di Claudio Presutti
Il dominio assoluto della Juve, almeno in campionato vista la 'pareggite' che l'ha afflitta in Champions, prosegue senza intoppi. I bianconeri infatti hanno ottenuto il loro 48° risultato utile consecutivo vincendo 1-0 a Catania non senza polemiche però. Il match del Massimino, giocato alle ore 12.30, è stato bello e ricco di occasioni, ma deciso non solo dal gol di Vidal ma anche dalle decisioni arbitrali. Grandissime polemiche per un gol di Bergessio nel 1° tempo al 24': Marchese crossa un pallone dalla sinistra, Spolli e Lodi ne prolungano la traiettoria, la sfera finisce sul palo e viene raccolta da Bergessio che ribadisce in rete. La posizione dell'attaccante argentino, ampiamente alle spalle di Asamoah, è indubbiamente regolare e il gol andrebbe assegnato. Qui però arriva il pasticcio arbitrale: il guardalinee Maggiani corre verso il centrocampo e Gervasoni convalida la rete, ma di fronte alle vibranti proteste della panchina bianconera, capeggiate da Pepe, l'assistente del direttore di gara torna sui suoi passi. Dopo un conciliabolo con Gervasoni e con l'arbitro di porta Rizzoli arriva il clamoroso dietrofront: gol annullato. Una decisione che fa scoppiare l'ira etnea. Proteste furiose, placata da Gervasoni con cartellini gialli in serie e con l'espulsione del presidente dei siciliani Pulvirenti, che in realtà stava cercando di 'placare' i suoi. In mezzo, nella prima frazione, tante occasioni, una clamorosa non sfruttata da Vucinic. Nella ripresa nuovo errore arbitrale, anche se meno evidente, proprio nell'azione decisiva al 57': Vucinic serve in area Bendtner che è, seppur di poco, in fuorigioco. Il danese conclude, Andujar respinge e Vidal è il più lesto a ribattere in rete. Poco dopo, rossoazzurri in dieci per il secondo cartellino giallo a Marchese per un ingenuo fallo di mano (67'). Nel mare delle polemiche e degli (evidenti) errori arbitrali, però non si può non evidenziare la super prestazione di Andujar, il portiere argentino dei siciliani protagonista di interventi a ripetizione contro gli attacchi juventini.
L'Inter di Stramaccioni fa il colpo a Bologna (1-3) ottenendo la quinta vittoria di fila e candidandosi prepotentemente al ruolo di più accreditata anti-Juve. In fondo il distacco in classifica è di 4 punti: 25 a 21. Nerazzurri in vantaggio al 27' grazie ad un bel colpo di testa di Ranocchia che scavalca Agliardi su punizione di Cambiasso. I felsinei ci provano, ma l'Inter (con Cassano inizialmente in panchina) mostra una grande solidità e un Cambiasso in grandissimo spolvero. Nella ripresa c'è subito il raddoppio: ficcante azione di Palacio sulla destra, assist perfetto per Milito che non si fa pregare e segna il suo quarto gol in campionato. I rossoblù riaprono il match al 58'. Preciso traversone di Diamanti per la testa di Cherubin che beffa Handanovic. La partita si fa nervosa, l'arbitro De Marco espelle il tecnico del Bologna Pioli (62'). I nerazzurri al 64' chiudono la pratica al termine di un fulmineo uno-due Milito-Palacio, con la palla a Cambiasso che supera Agliardi in uscita con un preciso colpo sotto. Stramaccioni per controllare il match si gioca la carta Cassano (al posto di Milito) e vola verso il pokerissimo che apre scenari impensabili solo qualche settimana fa. Per il Bologna prosegue il momento no: terzo stop di fila e penultimo posto in classifica.
Nel posticipo serale il Napoli si riprende il secondo posto. Al ‘San Paolo’ il Chievo si vota alla difesa e regge nel primo tempo perché i partenopei (senza Cavani, con Insigne titolare) non trovano il gol con Inler (cannonata sul palo), Maggio (prima sciupa un facile colpo di testa, poi si vede negare il gol da Sorrentino) e Pandev. Al 58’ Hamsik inventa il diagonale vincente e la gara si mette in discesa. Insigne svaria negli spazi che si allargano, ma gli manca l’acuto. Dall’altra parte Thereau prova a spaventare i padroni di casa. Al 78’ Vacek si merita il secondo giallo. Il Chievo non accusa il colpo e ci riprova con Pellissier. Il Napoli ha solo il torto di non mettere il lucchetto al match prima del 90’. Finisce 1-0, Napoli secondo a tre punti dalla Juve.
Nell’altro posticipo va in scena la nuova rimonta sulla Roma. All’Olimpico i giallorossi ospitano un’Udinese rimaneggiata e si arrendono 3-2 dopo essere stati in vantaggio 2-0. L’avvio della squadra di Zeman annichilisce i friulani. Due volte Lamela, poi Osvaldo vanno a un passo dal gol. Le reti, comunque, arrivano tutte in pochi secondi e sono strameritate: al 22’ Lamela s’infila in area sulla linea di fondo, finta l’assist al centro e trafigge Brkic con un tocco geniale; al 24’ Osvaldo aggira il fuorigioco ospite e serve a Lamela il raddoppio da spingere in rete. La Roma riduce il ritmo per amministrare e l’Udinese riesce a farsi subito pericolosa. Al 32’ Domizzi accorcia le distanze su assist involontario di Osvaldo. Prima dell’intervallo Di Natale manca il pari, ma si rifà subito nella ripresa: al 50’ un lancio sul bomber friulano manda in barca la difesa giallorossa, Di Natale manca una prima opportunità, poi è bravo a correggere il tiro di Armero. Sul pari la Roma ha qualche minuto di smarrimento e i friulani tornano pericolosi. A metà frazione i giallorossi si scuotono e De Rossi e Osvaldo mancano di centimetri le deviazioni vincenti. Nel finale si consuma il ‘dramma’ romanista: Pereyra elude il fuorigioco e si presenta in area, Castan lo affronta con irruenza e l’arbitro Massa decide per il rigore. All’88’ Di Natale si presenta sul dischetto e gela lo stadio con il classico ‘cucchiaio’. Nel recupero Tachtsidis espulso per proteste insistite.Importante successo della Fiorentina sulla Lazio. La banda di Montella prosegue la sua marcia interna regolando con un secco 2-0 l'ottima Lazio di Petkovic. Viola vicini al vantaggio al 27' ma lo spagnolo Mati Fernandez fallisce un rigore (netto fallo di Konko su Pasqual) calciando sul palo e poi andando sulla respinta e 'invalidando' così la successiva ribattuta di Ljajic. Ma il serbo si rifà a fine primo tempo con un'invenzione dal limite che batte Bizzarri 'centrando' l'incrocio dei pali. I viola controllano ma la Lazio è viva e 'paga' due decisioni arbitrali dubbie: un rigore che poteva esserci per un colpo con il gomito di Cuadrado e un gol annullato a Mauri per un fuorigioco quantomeno dubbio. Sacrosante invece nel finale le espulsioni di Ledesma prima al 75' (doppia ammonizione) e di Hernanes all'82°, in entrambe le occasioni con lo 'zampino' di un onnipresente Cuadrado. In pieno recupero arriva anche il raddoppio di Toni su cross di Aquilani (91'), entrambi subentrati nella ripresa. Per i viola arriva con merito il decimo risultato di fila in casa, per i romani, che non sanno pareggiare (3 sconfitte e nove successi finora in campionato), arriva invece lo stop dopo tre vittorie di fila.
All'Olimpico di Torino il Parma fa il colpaccio e si regala una posizione di assolutà tranquillità, nella metà alta della classifica. Il match si decide però a inizio ripresa, al 51' quando l'arbitro Giacomelli mostra il secondo cartellino giallo a Sansone per una simulazione in area parmigiana. Al 72' arriva il vantaggio emiliano con l'altro Sansone che di sinistro batte Gillet. passa un minuto e c'è il raddoppio del Parma grazie ad Amauri che svetta di testa centrando il terzo gol in campionato dopo la doppietta di sette giorni fa contro la Samp. Il tris dei ducali lo realizza Rosi al termine di una ubriacante azione di Biabiany (88'). Per i granata di Ventura solo la rete della bandiera di Basha (93') e un rendimento in casa davvero deficitario: una sola vittoria, un pari e tre sconfitte.
Incredibile il ruolino di marcia del Cagliari che ottiene il terzo successo su tre da quando è guidato dal tandem Pulga-Lopez, tra l'altro su un campo difficile come quello della Samp. A Marassi i ragazzi di Ferrara (quarto ko di fila, dopo il successo esterno a Roma) vengono puniti dalla rete di Dessena a inizio ripresa (47'). Primo tempo piuttosto incolore, ma la rete di Dessena (beffata mezza difesa doriana su cross perfetto di Thiago Ribeiro) ravviva gli animi e il match. I doriani si riversano in avanti alla ricerca del pario, ma i sardi giocano con ordine, si difendeono bene e, tutto sommato, si portano via i tre punti senza neppure soffrire troppo. I sardi in classifica scavalcano la Samp (11 punti contro 10, anche se i doriani hanno un punto di penalizzazione) e metà alta della classifica conquistata, in attesa inoltre della decisione sulla partita persa a tavolino contro la Roma.
Il Pescara di Stroppa, che per il presidente Sebastiani resta saldamente al suo posto nonostante la contestazione dei tifosi abruzzesi delusi, no va oltre il pari interno contro l'Atalanta. Il gioco latita, i biancoazzurri non producono molto, anzi sono i bergamaschi ad andare più vicini al gol con Schelotto. A inizio ripresa gli orobici restano in 10 (secondo giallo a Peluso al 47'), ma nonostante la superiorità numerica il Pescara non va oltre una sterile superiorità e al 90' vengono subissati dai fischi di uno stadio Adriatico insofferente. Negli anticipi del sabato da segnalare il successo del Milan sul Genoa firmato El Shaarawy nel giorno dell'esordio dei Delneri sulla panchina rossoblù e lo 0-0 del Franchi tra il Siena e il Palermo.