L'intervista


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'Lo Stato è in flagranza di reato'

Marco Pannella: 'Riforma? Quella vera l'amnistia' pannella_296

di Emanuela Gialli
(e.gialli@rai.it)

I radicali da sempre sono a favore dei provvedimenti di clemenza. Nel 2006 c’è stato l’indulto, che però in pratica non è che abbia risolto il problema. Ora sostenete l’amnistia. Siete convinti che questa sia la soluzione più giusta per il problema del sovraffollamento nelle carceri?
Evidentemente sì, perché altrimenti non lotteremmo, come lottiamo, ormai da anni.

Perché questa soluzione e non altre di tipo strutturale, alle quali fanno riferimento tutte le altre forze politiche?
Perché non tutte, per fortuna, ma quasi tutte, non vogliono capire nulla. Nel senso che l’unica riforma strutturale è l’amnistia. Perché l’amnistia, tra le altre cose, il primo effetto che fa è di riuscire a liberare i magistrati e la giustizia italiana. Ci fa uscire dalla flagranza criminale in cui si trova lo Stato italiano. Ci sono cinque milioni e mezzo di procedimenti in corso e che non aumentano, per assurdo, perché c’è quella vergogna delle oltre 200 mila prescrizioni l’anno. Mentre nell’amnistia, si sappia, la vittima, la parte civile, fino all’ultimo momento può intervenire rispetto al dossier e alla possibilità di applicare l’amnistia. Questa è l’unica riforma del settore e per questo hanno paura di volerla. La partitocrazia è in termini tecnici, non morali, lo ripetiamo da 35 anni. E’ un insieme, sul piano tecnico, di associazioni per delinquere, che vivono a prescindere da qualsiasi illegalità, per continuare a dominare in modo antidemocratico il popolo italiano. L’amnistia è l’unica soluzione strutturale che immediatamente sarebbe riconosciuta dalla giurisdizione europea e dalla Corte di Cassazione italiana come una soluzione per uscire dalla flagranza criminale in cui siamo e rimettere in moto immediatamente l’amministrazione della giustizia.

Perché sappiamo, e magari lo ricordiamo anche, che l’amnistia cancella il reato, l’indulto la pena. Quindi se venisse applicata l’amnistia, secondo il suo ragionamento, i magistrati verrebbero alleggeriti nel loro carico di lavoro e in questo modo potrebbero prestare maggiore attenzione ai detenuti che sono in carcere e che aspettano di essere giudicati. E’ così?
Questo è un ragionamento che possiamo condividere ma è un po’ troppo complicato. Noi teniamo un altro problema: tutti, anche il Presidente della Repubblica, riconoscono che lo Stato italiano sono in flagranza di reato, non per il carcere, ma per la non-ragionevole durata dei processi. Allora, una amnistia oggi intanto può ridurre i procedimenti in corso della metà, calcolando i reati meno gravi, che sono i più numerosi, passando così da oltre 5 milioni a 2,5 milioni di cause penali. E resterebbero i soldi che attualmente vengono impiegati per i 5 milioni di procedimenti pendenti. E sarebbe un aiuto per tutti i magistrati che non riescono a far andare avanti questi processi, se non fino alla prescrizione. Questa è una cosa così chiara, come il sole accecante.

Voi siete certi che una buona fetta dell’opinione pubblica vi segue, considerata la convinzione che mettete nel sostenere questa scelta. In effetti però in questo periodo proporre un’amnistia potrebbe essere un passo falso, dal punto di vista politico. Non crede Pannella sia così o interpreto male?
Ma se lei pensa che la partitocrazia ha paura ancora una volta a far sentire al popolo italiano le nostre posizioni e ragioni! Perché? Perché la gente non è cretina, perché la gente ci ha capito quando tutta la politica italiana da 100 anni diceva che nello Stato vaticano, democristiano e comunista, non si poteva fare il divorzio, l’obiezione di coscienza, il servizio militare volontario e non obbligatorio, non si poteva eliminare il flagello di 1 milione e 200 mila aborti clandestini l’anno. Quindi, ritornando al nostro discorso, se c’è l’amnistia almeno un terzo del folle bilancio dell’amministrazione della Giustizia immediatamente si libera per poterlo rovesciare nella Banca d’Italia che ci dice che la lentezza dei processi vale l’1% del valore del Pil. Tutto questo la gente l’ha capito. Quando si dice che la gente c’ha paura dell’amnistia, ma di quale gente si sta parlando? Mamma mia i ladri! Ma i ladri sono i ladri di Stato, ladri di verità, di legalità. La gente, quando c’è stato da votare il referendum sulla giustizia dopo il caso Tortora, per l’80% ha risposto a noi contro tutti gli altri partiti. La gente capisce, capisce questa democrazia corrotta che continua a edificare la propria distruzione.

All’intervento del Capo dello Stato Napolitano nel quale invoca in qualche modo l’adozione di misure di clemenza, nel quadro di un sistema di pene alternative, quale valore ed efficacia Pannella e i radicali attribuiscono?
Personalmente so che Giorgio Napolitano, quando era presidente della Camera, è venuto a Natale insieme a Cossiga in piazza a marciare con gli obiettivi, cito, amnistia, indulto, diritto e giustizia. Da allora l’Europa ci ha condannato almeno 18 volte per violazione dei diritti umani. Siamo uno Stato criminale. Quando allora gli dissero: ‘Ma il Paese non è maturo per l’amnistia’, Napolitano, da presidente della Camera, rispose: ‘E’ un problema di volontà politica. E’ una cosa così giusta, così chiara’. L’amnistia ridurrebbe automaticamente il numero dei processi. Ma questo non si vuole e questo è tipico di un Paese nel quale le tradizioni totalitarie, comuniste, fasciste, rosse o bianche, e le altre che sono state santificate con il nome di antifascismo, anche quelli che lottavano per il fascismo rosso che stava distruggendo mezzo pianeta. Così ci troviamo in questa situazione nella quale si trova il povero Pd. E sono soprattutto i degasperiani finiti nel Pd che oggi possono comprenderci, come ci comprende la base del Paese. Quindi la ringrazio per questa occasione che mi ha dato.