di Mariaceleste de Martino*
(mceleste.demartino@rai.it)
Obama non piace più come nel 2008, ma Romney piace ancora di meno. L’attuale presidente dovrebbe essere riconfermato per una manciata di voti, secondo i sondaggi e le previsioni degli esperti. Da un presidente, gli americani chiedono ancora una volta “un’economia più forte e un Paese più sicuro e che sia in pace”, ci dice il Professore in Scienze politiche alla Emery University di Atlanta, Georgia, Alan I. Abramowitz, analista politico esperto di partiti, previsioni nelle elezioni Usa, riallineamento ideologico e voto. Dal 1989, non hai mai sbagliato un colpo nelle sue previsioni.
Obama non avrà la soluzione immediata a tutti i problemi del suo Paese, ma è comunque il favorito, appena al di sopra del punto di pareggio, il break even point, secondo Abramowitz. L’attuale presidente Usa ha due terzi di possibilità di vincere con una percentuale di preferenze attorno al 50.5%. Le previsioni si basano sul GDP, Gross Domestic Product, ovvero il prodotto interno lordo registrato nei primi otto mesi dell’anno. L’economia è stata al centro della campagna elettorale 2012. Ma influisce anche il tasso di disoccupazione, mai così alto dalla Seconda Guerra mondiale.Cosa chiedono gli americani al loro presidente?
“Come prima cosa, che migliori l’economia nei prossimi quattro anni e che da questo ne tragga vantaggio la maggioranza dei cittadini, non solo i più ricchi. Vogliono anche un presidente che sappia garantire la sicurezza del Paese”.
Che tipo di presidente vuole il mondo? Quale dei due sarebbe meglio e per chi? Quali sono le differenze tra Obama e Romney per quanto riguarda la politica estera?
“Le differenze sono probabilmente minori di quanto vogliano apparire sulla base della retorica in campagna elettorale. Non mi aspetterei cambiamenti drastici in molte aree della politica estera americana in caso di vittoria da parte di Romney. Le differenze potrebbero esserci sull’accento che si pone su vari aspetti: la presidenza Romney sposterebbe maggiore attenzione sull’uso della forza militare per difendere gli interessi americani con o senza la cooperazione degli alleati. Ma molte nazioni mondiali sarebbero più contente se venisse rieletto Obama che continuerebbe il suo lavoro in collaborazione con gli alleati con l’uso della diplomazia piuttosto che con la forza militare”.
Pensa che alle urne vada un gran numero di cittadini?
“Prevedo un’affluenza abbastanza alta rispetto agli standard Usa (di solito le elezioni coinvolgono poco più della metà della popolazione, NdR.), anche se non alta quanto fu quella nel 2008” (affluenza più alta dal 1960, NdR). Infatti, molti sono rimasti delusi dalle promesse di Obama e il disinteresse è maggiormente diffuso tra i giovani. Facciamo anche notare che il diritto al voto viene negato per sette anni a chi ha commesso qualsiasi tipo di crimine, anche solo aver guidato in stato di ebbrezza. E il sistema elettorale non è semplice: chi vuole votare non riceverà a casa una tessera elettorale, ma dovrà iscriversi nelle liste per poi andare alle urne. I residenti all’estero, inclusi i militari e i diplomatici, riceveranno la scheda a casa e potranno votare per posta.
“Obama ha governato da riformista liberale pragmatico”, ci dice Alan I. Abramowitz. “È riuscito a far passare in Congresso la legge più significativa sulla riforma sanitaria dal 1965, anno in cui passò “Medicare”, l’assicurazione sociale nazionale che assicura assistenza agli anziani oltre i 65 anni e ai giovani disabili”, spiega. La nuova legge “dovrebbe ampiamente allargare le coperture sanitarie tra i cittadini non assicurati, anche se non si tratta di un sistema sanitario che copre le spese a ogni singolo cittadino. Non avverrà mai e poi mai che un Congresso approvi un sistema (simile a quello in Canada o in Italia, NdR.) “avversato dalla potente industria medica, fortemente finanziata, assieme alle compagnie assicurative, alle multinazionali farmaceutiche, agli ospedali privati e pubblici e a un settore medico ben organizzato”. Se Obama avesse spinto per un sistema sociale con assistenza gratuita “avrebbe perso troppi voti dai Democratici moderati in Parlamento”.
Chi è l’elettore tipo di Obama e di Romney?
Il partito Democratico “si compone essenzialmente di cittadini non bianchi e di bianchi moderati e liberali. Il partito Repubblicano conta principalmente su bianchi conservatori e qualche bianco moderato”, afferma Alan I. Abramowitz.
Qual è lo scenario che si prevede se vincerà Romney?
“I cambiamenti sostanziali riguardano le disposizioni governative nel settore finanziario, l’ambiente e l’energia”, spiega Abramowitz. “Ma ottenere nuove leggi sarebbe difficile perché i Democratici potrebbero ancora avere la maggioranza al Senato e avrebbero abbastanza voti per bloccare i disegni di legge dei Repubblicani. Indubbiamente, un presidente come Romney nominerebbe dei magistrati e dei giudici molto più conservatori alla Corte Suprema di quanto farebbe Obama nel caso in cui ci fossero delle posizioni da riempire o sostituire nei prossimi quattro anni. Questo potrebbe ribaltare l’equilibrio della Corte su questioni importanti”.
In un Paese “democratico” per antonomasia come gli Stati Uniti, molti americani sognano un terzo candidato, una terza opzione di scelta. E infatti, ci sono altri candidati sulla scheda elettorale. In teoria potrebbero essere eletti e vincere. Ma perché non accade mai?
“Essenzialmente l’attuale sistema elettorale si basa sul “Chi-Vince-Prende-Tutto”, ci dice Abramowitz. “L’attuale sistema rende difficile per un altro partito attirare l’attenzione e guadagnare supporto e appoggio. Gli americani a malincuore ‘sprecano i loro voti’ per un candidato che ha poche o nessuna possibilità di vincere, e questo rafforza la preponderanza dei due maggiori partiti”.
* La giornalista Rai Mariaceleste de Martino è newyorkese, cittadina Usa da quattro generazioni.