di Mauro Caputi
La Juve scatta (4-1 sulla Roma nell’anticipo, ma gara chiusa dopo nemmeno 20’ con un tris) e il Napoli risponde nella difficile trasferta di ‘Marassi’. Due capoliste a 16 punti, poi un vuoto di quattro lunghezze per trovare la Lazio. Sicuramente i partenopei sul terreno della Sampdoria (alla prima sconfitta stagionale) hanno avuto vita molto meno facile della Juventus contro la Roma. I blucerchiati hanno risposto colpo su colpo, concedendo poco o niente agli ospiti che si sono affidati ai lampi di Hamsik e alla genialità di Cavani. Primo tempo combattuto, avaro di occasioni e ricco di tensione. Ne fa le spese Mazzarri, allontanato dalla panchina per qualche parola di troppo all’indirizzo delle decisioni arbitrali al 37’. Ripresa dello stesso tenore, nessuna occasione nitida per le due contendenti, poi un guizzo di Hamsik cambia la partita: lo slovacco affonda da solo nella difesa doriana e Gastaldello (già ammonito) lo stende proprio all’ingresso in area. Rosso al difensore e rigore che Cavani trasforma al 67’. La gara cambia ritmo, con il Napoli che prova a sfruttare il contropiede e la Samp volitiva, pur con l’uomo in meno. Il risultato non cambia e i partenopei, pur non riuscendo a mettere il sigillo, non corrono rischi. E’ un 1-0 importante che vale il primato in coabitazione.Dopo due sconfitte rialza la testa la Lazio, che supera 2-1 all’Olimpico un Siena abbastanza svagato in difesa. L’inerzia della partita comincia a girare per i biancocelesti intorno al 16’: Marchetti è prodigioso sul tocco a botta sicura di Calaiò e un paio di minuti dopo la zuccata di emerso su corner sorprende la difesa toscana. Da qui gara in discesa per i capitolini, nonostante una topica dell’arbitro Russo che valuta a favore del portiere un contrasto fuori area fra Pegolo e Mauri lanciato a rete (addirittura giallo per il laziale). Ma al 37’, Pegolo, messo in difficoltà da un retropassaggio, stende Klose e procura il rigore che Ledesma trasforma. Lazio in controllo per tutta la ripresa, c’è solo spazio per qualche secondo di thrilling perché al 91’ Paci fa centro sugli sviluppi di un corner.
La Lazio è terza e ad afferrarle la mano, a quota 12 punti, è l’Inter di Stramaccioni che, zitta zitta, resta in scia delle due capoclassifica Juve e Napoli. I nerazzurri, nel posticipo domenicale, vincono e convincono, battendo 2-1 la brillante Fiorentina di questo avvio di campionato. Un risultato che regala ottime nuove ai nerazzurri capaci finalmente di sfatare il tabù-San Siro, prato dove finora avevano raccolto solo dolori. La partita prometteva spettacolo e spettacolo è stato, soprattutto nel primo tempo, un’autentica ‘full immersion’ di emozioni e occasioni. Si comincia con il netto fallo di mano di Gonzalo Rodriguez (su cross di Zanetti) che provoca al 17’ il rigore trasformato da Milito, si prosegue (appena 60” dopo) con la bomba di destro sempre del ‘Principe’ che si stampa clamorosamente sulla traversa. Viola in affanno come mai si era visto in queste prime giornate e colpiti di nuovo al 34’ da Cassano (quarta rete), implacabile in area (piatto destro a spiazzare Viviano) dopo una palla filtrante di Nagatomo e un gran ‘velo’ di Cambiasso. Il match sembra tutto in discesa, un Milito onnipresente ma stavolta sprecone si beve due nitide palle-gol, poi ecco improvvisa la sbandata: servito da Pizarro, Romulo tutto solo accorcia di testa (40’). E Ljajic, a ruota, potrebbe addirittura pareggiare. Ma la speranze di rimonta dei viola subiscono un duro colpo al 62’, con un ingenuo Rodriguez che si fa ammonire per la seconda volta e viene espulso da Giannoccaro. In dieci contro undici, per la squadra di Montella la questione si fa troppo complicata. Un prodigioso Viviano nega due volte il tris a Milito, l’Inter non riesce a chiudere la gara ma non rischierà nemmeno più nulla. Missione dunque compiuta: San Siro è stato ‘riconquistato’.
A Bergamo vince un Torino molto concreto, con l’Atalanta punita eccessivamente nel punteggio, 1-5, e sciupona nel primo tempo. Nerazzurri spigliati in avvio, ma Denis non concretizza buone opportunità. La traversa ferma un tiro di Cigarini, poi, al 28’, Denis riceve da Cazzola libero in area e fa centro. I granata si fanno avanti, impegnano Consigli, poi ottengono il rigore (mani netto di Manfredini) che porta al pari di Bianchi dal dischetto (38’). Prima dell’intervallo altra traversa nerazzurra, a firma Denis. Ripresa da tragedia greca per l’Atalanta. Un quarto d’ora di schermaglie, quindi segnano Gazzi su corner (bella girata aerea al 62’), Stevanovic su assist di Cerci (66’), D’Ambrosio di testa (73’) e ancora Bianchi con un tiro a fil di traversa (76’). In mezzo alla grandinata, l’Atalanta fa in tempo a divorarsi una clamorosa occasione con De Luca. Squadra di Ventura sicuramente concentrata e concreta, Atalanta da rivedere.
Catania apprezzabile ma distratto, Bologna cinico. Così i felsinei s’impongono 4-0 nella sfida al Dall’Ara contro gli etnei. Castro si fa apprezzare ma non trova lo spiraglio. Dall’altra parte Guarente, appostato al limite dell’area al 19’, raccogliendo una corta respinta spara il diagonale su cui Andujar non può fare nulla. La reazione degli ospiti e affidata a qualche iniziativa di Barrientos, poi Gilardino mette il lucchetto alla partita: al 40’ è pronto sul suggerimento di Garics e fa secco Andujar. La traversa ferma l’iniziativa di Capuano due minuti dopo. E nella ripresa sempre Gila dà dimensione al risultato irrompendo di testa su corner di Diamanti al 61’. I rossazzurri sono pure costretti a giocare in 10 gli ultimi minuti per l’espulsione di Capuano (83’). E al 95’ arriva anche il poker, a firma Konè, dopo un gioco di prestigio di Diamanti respinto da Andujar.Prima vittoria del Palermo, quinta sconfitta di fila per il Chievo (e ora la panchina di Di Carlo scricchiola). Al ‘Barbera’ i rosanero vincono 4-1 con una tripletta di Miccoli (da cineteca l’ultimo gol). I rosanero fanno vedere da subito che hanno più voglia e trovano in giornata di grazia il loro giocatore simbolo degli ultimi anni. Al 13’ il ‘Romario del Salento’ indovina la pennellata su punizione che non dà scampo a Sorrentino. Al 27’ sembra calare la notte per gli incubi dei palermitani: prima Sorrentino ha un riflesso da campione su Donati a colpo sicuro, sul capovolgimento di fronte Marco Rigoni trova un gol incredibile direttamente su corner. I rosanero impiegano un po’ a scuotersi, poi ripartono trascinati da Miccoli. E’ il numero 10 che al 60’ insiste a testa basta nella difesa clivense fino a pescare il diagonale vincente. Sempre lui, all’80’, si trascina dietro quattro giocatori nell’azione che consente il tris a Giorgi dopo la ribattuta del portiere. All’83’, infine, il gol da cineteca con una girata a pallonetto da centrocampo che beffa Sorrentino. Una rete che rilancia psicologicamente il Palermo in questo campionato.
Continua il naufragio del Cagliari, esce dalle secche il Pescara. In un modo o nell’altro la ‘Is Arenas’ non porta bene ai sardi: pari contro l’Atalanta in doppia inferiorità numerica, sconfitta a tavolino contro la Roma e ora 1-2 per il Pescara. Primo tempo anche buono per gli uomini di Ficcadenti, pericolosi con Ibarbo, Pinilla e Dessena di fronte a un Pescara affatto incisivo. Nella ripresa cambia lo spartito. Al 50’ Terlizzi pesca il jolly su punizione (doppia deviazione in barriera). Al 55’ ‘suicidio’ sportivo di Rossettini che si merita ampiamente due gialli in 6’ e lascia nei guai i sardi. La squadra di Stroppa gradisce il regalo e colpisce al 76’ con Weiss che conclude un contropiede orchestrato magistralmente. All’82’ rigore vincente di Pinilla (mani di Terlizzi). Gli ospiti accusano un po’ il colpo, non gestiscono forse al meglio gli ultimi minuti, ma reggono e portano a casa tre punti importanti.
Zero spettacolo, zero emozioni, zero gol nell’anticipo dell’ora di pranzo fra Udinese e Genoa. Due squadre che non vivono un grande momento pensano solo a non prenderle. I friulani si fanno vedere il minimo sindacale con Danilo e Fabbrini; gli ospiti, che comunque ottengono un buon punto su un campo difficile, nemmeno ci provano. Risultato giusto, show rimandato a occasioni più propizie.