Da un lato l'assalto dei media. Dall'altro l'indifferenza della solita onda di turisti del sabato pomeriggio che si snoda nelle lunghe code per San Pietro e i Musei vaticani. E' questo lo strano scenario in cui si e' celebrato un processo senza precedenti per lo Stato vaticano, risultato di quel caso Vatileaks che per mesi ha fatto tremare i sacri palazzi.
Paolo Gabriele alla sbarra, l'ex maggiordomo accusato come nei migliori gialli di essere il colpevole, non sembra rappresentare motivo di interesse ne' di preoccupazione per i turisti di fine estate, veri e propri forzati del tour vaticano basilica-tombe dei papi-Cappella Sistina ma evidentemente poco attratti dagli intrighi di palazzo. Non cosi' i giornalisti, schierati in oltre un centinaio, pronti a rilanciare dalla sala stampa di via della Conciliazione ad ogni angolo del mondo la storia del cameriere del papa che rubo' al pontefice le carte riservate direttamente dalla sua scrivania. Nel mezzo, un clima quasi surreale dentro il piccolo Stato vaticano. Fuori della citta leonina gli schiamazzi dei giornalisti che inseguono i loro otto 'fortunati' colleghi membri del pool ammessi all'udienza. All'interno, una mattinata tranquilla col solito tran tran degli uffici d'oltretevere. In Vaticano, mentre manco a farlo apposta la chiesa cattolica ha festeggiato gli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, sembra persino avvertirsi l'assenza del papa, che del processo in corso viene informato nella sua residenza estiva di Castelgandolfo.
Tutt'altro clima dalle parti della sala stampa. All'esterno anchorman di tutto il mondo registrano i loro stand-up. All'interno c'e' l'agitazione delle grandi occasioni con la sala Giovanni Paolo II colma di cronisti come non si ricordava da tempo. Ancora prima dell'udienza gli operatori tv riprendo e inseguono con le telecamere gli otto del pool. Del resto, un processo del genere non si era mai visto. La piccola aula del tribunale vaticano e' solita in genere ospitare, nelle udienze che si celebrano sempre di sabato, piccoli processi relativi a fatti di micro-criminalita' come furti e scippi a danno, per lo piu', di turisti e pellegrini.
L'ultimo caso di una certa rilevanza risale a circa dieci anni fa, quando un processo per droga ebbe anche risonanza scientifica con la pubblicazione su riviste specializzate. Il clamoroso caso dell'attentato al papa commesso da Ali' Agca nel 1981 a livello penale non fu trattato in Vaticano ma affidato all'autorita' giudiziaria italiana. L'altro fatto grave della storia recente, il duplice omicidio e il suicidio del caso Estermann non diedero luogo nemmeno al processo per la morte del responsabile. C'e' poi chi ricorda il giudizio sul giovane australiano di origini ungheresi Lazlo Toth che nel 1972 prese a martellate la pieta' di Michelangelo. Si e' risolto con poco, infine, il caso piu' recente, quello di Susanna Maiolo, la donna che la notte di Natale del 2009 salto' addosso al papa nella Basilica di San Pietro. Ci fu un rapido giudizio di infermita' mentale che porto' a un trattamento sanitario obbligatorio eseguito in Italia.