Il Tribunale vaticano presieduto da Giuseppe Dalla Torre ha condannato l'ex maggiordomo del Papa Paolo Gabriele a un anno e sei mesi di reclusione. La pena di tre anni comminata dal tribunale, infatti, e' stata ridotta, secondo quanto ha detto Dalla Torre, in base a diverse attenuanti.
Nella riduzione della pena stabilita dal Tribunale vaticano sono stati considerati gli anni di servizio di Gabriele precedenti a quelli cui si riferiscono i fatti contestati, le motivazioni ''seppure erronee, che lo hanno spinto ad agire per il bene della Chiesa e del Papa, l'ammissione di aver danneggiato il Santo Padre''.
Ecco le tappe principali della vicenda: - agosto 2011: il caso finisce all'attenzione delle cronache con una serie di notizie relative a documenti riservati della Santa Sede. Successivamente viene istituita una commissione d'inchiesta composta da tre cardinali (Julia'n Herranz, Salvatore De Giorgi e Josef Tomko).
- 23 maggio 2012: Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo del Papa viene fermato dopo che nella sua abitazione sono state trovate delle copie di documenti provenienti dall'appartamento papale, un assegno intestato a Benedetto XVI, una pepita che era stata donata al Papa e una cinquecentina dell'Eneide tradotta da Annibal Caro del valore di circa mille euro. L'accusa e' di furto aggravato.
- 21 luglio 2012: Dopo quasi due mesi trascorsi nella piccola cella che si trova nella sede della Gendarmeria, Gabriele ottiene i domiciliari nel suo appartamento. L'ex maggiordomo ha sempre sostenuto di avere agito da solo. Al processo Paolo Gabriele sara' difeso solo da uno dei due avvocati che avevano iniziato a seguire il caso.
- 29 settembre 2012: al via il processo: si apre il dibattimento, Gabriele e' difeso dall'avvocato Cristiana Arru. L'altro avvocato, Carlo Fusco, amico personale dell'ex maggiordomo papale, abbandona la difesa per divergenze sulle strategie da seguire in vista del processo.