di Sandro Calice e Juana San Emeterio
Sarà il cinema di animazione a dominare la giornata di martedì 13 novembre. Si comincia la mattina con l’ultimo film della Disney, “Ralph Spaccatutto”, che sarà nelle sale a partire dal 20 dicembre. E’ probabilmente una delle migliori idee degli ultimi anni, una favola legata a miti e cultura moderna, quella dei videogiochi. Ralph, infatti, è il classico “cattivo” da videogioco che però non ne può più e desidera diventare buono. Per farlo dovrà guadagnare una medaglia e intraprendere un viaggio attraverso gli altri giochi, incontrando nuovi amici e cattivi veri, e mettendo in pericolo tutto il mondo, anzi la sala dei videogiochi. Piacerà molto anche ai genitori. L’altro titolo della giornata è il nuovo lavoro della Dreamworks, al cinema dal 29 novembre, “Le 5 Leggende - Rise of the Guardians”.
In concorso c’è il polacco “Ixjana” di Józef e Michal Skolimowski.
Lunedì 12 il concorso del Roma FilmFest ha ospitato “Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato, per il quale sono passati sul red carpet Alessandro Preziosi, Laura Chiatti, Iaia Forte e Lino Guanciale, e “Marfa Girl” di Larry Clark. Fuori concorso c’è stato Michele Placido con il suo poliziesco francese, “Le guettuer (Il cecchino)”, con Luca Argentero e Violante Placido.
In CinemaXXI cinema d’autore con “Suspension of Disbelief” di Mike Figgis e “Goltzius and the Pelican Company” di Peter Greenaway. Prospettive Italia, infine, ha proposto “Pezzi” di Luca Ferrari e “Italian Movies” di Matteo Pellegrini.
IL VOLTO DI UN'ALTRA
di Pappi Corsicato, Italia 2012, commedia
Fotografia di Italo Petriccione
con Laura Chiatti, Alessandro Preziosi, Lino Guanciale, Iaia Forte.
Una commedia sul cattivo gusto e sui cattivi sentimenti, sugli esempi più beceri e grotteschi della smania di apparire, dalla chirurgia estetica ai reality show, sui nostri tempi, insomma.
Figure inquietanti di uomini e di donne col viso fasciato come le mummie si aggirano negli splendidi boschi di una lussuosa clinica del Tirolo, arrivano fino al paese giù a valle, vivono tra di noi. Mostri? Esperimenti genetici? Macchè! Sono i partecipanti a un programma televisivo sulla chirurgia estetica condotto dalla meravigliosa Bella e da suo marito Renè, il chirurgo che esegue gli interventi. Intanto un asteroide precipita verso la Terra. Gli ascolti del programma, però, dicono che il pubblico è stanco della faccia di Bella, urge un ricambio, come dirlo a lei? Come la prenderà? Malissimo. Va via in macchina e ha un incidente. Sembra sia sfigurata, una tragedia. O no? Forse è proprio l’occasione per farsi una faccia nuova che piaccia al pubblico. E l’asteroide si avvicina. D’accordo con Renè, mettono in piedi il progetto. Il pubblico e le tv sono già arrivati. Personaggi surreali, meschini, paradossali si accalcano per un posto nello show. Nessuno immagina il finale. Chissà quell’asteroide.
Pappi Corsicato (“I buchi neri”, “Il seme della discordia”) dà proprio l’impressione di essersi divertito nel confezionare questo colorato lungometraggio, sicuramente di più di quei pochi che hanno fischiato alla proiezione per la stampa (qualcuno ha addirittura urlato “buffoni, così ammazzate il cinema italiano”! Si cerca ancora di capire a quale cinema si riferisse). Il regista dice di aver voluto fare “una satira di costume”, “una giocosa riflessione sul contemporaneo”, mescolando la commedia romantica americana e il cinema di costume italiano. E “Il volto di un’altra” è pieno di citazioni, da Fellini ad Almodovar passando per Billy Wilder. Che Corsicato, però, sembra trattare in qualche caso con distrazione e bulimia, affollando un po’ il racconto. Il film è godibile, gli attori nella parte (e la Chiatti di una bellezza imbarazzante), ma resta a metà tra il puro godimento estetico e la riflessione amara sul nostro triste “contemporaneo”, non eccellendo su nessuno dei due fronti. (Sa.Sa.)
MARFA GIRL
di Larry Clark, Stati Uniti 2012, drammatico
Fotografia di David Newbert
con Adam Mediano, Drake Burnette, Jeremy St. James, Mary Farley, Mercedes Maxwell, Indigo Rael.
I protagonisti dei film di Clark sembrano sempre bombe a orologeria, bombe emotive sull’orlo della distruzione. Forse perché sono veri.
Marfa, Texas, 78 chilometri dal confine messicano. Adam ha 16 anni, vive con sua madre e tutti lo amano e lo vogliono. La sua ragazza Inez, i suoi amici, Donna, la vicina appassionata di sesso libero, e anche Tom, il poliziotto di frontiera chiaramente disturbato. Vite che si intrecciano stancamente, quasi rassegnate al nulla, eppure ognuna con una sua luce, una speranza, la voglia di non fermarsi. Con la tragedia che incombe costantemente dietro l’angolo.
Per favore, ci dice, non chiamatelo regista controverso. Clark è un fotografo e un artista tra i più influenti della sua generazione, dal primo libro “Tulsa” del 1971 ai lavori cinematografici come “Kids” (1995) e “Ken Park” (2002). E non sarà controverso, ma arrabbiato si. “Faccio l'artista da 50 anni e so che la maggior parte dei film che vediamo non sono lo specchio della realtà”. E ancora: ”Questo mio film voleva essere un fuck Hollywood. Tutto è ormai digitale bisogna andare avanti così. Tutti i ragazzi scaricano i film dal web e i produttori sono tutti criminali tranne Weinstein. Per questo il mio film ‘Marfa girl’ si potrà vedere solo sul web andando al sito larryclark.com”. Quelli di voi che poi andranno sul sito, troveranno un “tipico” film di Clark: riprese e fotografia molto realista, sesso (parlato e fatto) mostrato con naturalezza, personalità borderline, qui in particolare inseriti nel racconto di formazione di un adolescente in una provincia depressa, violenta e anche razzista, dove l’arte o una qualsiasi fede sono l’unica salvezza e dove è il passato il vero mostro da sconfiggere. Meno ispirato di altre volte, ma sempre interessante. (Sa.Sa.)