Da Enel a Eni, progetti fermi da anni


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Le Regioni e la palude delle autorizzazioni

La media e' di dieci anni, ma in alcuni casi per realizzare una centrale, un rigassificatore o un pozzo esplorativo ce ne vogliono anche di piu'. Una prassi che la riforma del titolo V della Costituzione potrebbe ora scardinare p

La media e' di dieci anni, ma in alcuni casi per realizzare una centrale, un rigassificatore o un pozzo esplorativo ce ne vogliono anche di piu'. Tutta colpa degli iter autorizzativi e degli enti locali, Regioni in primis, che molto spesso si mettono di traverso, osteggiando con motivazioni soprattutto ambientali, progetti a volte gia' approvati. Una prassi che la riforma del titolo V della Costituzione potrebbe ora scardinare.

Il caso piu' eclatante e' probabilmente quello del rigassificatore di Brindisi. Dopo 11 di braccio di ferro con gli enti locali pugliesi, British gas ha annunciato a marzo dello scorso anno l'abbandono dell'investimento. Di progetti fermi ce ne sono pero' anche molti altri, soprattutto di aziende italiane.

Enel
Mercure: per la rinconversione a biomasse della centrale nei pressi del parco del Pollino l'iter autorizzativo e' bloccato da 10 anni. Finora il gruppo ha speso 60 milioni di euro.

Porto Tolle: la centrale a olio combustibile veneta deve essere riconvertita a carbone pulito. L'iter autorizzativo e' bloccato da 7 anni e solo ultimamente sembra aver avuto una svolta a favore della realizzazione.

Porto Empedocle: per il rigassificatore siciliano l'Enel ha stanziato 800 milioni di investimento. L'iter autorizzativo e' stato sbloccato solo dopo 7 anni.

Civitavecchia: per la centrale a carbone pulito da 2 miliardi di investimento sono stati necessari 5 anni e mezzo prima che il decreto 'sblocca centrali' del dicembre 2003 autorizzasse l'impianto.

Rossano Calabro: altro impianto a olio da trasformare a carbone, sconta 4 anni di richiesta della via mai arrivata per opposizione della Regione Calabria.

Edison
Rigassificatore di Rovigo: l'impianto e' in funzione dal 2008, ma dalla data di presentazione della domanda ci sono voluti 10 anni per arrivare all'inaugurazione.

Eni
Esplorazioni in Basilicata: la Regione ha rifiutato i permessi di ricerca presentata dal cane a sei zampe in una delle zone a piu' alta concentrazione di idrocarburi d'Italia.

Alto Adriatico: anche nella zona di Chioggia, Venezia e del Polesine, il gruppo si e' visto rifiutare per anni l'autorizzazione per l'estrazione di metano. Il timore e' di un collasso del fondale.

Ragusa: sindaci, governo regionale siciliano e Greenpeace sono unite per fermare le trivelle di Eni mediterranea idrocarburi nel canale di Sicilia.