La "degenerazione dello stato delle carceri in Italia", denunciata dal Presidente della Repubblica Napolitano, ha i suoi numeri: 66 mila detenuti in 45 mila posti disponibili.
"Il governo ha la ferma volontà di affrontare il contrasto alla tensione detentiva e il recupero dell'idea del carcere come extrema ratio", afferma il ministro della Giustizia Paola Severino, citando il primo passo già compiuto dall'esecutivo, nel dicembre dello scorso anno, con il decreto "salva-carceri". Da più parti criticato per il timore che svuotasse le prigioni, il provvedimento ha di fatto messo ai domiciliari 312 detenuti.
"La realizzazione di validi percorsi rieducativi presuppone la valorizzazione di quelle misure che, ferme restando le esigenze di tutela dei cittadini, possano consentire strade diverse dalla detenzione in carcere", spiega il ministro Severino.
Poi c'è il problema della recidiva, che l'Europa vuole combattere. Il ragionamento del Guardasigilli prosegue sottolineando come un carcere più "aperto al lavoro e ad attività di recupero" incida sul tasso di recidiva, che è del "68,5% per chi resta tutto il tempo in prigione e del 19% per chi invece sconta la condanna con misure alternative alla detenzione", precisa Severino.
"La tendenza a ripetere atti criminosi rappresenta un costo per la società, sia sotto il profilo della sicurezza, sia di quello economico", sottolinea il ministro, che fornisce un dato significativo: "La diminuzione di un solo pun- to percentuale della recidiva corriponde a un risparmio di circa 51 milioni di euro all'anno, a livello nazionale".
Francia e Gran Bretagna hanno già intrapreso la strada delle misure alternative, anche se, evidenzia Severino, in questi due Paesi "quasi il 75% delle condanne sono scontate all'esterno, mentre in Italia l'82% delle esecuzioni delle condanne avviene in carcere". Il cammino è segnato.
La Francia sta accelerando. Il ministro della Giustizia Christiane Taubira con una circolare ha sollecitato i Procuratori il ricorso a pene alternative.
Il governo Monti, da parte sua, ha elaborato alcuni atti da proporre in Parlamento, come il ddl sulla depenalizzazione di alcuni reati, sulle pene alternative alla galera, sul lavoro in carcere e il rifinanziamento della legge Smuraglia, del 2000, che prevede incentivi fiscali (516 euro a persona) e contributivi (sconti dell'80%) per imprese e cooperative che assumono detenuti. Ma alle Camere c'è uno stallo e la campagna elettorale frena. Da qui il recente monito del Capo dello Stato.