Sogni di ragazzi in quest'Italia triste

In sala 'Un giorno speciale' di Francesca Comencini

di Sandro Calice

UN GIORNO SPECIALE

di Francesca Comencini, Italia 2012 (Lucky Red)
con Filippo Scicchitano, Giulia Valentini
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Il film di Francesca Comencini (“Pianoforte”, “Lo spazio bianco”) è uno di quei casi in cui il contenuto mette in secondo piano il valore dell’opera, e in qualche modo lo amplifica.

Periferia di Roma. Per Gina e Marco è un giorno importante. Lei, spinta, quasi costretta, vestita e truccata dalla madre, deve andare a incontrare l’onorevole Balestra, un politico influente che potrebbe aiutarla nel suo sogno di diventare attrice. Sia lei che – soprattutto – la madre sanno cosa potrebbe costare quell’aiuto. Lui è l’autista mandato a prenderla, che ha ottenuto quel lavoro grazie ai favori che in tanti anni di sacrificio sua madre ha fatto a un prete. Balestra però ha degli impegni improvvisi, e rinvia di ora in ora l’appuntamento. Tempo che i due ragazzi usano per annusarsi, studiarsi, conoscersi, parlarsi, forse anche innamorarsi. In un lungo giorno speciale durante il quale passano dalla periferia al centro della città, due mondi opposti, entrambi squallidi e affascinanti al tempo stesso. Quando Balestra chiama, Gina e Marco sono cambiati, vedremo quanto.

“Un giorno speciale”, tratto dal romanzo “Il cielo con un dito” di Claudio Bigagli, come si capisce nasce dalle squallide cronache sul cosiddetto bunga-bunga, dalle ragazze che non capiscono, come dice la regista (che è anche animatrice del movimento “Se non ora quando”), che “quella che sembra una libertà di utilizzo del corpo femminile è in realtà una parodia della libertà”. Un film che punta il dito contro quel potere che di queste ragazze approfitta, “ed è una cosa – sottolinea Comencini - che non riguarda solo il Palazzo, ma anche la questione del potere maschile in generale. In qualsiasi ambito: cinema compreso”. Ai margini di questo potere, sempre in attesa di qualche chiamata, ci sono i giovani precari, senza lavoro e senza futuro, con sogni effimeri e ambizioni soffocate, con famiglie incapaci di aiutarli quando non proprio “complici” di quel potere, che però dimostrano anche di essere capaci di vivere e pensare diversamente, in modo più sano, finché la realtà non li schiaffeggia. Tema, dicevamo, importante, che non va lasciato solo alle cronache e che il cinema fa bene ad indagare, dice sempre la regista. Ma questo film, ben recitato dai due giovani protagonisti, vive quasi esclusivamente della forza dell’universo reale e urticante al quale rimanda, e di poco altro.



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