Emergenza carceri


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Lega: non è primo problema Paese

Intervista a Nicola Molteni, membro commissione Giustizia alla Camera

di Emanuela Gialli
(e.gialli@rai.it)

Rispetto al richiamo del Presidente della Repubblica Napolitano a considerare anche l’ipotesi di misure di clemenza sembra si stia delineando un compattamento tra quasi tutte le forze politiche, che affermano di essere contrarie a un indulto o all’amnistia ora, subito, in questo contesto. Ancora di più lo è la Lega Nord. A questo punto che cosa si deve fare secondo lei, onorevole Molteni?
Innanzitutto direi che soprattutto la Lega Nord è contraria a indulto e amnistia o a qualunque atto di clemenza, e dunque di impunità, nei confronti di coloro i quali hanno commesso reati. Siamo stati contrari all’indulto nel 2006, voluto dal governo Prodi e sostenuto da tutte le forze politiche, e lo siamo tuttora. Per noi è una proposta in tal senso è totalmente irricevibile. Crediamo sia veramente un atto contrario rispetto a quelli che invece meritano attenzione che sono le vittime dei reati ed è un atto contro il principio dell’effettività e della certezza della pena.

Mi lasci dire onorevole Molteni che questa volta anche le altre forze politiche sembrano essere con voi nel non considerare opportuno un provvedimento di clemenza, sia pure non essendo, come invece siete voi, ideologicamente contrarie.
Comunque, se dovesse arrivare in Parlamento una qualunque ipotesi di amnistia o indulto la Lega farà una opposizione durissima per impedire che venga approvata questa norma. Ma lei mi ha chiesto cosa si deve fare ora. Per noi quello del sovraffollamento delle carceri, fermo restando la dignità dell’essere umano, che va tutelata anche rispetto a coloro i quali vivono in una condizione di limitazione della propria libertà personale, non è il primo problema del Paese. E’ una necessità, ma ci sono ben altre priorità rispetto a questa.

Comunque, la Lega come affronterebbe questo problema?
In due modi: costruendo nuove carceri. Il ministro Alfano nel governo Berlusconi aveva stanziato 600 milioni di euro per il cosiddetto ‘piano carceri’, per costruire nuovi edifici e per implementare nuovi padiglioni. Proprio pochi giorni fa il ministro Severino ha annunciato che, a seguito del piano carceri varato da Alfano per 600 milioni di euro, si starebbero ricavando 11 mila posti all’interno delle carceri. Questo è il modo per affrontare il problema, attraverso una seria azione di edilizia carceraria. L’altro problema è l’elevata presenza di stranieri nelle carceri italiani, in media pari al 40% del totale, in alcuni istituti di pena del Nord si arriva al 70-80%. In questo caso si deve far scontare la pena nel Paese di origine, tramite accordi con gli Stati di cui i detenuti sono cittadini.