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Crolla il potere d’acquisto delle famiglie

Nel secondo trimestre del 2012 calo del 4,1% m

Tenuto conto dell'inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel secondo trimestre del 2012 si è ridotto dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre 2011, calo più forte (in quest'ultimo caso) dall'inizio della serie storica (1999). Lo comunica l'Istat.

Nei primi sei mesi del 2012 il potere d'acquisto ha registrato una caduta del 3,5% su base annua. Nel secondo trimestre 2012 la propensione al risparmio delle famiglie, al netto della stagionalità, è stata pari all'8,1%, con un calo di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,5 punti su base annua. Nel secondo trimestre 2012 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è diminuito dell'1% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% rispetto al secondo trimestre 2011.

Il tasso di investimento delle famiglie è stato pari al 6,8%, risultando invariato rispetto al trimestre precedente e in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2011. La quota di profitto delle società non finanziarie è scesa al 38,5%, con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2,1 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Il tasso di investimento della societa' non finanziarie, pari al 21%, è risultato inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2011.