di Emanuela Gialli
(e.gialli@rai.it)
Senatore Casson, certamente in questi ultimi giorni, forse anche perché provocato, il dibattito, dalla vicenda Sallusti, si è riaccesa la disputa su amnistia e indulto. La posizione del Pd al riguardo qual è?
Il Pd è contrario a un provvedimento di amnistia o indulto sic et simpliciter. Sono mesi, anzi anni, che stiamo cercando di affrontare in maniera seria il problema delle carceri. Tante prigioni sono in situazioni veramente vergognose, disastrose, quindi bisogna intervenire in questo settore sotto tutti i punti di vista. Abbiamo visto che con l’ultimo provvedimento di indulto all’epoca del governo Prodi i problemi non si sono affatto risolti. Nel senso che per alcuni mesi la situazione sembrava migliorata per poi manifestarsi di nuovo come prima o forse peggio di prima. Ecco perché dico che occorre innanzitutto intervenire su tutti i settori che riguardano il mondo carcerario.
Comunque il Capo dello Stato ha invocato misure di clemenza. Lei pensa che si riferisse proprio all’amnistia e all’indulto che il Parlamento dovrebbe varare?
Innanzitutto appunto la competenza è del Parlamento, con una maggioranza qualificata, che deve essere molto ampia, e mi pare che in questo momento non ci sia una maggioranza di questo tipo. In secondo luogo, non è che il Pd escluda pregiudizialmente o preventivamente la concessione di amnistia o indulto. Noi stiamo dicendo che bisogna in primo luogo intervenire nel settore della giustizia, e quindi anche sulle carceri, in maniera completa e decisa. Ad esempio, bisogna riformare la questione della misura di custodia cautelare in carcere. Ci sono già delle proposte nostre come Partito democratico per rafforzare le misure alternative al carcere. Ci sono delle leggi criminogene, come la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi che creano più danni dei miglioramenti che vorrebbero apportare e che andrebbero abrogate nelle parti negative per il settore carcerario. Se non si agisce su questi fronti contemporaneamente, si arriverà a un provvedimento ‘tampone’ che avrà effetti molto limitati. Interveniamo invece sul codice di procedura penale e su quello penale, depenalizzando e mantenendo la custodia cautelare in carcere solo per i casi di allarme sociale, e interveniamo sulle strutture e sul personale. Una volta che si è lavorato assieme su queste misure si potrà anche arrivare a una situazione di apertura per quanto riguarda soprattutto l’indulto, più che l’amnistia.
Il Capo dello Stato ha anche avviato la discussione sulle pene alternative al carcere.
Penso che sia necessaria. Il Partito democratico ne sta parlando da alcuni anni ed ha già presentato proposte e disegni di legge specifici in materia, proprio per favorire le misure alternative al carcere. In realtà, non ci vogliono tempi tanti lunghi. I provvedimenti in Parlamento esistono, i meccanismi si conoscono bene, ma serve una volontà politica. Fino ad ora, e soprattutto con i passati governi di centrodestra, non c’è stata alcuna intenzione di arrivare a questo tipo di riforme.
Quindi nel breve tempo a quale risultato si potrebbe arrivare, realisticamente parlando, secondo lei, senatore Casson?
E’ un po’ difficile dirlo ora, perché questo governo va ormai verso la conclusione e i mesi anche di lavoro sono molto limitati. D’altronde, dobbiamo prendere atto che c’è una forza del centrodestra, come la Lega, che è contraria a qualsiasi forma di intervento di questo tipo. E invece, ripeto, bisognerebbe avere una volontà politica piuttosto ampia per intervenire nel settore della giustizia in modo rapido. Io ho l’impressione che bisognerà arrivare a una maggioranza nuova.