Il Consiglio di Stato boccia il testo


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Stop a decreto su Imu Chiesa, Grilli: 'Paghino tutti'

Secondo Palazzo Spada in molte parti 'esula' dalle competenze del Tesoro e utilizza criteri troppo eterogenei. Il ministro reagisce alla bocciatura i

Il Consiglio di Stato boccia il decreto del Tesoro per l'applicazione dell'Imu sugli enti non commerciali, e quindi anche sulla Chiesa. Il decreto, secondo Palazzo Spada, in molte parti ''esula'' dalle competenze che erano state affidate dalla legge.

Ma il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, nel commentare la bocciatura del Consiglio di Stato, afferma che l'obiettivo del governo resta quello di "assoggettare tutti i soggetti" all'Imu.

Il ministero dell'Economia, con il decreto sull'Imu per la Chiesa, è praticamente andato oltre i poteri regolamentari che gli erano conferiti espressamente dalla legge. Questa in sintesi la critica del Consiglio di Stato nel parere ufficiale reso noto oggi dopo qualche anticipazione di stampa dei giorni scorsi. Ora il Tesoro dovrà rispondere entro fine anno dal momento che la legge prevede il via alla applicazione dell'imposta dal 1/o gennaio 2013. "Trattandosi di un decreto ministeriale – si legge nel parere - il potere regolamentare deve essere espressamente conferito dalla legge e, di conseguenza, il contenuto del regolamento deve essere limitato a quanto demandato".

Deve invece "essere rilevato – fa notare il Consiglio di Stato - che parte dello schema in esame è diretta a definire i requisiti, generali e di settore, per qualificare le diverse attività come svolte con modalità non commerciali. Tale aspetto esula - si sottolinea nel parere - dalla definizione degli elementi rilevanti ai fini dell'individuazione del rapporto proporzionale in caso di utilizzazione dell'immobile mista 'c.d. indistinta' e mira a delimitare, o comunque a dare una interpretazione, in ordine al carattere non commerciale di determinate attività".

Il Consiglio di Stato non solo critica il fatto che il ministero abbia "esulato" dalle proprie competenze regolamentari ma anche l' "eterogeneità" dei criteri utilizzati per le convenzioni con lo Stato per le attività erogate dalle onlus in campo sanitario, culturale o sportivo.