Vale 60 miliardi il business dei furbetti del gusto che sfruttano l'immagine dei prodotti alimentari Made in Italy. E' quanto accusa la Coldiretti in uno studio presentato al Salone del Gusto che lamenta lo sfruttamento di una immagine "costruita nel tempo dagli agricoltori italiani per vendere nel mondo tarocchi che nulla hanno a che fare con la realtà produttiva nazionale".
Al Salone sono state esposte alcune delle opere più improbabili realizzate dai pirati del gusto, dal barbera bianco prodotto in Romania al gorgonzola grattugiato Made in Usa, dal barolo canadese al nebbiolo svedese entrambi in polvere.
"La lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le istituzioni un' area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione", ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare".
Alla perdita di opportunità economiche ed occupazionali si somma - sottolinea la Coldiretti - il danno provocato all'immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori. Per la Coldiretti va cercato un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi, ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove - conclude la Coldiretti - occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari come previsto dalla legge approvata all'unanimità dal Parlamento italiano all'inizio della legislatura e rimasta fino ad ora inapplicata.