di Mariaceleste de Martino
Come si vota
I cittadini Usa si devono registrare nelle liste elettorali. I residenti all’estero votano per posta. Le regole variano in ogni Stato. In alcuni si può votare a 17 anni. L’età minima generalmente è 18. Urne aperte il 6 novembre dalle 7 alle 20, in base ai fusi orari. La scheda elettorale è scritta in inglese, spagnolo e cinese.
Le presidenziali 2012 coincidono con l’elezione del Senato Usa. Un terzo dei senatori (33 seggi) dovrà essere rieletto e come avviene ogni due anni si vota anche per i rappresentanti alla Camera per il 113esimo Congresso. Inoltre, contemporaneamente, si tengono 11 elezioni che riguardano i governatori e/o i propri Consigli, e varie altre elezioni locali.
Il 20 gennaio, come di consueto, la nuova squadra entrerà ufficialmente in servizio alla Casa Bianca. I nomi sulla scheda
Lo sfidante principale di Obama è Romney. Ma sulla scheda elettorale si trovano i nomi di altri due candidati che sono riusciti ad accedere alle elezioni e in teoria avrebbero la possibilità di ottenere la maggioranza dei voti: sono l’ex governatore del New Mexico, Gary Johnson, del Partito Libertario, e Jill Stein del Partito dei Verdi. A seconda degli Stati compaiono anche altri candidati, per esempio a New York c’è Peta Lindsay dei Socialisti e Liberali.
Ricordiamo che durante le primarie repubblicane, Rick Santorum e Newt Gingrich sospesero la loro campagna elettorale lasciando libera al loro compagno di partito Romney la strada verso la Casa Bianca. E poi, anche il liberale Ron Paul rinunciò alla corsa. E il 28 agosto, Romney fu ufficialmente nominato candidato Repubblicano.
Gli Stati chiave 2012
A ogni elezioni cambiano. Ohio e Florida sempre gli zoccoli duri. Pennsylvania è lo Stato più interessante, visto che nel 2008 Obama è lì che ha sfondato, come nel New Jersey. Il Michigan questa volta attira particolarmente l’attenzione perché è lo Stato dove è cresciuto Romney.
Gli Stati chiave 2012, a seconda dei diversi commentatori politici, in totale sono all’incirca 12. Nella lista del New York Times ci sono: Colorado, Florida, Iowa, New Hampshire, Nevada, Ohio, Pennsylvania, Virginia e Wisconsin.
Servono 270 grandi elettori per vincere. Chi vince in un singolo Stato si aggiudica tutti i Grandi Elettori di quello Stato. Ma ci sono le eccezioni come per Nebraska e Maine che usano il sistema proporzionale.
Sul versante est, sono quattro gli stati in cui la competizione è spietata: New Hampshire, Virginia, Carolina del Nord e Florida. Gli stati del sud solitamente vanno ai repubblicani, mentre i democratici invece sono forti nello Stato di New York, California e Illinois.
Critica la situazione in tre Stati del Midwest: Iowa, Pennsylvania e Ohio. Un tempo la corsa sembrava agguerrita nel Missouri, Wisconsin e Michigan, ma ora la situazione è ribaltata: il Missouri è passato dalla parte di Romney, mentre il Wisconsin e il Michigan sembrano aver ripreso la loro piega tradizionale, ovvero sono tornati a essere pro-democratici. Dei tre Stati clou della cosiddetta “pancia” dell’America, Pennsylvania e Ohio sono molto importanti, sia per la tradizione storica del voto sia per il numero di votanti. Quindi, se Romney vince in questi due Stati, Obama potrebbe ancora farcela, ma sarebbe problematico. Invece, se è Obama a vincere in entrambi questi Stati, ai conservatori non resta che rinunciare a ogni speranza.
Una novità che sconvolge le previsioni negli Stati chiave è rappresentata dal forte impatto causato dal numero in crescita degli elettori ispanici, soprattutto in Florida e in Carolina del Nord. Ispanici che in passato hanno votato per Obama.
Chi lavora nell’industria automobilistica, tra le produzioni più proficue in Usa, come voterà? Si prevede che non appoggino Romney che ha preferito la bancarotta all’assistenza finanziaria ai colossi in fallimento General Motors e Chrysler.
Qualcuno deve pur salvare l’America dal suo debito di 16 triliardi di dollari. Su monete e banconote c’è scritto: “In God We Trust” e Obama, che ha ereditato la più grande crisi economica dalla Grande Depressione, sembrava essere il “Messiah”, sia per cristiani sia per gli ebrei, per tutte le etnie e fedi, laici e religiosi. Promise di tagliare a metà il deficit e invece ora è addirittura cinque volte più alto delle previsioni del Congresso che lo fissava a soli 264 miliardi di dollari. Obama aveva promesso una crescita notevole dell’economia, del 5.23%, e invece, secondo la Federal Reserve, la crescita attuale è dell’1.61%. E aveva sventolato in gran fanfara un rapporto del suo staff in cui si prevedeva che il tasso di disoccupazione sarebbe sceso al 6%. Invece naviga attorno all’8%, ancora più alto del 7.8% registrato in piena recessione proprio quando Obama fu eletto con la speranza di cambiare. Il cambiamento c’è stato, in negativo: otto milioni di posti di lavoro andati persi. Chi sono Obama e Romney?
Barack Obama è più conservatore del 21% di tutto il Senato e più liberale del 77%. Questo secondo l’Almanac of American Politics.
È a favore dell’aborto e ha stanziato 100 milioni di dollari sull’educazione sessuale e contraccettivi per prevenire gravidanze indesiderate tra i giovani.
È stato l’unico presidente democratico a esprimere le sue opinioni riguardo i diritti dei disabili e a favore della Convenzione Onu sui diritti delle persone con handicap.
È a favore della tutela ambientale promettendo di ridurre i livelli delle emissioni dei gas serra dell’80% entro il 2050.
È a favore dei diritti delle minoranze e ritiene che l’omosessualità non sia immorale, appoggia le unioni tra le coppie dello stesso sesso e con gli stessi diritti degli eterosessuali. Ha firmato la legge contro il divieto da parte dei militari di dichiararsi GBLT (gay, bisessuali, lesbiche, transessuali). Ha stabilito che la discriminazione e l’odio sessuale sono un reato, appoggia l’adozione tra coppie delle stesso sesso e ha nominato per alti incarichi istituzionali nelle Forze Armate e al governo una donna lesbica e un transessuale.
Appoggia i limiti a produzione, vendita e possesso di armi, ha sensibilizzato sul virus dell’Hiv e Aids, ha preso posizione sulla pena di morte, affermando che viene utilizzata troppo frequentemente e in maniera errata. È a favore della separazione tra Stato e Chiesa. È a favore della ricerca sulle cellule embrionali
È a favore dell’uso della marijuana per scopi medici.
Si è battuto per il rispetto delle responsabilità dei genitori nei confronti dei loro figli.
Mitt Romney è contro l’aborto e al suo finanziamento pubblico, anche se ha dichiarato di non voler cambiare l’attuale legge.
È contro l’omosessualità, il matrimonio per lui è una sacra istituzione da celebrarsi solo tra uomo e donna, sostiene che l’unica lingua ufficiale degli Stati Uniti debba essere l’inglese, non ha nulla in contrario nei confronti della religione musulmana ma dice che bisogna vigilare nelle moschee, appoggia la presenza di un maggior numero di donne assunte a livello dirigenziale.
Ma l’aspetto scandaloso per gli americani, legato alla sua figura di candidato alla presidenza, è che possa avere eluso in qualche maniera le tasse, considerata una mancanza seria. Nel 2011 ha guadagnato 13.7 milioni di dollari e ha pagato legalmente tasse federali sul reddito pari a 1.94 milioni di dollari, a un tasso del 14.1%. Ha spostato, sempre legalmente, 30 milioni di dollari in fondi di investimento alle isole Cayman. Infatti, la maggior parte delle sue entrate provengono da soldi investiti, per i quali si pagano tasse minori rispetto a quelle detratte dal denaro guadagnato lavorando.
Mitt Romney
Nato nel 1947 in Michigan, di religione mormona, sposato, cinque figli, governatore del Massachusetts, figlio di un politico nato in Messico che fu governatore del Michigan. Rappresenta il modello dell’America conservatrice.
Barack Obama
Primo presidente afro-americano, nato nel 1961 alle Hawaii, sposato, due figlie, avvocato e professore di Diritto Costituzionale. Rappresenta l’America moderna e liberale.