Forte sfiducia sulla capacita' della politica di indicare percorsi di uscita dalla crisi. Questo e' quanto emerge dall'indagine della fondazione R.ete Imprese Italia, realizzata su un campione di 2.500 imprese fino a 49 addetti. L'indagine e' stata presentata durante la tavola rotonda 'Quali discontinuita' possono salvarci' svoltasi a Roma.
Il 47,9% degli imprenditori riconduce il perdurare del disagio economico proprio alla mancanza di soggetti politici in grado di trovare soluzioni efficaci. Tuttavia le pmi resistono tenacemente alla lunga congiuntura negativa. Il 69,9% degli intervistati dichiara infatti che nei prossimi 12 mesi difendera' in ogni modo cio' che ha costruito.
La difesa del valore aziendale passa anche atteaverso la salvaguardia del capitale umano, che e' vero e proprio patrimonio dell'impresa diffusa. Il 39% delle imprese dichiara di non aver avuto problemi occupazionali. Tra quanti scontano questa difficolta', oltre il 60% del totale, piu' della meta' (33,9%) ha deciso di mantenere per intero l'organico.
Allargare il proprio raggio di azione rappresenta la strategia piu' diffusa per affrontare la crisi. Il 37,8% delle imprese ha un'operativita' che va oltre la dimensione locale, mentre il 19,3% si misura anche con l'estero.
Dall'indagine di R.ete. Imprese emerge inoltre che il 36,4% delle pmi, nonostante la crisi, ha investito in innovazione. Il 77,2% concorda sulla necessita' di un sistema fiscale meno impediente ma le lamentele degli imprenditori coinvolgono anche gli ambiti della semplificazione e della certezza normativa.
Spiragli di incertezza si rilevano invece nella vita dopo il lavoro: il 22,6% sostiene che nonostante i contributi versati sara' impossibile beneficiare d'una pensione adeguata. Il 56,3% degli imprenditori e' convinto che l'unica soluzione che potra' garantire una vecchiaia serena consiste nel continuare a lavorare. Secondo Giuseppe De Rita, presidente della fondazione R.ete. Imprese Italia, "la politica deve farsi carico di valorizzare il patrimonio sociale e produttivo delle imprese. Perche' le imprese non vogliono solo resistere al disagio, ma anche riprendere a crescere in termini di competenze e capacita' produttiva".