Professore, ha scelto Televideo per lanciare un appello a tanti ex fumatori di sottoporsi al test della diagnosi precoce al polmone
Si, ho scelto Televideo perché è un ottimo servizio pubblico e perché fino ad ora per il progetto bioMild abbiamo raccolto circa 2000 volontari ma ce ne servono altri 2000 con almeno 50 anni e abbiano fumato per un certo numero di anni un pacchetto di sigarette al giorno. Il nostro obiettivo è divulgare il più possibile il progetto di diagnosi precoce e allo stesso tempo aiutare a smettere di fumare le persone che lo desiderano. Perché questa è la migliore prevenzione che esista.
Possono partecipare al progetto solo gli ex fumatori?
In questo studio diamo la possibilità di approfittare della diagnosi precoce del test a chi magari ha fumato molto meno ma che hanno altri fattori di rischio, come l’esposizione all’amianto o hanno una storia famigliare di parenti di primo grado che hanno avuto un tumore al polmone. Quindi reclutiamo persone che abbiano anche queste caratteristiche.
Come funziona il test?
E’ molto facile, in un paio d’ore qui da noi all’Istituto in via Venezian, il paziente può fare gratuitamente il prelievo del sangue il microRna e la tac spirale, senza contrasto a basse dosi di radiazioni e poi le prove del respiro con la spirometria e un questionario.
Anche il prof. Veronesi, qualche settimana fa ha lanciato lo stesso appello a 10mila volontari per sottoporsi al test della diagnosi precoce, il progetto Cosmos 2. Si tratta di un progetto analogo al bioMild?
Mi fa piacere che abbiano deciso di seguire questa strada, dopo che per alcuni anni hanno sostenuto che la sola tac spirale era sufficiente a diagnosticare l’insorgenza del tumore al polmone. Vede, il nostro studio è stato presentato per il finanziamento all’Associazione italiana per la ricerca sul cancro Airc all’inizio del 2011 e lo studio Cosmos è stato annunciato un anno dopo. I due studi non sono uguali: il nostro obiettivo è quello di arrivare ad una semplificazione del programma di screening che eviti esami inutili per la maggioranza dei fumatori. Sappiamo che l’esposizione a radiazioni è molto dannosa per chi ha fumato molto e per questo cerchiamo di limitare il più possibile il ricorso alla Tac spirale. Soprattutto il nostro studio ha la caratterizzazione biologia del rischio individuale con lo scopo di evitare sempre interventi inutili, non solo quelli che si fanno per un paziente che non ha un tumore, come le biopsie che vengono fatte a soggetti che sembra che abbiano un tumore e invece non ce l’hanno. In futuro noi vogliamo anche ridurre i trattamenti chirurgici in soggetti la cui malattia non evolve.
Scusi, ma lo screening non è sufficiente a capire se il soggetto è malato?
Vede, lo screening secondo le nostre esperienza, non solo per il polmone ma anche per tutte le altre forme di tumori, può portare ad un aumento degli interventi chirurgici di cui una buona parte per tumori che non sarebbero mai diventati tumori rilevanti.. L’esempio più classico è la prostata: dopo 20 anni di tentativi di diagnosi precoce con il test del Psa, ora emerge che questo test non è utile perchè porta a molti interventi per tumore prostatico che non si sarebbe mai manifestato senza peraltro modificare la mortalità. Questo è un paradigma di quella che in termini tecnici viene definita over-diagnosi.
Quindi voi investite più sull’esame microRna piuttosto che sulla Tac spirale?
Mediamente un 20% delle persone a rischio tumore al polmone presenta una lesione sospetta alla Tac. Il primo falso positivo è rappresentato da questo alto numero di soggetti che presentano un nodulo. Il beneficio della Tac come strumento diagnostico, diciamo che è ancora sotto osservazione. La Tac non salva le vite, come ha detto fino allo scorso anno il prof. Veronesi, secondo il quale questo strumento diagnostico avrebbe salvato la vita di 8 pazienti su 10!! Ecco perché i test ematici microRna costituiscono un passo avanti nella prevenzione e nella diagnosi precoce. Non solo perché è un test non tossico ma soprattutto ci dà una misura precisa di più marcatori nel sangue, circa 24 micro Rna, frammenti di Rna che non sono dei veri e propri messaggeri, cioè non producono proteine, ma regolano la funzione produttiva delle proteine e tutti i meccanismi regolatori della crescita. Quindi sono una specie di interruttori biologici, accendono e spengono in maniera tale da mantenere un equilibrio dinamico di un sistema che è il sistema della vita cellulare. Sono dei regolatori.
Quindi con questo test diagnostico voi riuscite a prevedere con largo anticipo l’insorgenza del tumore al polmone
Vede, noi per anni siamo andati a cercare frammenti di Dna del tumore nel sangue. Ma pur avendo trovato cose interessanti con questo test, non siamo riusciti ad utilizzare questo test per fare diagnosi precoce. Il microRna è interessante perché non ci dà delle parti del tumore ma ci dice che c’è un’alterazione nel meccanismo di regolazione cellulare che è implicato nella crescita del tumore. Infatti alcuni di questi microRna non sono prodotti da cellule tumorali, ma sono probabilmente o verosimilmente prodotti dalle nostre cellule “normali” che però risultano alterate da influenze esterne come quella dell’esposizione al fumo sia attivo sia passivo. Con questo test si riesce a diagnosticare il tumore al polmone con due anni di anticipo rispetto alla Tac. Non solo ma secondo altre osservazioni che pubblicheremo a breve, abbiamo riscontrato che il test microRna è positivo anche in soggetti che sviluppano un tumore metastatico laddove la Tac risulta negativa e non rileva la presenza di alterazioni. Il test può migliorare anche i falsi negativi della Tac.
I microRna possono quindi determinare non solo la diagnosi precoce ma anche una eventuale cura?
Si, perché l’altro elemento sul quale stiamo investendo in termini di ricerca e sperimentazione, insieme a Gabriella Sozzi, biologa e responsabile del progetto di citogenetica dei biomarcatori molecolari nel polmone, è che questi microRna possano essere corretti. Riteniamo che in futuro si possa riequilibrare un sistema alterato che promuove la crescita tumorale usando degli inibitori selettivi. L’importanza di questo test è che apre delle prospettive future per la prevenzione e per la cura. Noi siamo convinti che lì ci possa essere la chiave per affrontare il problema di alcuni tumori cronici con una nuova strategia terapeutica.
Una speranza per tanti malati. Ma su cosa si fonda questa nuova strategia terapeutica?
Si fonda sul fatto che noi già sappiamo che alcuni di questi microRna possono essere modulati con dei farmaci. Nelle nostre sperimentazioni in laboratorio, in collaborazione con Carlo Croce professore alla Columbus University, padrino di questa importante scoperta dei microRna, noi già usiamo degli inibitori selettivi che antagonizzano i microRna elevati oppure sostituiscono quelli in quantità insufficienti. Riteniamo che queste conoscenze possano aiutarci a sintetizzare delle nuove sostanze antitumorali che si basano sul concetto del ripristino di un equilibrio biologico che è stato alterato, interrotto. Usando i due strumenti insieme, cioè la Tac spirale e l’esame del sangue per la ricerca dei microRna si può evitare di fare altri controlli nel 70/80% dei soggetti a rischio, cioè fumatori o ex fumatori. E’ quello che confermeremo con lo studio del BioMild: se il test del sangue su questi pazienti è negativo non ci sarà bisogno di sottoporli ad approfondimenti diagnostici, costosi oltre che potenzialmente dannosi. Basterà rivedere il paziente dopo un paio di anni. Durante il nostro studio abbiamo scoperto che quando usiamo insieme i due test Tac e microRna la sensibilità del test aumenta sensibilmente arrivando quasi al 98/99%. Questo significa che usandoli insieme nei soggetti a rischio tumore perché fumatori noi potremmo aumentare di molto anche la sensibilità del test, usando la Tac molto meno ma molto meglio.
Per il tumore al polmone, uno dei più “cattivi”, ritiene che queste nuove sperimentazioni possano portare ad una cura in tempi brevi?
Il tumore al polmone, in larga misura, è una malattia inventata dall’uomo. In primo luogo con il fumo delle sigarette poi anche con altre esposizioni ambientali a sostanze cancerogene che sul polmone trovano un terreno fertile. Quindi innanzitutto si può e si deve prevenire ancora prima che insorga modificando le abitudini ambientali e tra queste il fumo di sigaretta anche passivo. Tanto che negli ultimi 40 anni, nei paesi occidentali, c’è stata una drastica riduzione della mortalità dovuta al cancro al polmone dovuta alle campagne antifumo e alle legislazioni che hanno reso i locali pubblici “tobacco free”, cioè liberi dal tabacco. Noi dobbiamo cercare di arrivare ad una società libera dal tabacco perché sappiamo che il tumore al polmone è dovuto quasi esclusivamente al fumo di sigaretta anche quando non si è mai fumato ma lo si inala negli ambienti dove si fuma. Vede, non la strategia che può cambiare il destino di una paziente è una strategia che modifica il processo di cancerogenesi interrompendolo. Se con questo test e il suo sviluppo futuro sapremo quali sono i fumatori che hanno un rischio molto elevato su questi possiamo pensare di agire con delle sostanze che modificano questo rischio, che lo abbattono, che congelano lo sviluppo della malattia. E’ come cronicizzare il rischio e interrompere la fase finale del processo che è quello che porta un polmone con molte alterazioni, mutazioni, al cancro. Le nostre ricerche mirano a bloccare questa fase, che dura due o tre anni, con degli inibitori per impedire alle cellule tumorali di moltiplicarsi.
Il futuro è nei microRna?
La cosa affascinante dei microRna è che sono dei regolatori della crescita, degli interruttori biolgici, delle sostanze che accendono e spengono i meccanismi della crescita. Sopprimendo selettivamente la crescita di quelle cellule che sono per metà “impazzite”, ma non ancora in grado di produrre metastasi, o congelarle, anche senza eliminarle tutte, noi saremmo in grado di bloccare la fase finale della malattia. Per questo stiamo lavorando per trovare quei microRna specifici per il tumore. Lo stesso concetto della chemioterapia che sopprime tutte le cellule che si dividono indiscriminatamente e per questo ci sono effetti collaterali devastanti, perché danneggia anche tutti gli epiteli che sono in riproduzione. I nuovi farmaci antitumorali, biologici, intelligenti, saranno selettivi e colpiranno solo le cellule tumorali.
Le sperimentazioni e la ricerca costano: in tempi di spending review e di tagli alla spesa sanitaria riuscite ad andare avanti lo stesso?
Abbiamo patito molto per i primi anni di questa sperimentazione, ora abbiamo ottenuto finanziamenti adeguati per lo studio BioMild finanziato sia dall’Airc sia dal ministero della Salute. Per i prossimi tre anni siamo in grado di fare fronte alle spese per la ricerca e per condurre questo studio. E’ chiaro che abbiamo bisogno di altri fondi per sviluppare la parte terapeutica del test e quindi lo sviluppo di possibili molecole di utilizzo terapeutico. Il progetto BioMild in quanto studio di diagnostica e di screening è stato finanziato adeguatamente e sono molto soddisfatto anche per i giudizi internazionali lusinghieri con punteggi altissimi che ci hanno consentito di accedere ai finanziamenti. Quest’anno l’Airc ha fatto un grande bando usando il 5 per 100 dell’associazione finanziando progetti dei biomarcatori e noi dell’Istituto nazionale dei tumori abbiamo vinto un progetto a largo spettro che riguarda l’applicazione dei microRna in tutti i tumori e non solo quello del polmone.
Anche il progetto del prof Veronesi il Cosmos2 va in questa direzione?
Si, e sono contento che la Fondazione Veronesi ora abbia deciso di percorrere questa strada perché è una conferma che la nostra strategia era corretta. (fdj)