occasioni: la più recente, solo per una giornata, il 19 novembre scorso ha visto attorno ai 500 visitatori, tra scuole e singoli cittadini, ma il Ministero, come ci spiegano, ha in progetto di organizzarne una ogni trimestre in un giorno lavorativo per sottolineare anche una “politica di trasparenza” in modo tale da dare la possibilità di passeggiare nel palazzo mentre è in missione estera la delegazione israeliana piuttosto che quella palestinese.

Dipinti, sculture, installazioni e mosaici. Opere che rappresentano il Novecento italiano. Nei corridoi e nelle sale del ministero, luoghi in cui si svolge la politica estera dell’Italia, tra cui la Sala delle Conferenze Internazionali, Sala dei Mappamondi, Anticamera degli Ambasciatori e Sala della Vittoria, si rivive la storia dell’arte italiana del XX secolo.

Le correnti sono molteplici: l’Art nouveau, quella dello stile Liberty per intenderci. Il Futurismo, che ogni giorno possiamo apprezzare grazie all’opera di Boccioni sulla moneta di 20 centesimi. Poi, c’è la Transavanguardia, tra gli artisti più popolari vengono in mente Sandro Chia e Enzo Cucchi. La Metafisica, di cui fanno parte le opere di de Chirico. L’Astrattismo, corrente conosciuta maggiormente per i quadri di Kandinskij, Klee e Mondrian, apriscuola stranieri. Di italiano spicca, tra i tanti, Luigi Veronesi e Lucio Fontana con le sue famosissime “tele tagliate”. Nella Collezione Farnesina non mancano design e pop art.

Maurizio Calvesi, tra i più autorevoli storici dell’arte moderna in Italia, oggi ha 85 anni e commenta la raccolta da lui curata.
Le opere che ritengo più importanti e significative e tra quelle che non hanno avuto un particolare seguito di mercato, vorrei ricordare gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo e quelli del movimento Anacronista, come Schifano, Festa, Tacchi, Mambor, Lombardo, Angeli, Fioroni, e per l'Anacronismo Carlo Maria Mariani, Stefano Di Stasio, Ubaldo Bartolini, Salvatore Pulvirenti, Franco Piruca.

Ci porti mano nella mano in un tour virtuale della collezione, come quello che abbiamo ritrovato nella sua famosa mostra sull'arte italiana del Novecento che curò alle Scuderie del Quirinale nel 2000 assieme a Paul Ginsborg.
Segnalerei in particolare artisti di eccezionale livello anche se ampiamente riconosciuti, ma scarsamente ricordati come i nostri scultori Arturo Martini, Marino Marini e Giuliano Vangi, né dimenticherei come tappa ultima, ma non ultima, la corrente dell'Anacronismo (un movimento che si riferisce ad ambienti fuori tempo rispetto alla contemporaneità e caratterizzato da contenuti umanistici, si diffonde in Italia negli anni ‘70/’80, sostenuto proprio da Maurizio Calvesi in contrasto con le degenarazioni mentali del Concettuale NdR.

Quali opere tra quelle che lei ha scelto inizialmente l'hanno emozionata?
Tra gli artisti che mi hanno coinvolto emotivamente, ma non da allora, bensì fin dagli anni '50, vorrei ricordare soprattutto i grandissimi Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico e Alberto Burri.

Come avvenne la scelta delle prime opere?
Fui incaricato di curare questa collezione dal Ministro Umberto Vattani alla fine degli anni Novanta e la scelta stessa fu condizionata dalla disponibilità dei prestatori, che tuttavia hanno risposto quasi tutti positivamente, pur ritirando in un secondo momento, come è previsto e possibile, le loro opere tra cui alcune molto importanti come il “Ritratto di mano” di Boccioni del 1903 e il “Ritratto della nonna”, nonché la scultura “Forme uniche” dello stesso Boccioni. Fin dagli inizi comunque la collezione Farnesina è stato uno strumento di fondamentale importanza anche nella politica culturale del Ministero degli Affari Esteri fuori d'Italia.

Se dovesse tenere una lezione all'università sulla Collezione Farnesina, ai suoi studenti cosa direbbe di cercare e analizzare?
Raccomanderei di guardare con attenzione particolarmente quegli artisti che non hanno raggiunto una notorietà e una quotazione di mercato come altri, ma che non sono meno importanti nella storia dell'arte italiana del XX secolo, arte italiana che è stata tra le massime espressioni mondiali anche nel secolo scorso e probabilmente continua a esserlo anche oggi.

La Collezione Farnesina, da far ammirare in tutto il mondo, fa parte di un museo che non è statico, ma mobile. E il Ministro Terzi sarà a Washington D.C. il 12 dicembre per inaugurare l’anno della Cultura italiana negli Stati Uniti che si terrà in decine di città americane.