'La politica vive lontano dalla realtà'

Il presidente di Confindustria al Forum delle Pmi s

"La crisi economica continua ad essere molto grave. Dal 2007 il Pil italiano ha gia' perso il 7%. Peggio di noi hanno fatto solo Irlanda e Grecia". Lo ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi concludendo a Prato il XIII Forum della Piccola Industria. Squinzi ha ricordato come il Pil italiano per abitante e' tornato ai livelli del 1998. E poi ha citato altri dati. La produzione industriale e' calata del 22% in tanti settori del 30-40%; piu' di mezzo milione di persone ha perso il lavoro; migliaia di imprese hanno chiuso. "E non e' finita -ha commentato Squinzi- piu' la crisi e' lunga e profonda, piu' serve tempo per risalire la china perche' i danni al tessuto produttivo e sociale diventano struttuali e permanenti".

Negli ultimi decenni ci siamo comportati da cicale La situazione dell'Italia e' "un po' piu' complicata", perche' negli ultimi decenni "ci siamo comportati da cicale abbandonando la politica delle formiche". A dirlo e' il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo a Napoli al convegno 'Competere per crescere'. "Se stringiamo il fuoco sul nostro Paese - spiega Squinzi - la nostra situazione e' un po' piu' complicata per i problemi che abbiamo accumulato negli ultimi decenni, quando ci siamo comportati da cicale, abbandonando la politica delle formiche, che ci aveva permesso nel primo dopoguerra di salire da nazione agricola a maggiore potenza industriale".

Assenza e sonno della politica generano mostri
"La politica italiana sembra vivere lontana dalla realta'. Non e' che i politici non sappiano cosa sta succedendo. Lo sanno benissimo". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo al XIII Forum delle Pmi. "Ma si comportano come se le condizioni del Paese non fossero drammatiche e come se fosse stato smarrito il senso dell'emergenza e dell'urgenza". "La politica, la buona politica, e' fondamentale per guidare il Paese", mentre "l'assenza e il sonno della politica generano mostri che ci portano alla deriva, in Europa e in Italia". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, parlando al Forum della Piccola Industria, a Prato. Da qui il richiamo alla politica a "svolgere appieno il suo ruolo guida" per dimostrare che c'e' un Paese "piu' forte, piu' solido, piu' vitale, piu' operoso, piu' aperto e piu' disponibile a mettersi in gioco di quanto noi stessi italiani, cosi' bravi ad autoflagellarci, descriviamo. Noi - assicura il presidente degli industriali - ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo".

Pericolo spread resta alto
"Lo spread e' sceso dai massimi del novembre scorso. E cio' ha diffuso sollievo e una sorta di assuefazione. Ma il pericolo resta alto, bisogna assolutamente abbassarlo per ridare fiato ai conti delle imprese e delle famiglie". L'abbassamento dello spread consentira' "di rimettere in circolo denaro in linea con i tassi praticati dalla Bce e dai sistemi creditizi dei paesi nostri concorrenti".

Stati Uniti d’Europa unico futuro possibile
Creare una Banca centrale "con veri poteri di banca centrale", mettere in comune le politiche di welfare, fiscali, infrastrutturali ed energetiche. Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sono questi i cinque punti da mettere in pratica per dare un futuro all'Europa. Squinzi si dice un "europeista convinto" e per il futuro crede che "non si possa non andare nella direzione degli Stati Uniti d'Europa". Per dare una base solida all'Euro, spiega, "dobbiamo attuare almeno cinque punti. Innanzitutto la creazione di una Banca centrale europea con veri poteri di banca centrale. Poi dobbiamo mettere in comune la politiche di welfare, poi le politiche di fisco. Sappiamo tutti - sottolinea - che il carico fiscale sulle nostre imprese e' di almeno 20 punti superiore rispetto a quello di altre nazioni europee come Francia e Germania. Poi mettere in comune le politiche infrastrutturali e dobbiamo, come ultimo punto, condividere una politica energetica per tutta l'Europa". Se si riesce a "mettere in comune questi cinque punti - conclude - l'Europa avra' un futuro".