Il 7 maggio l’attentato rivendicato dal Fai


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Adinolfi, svolta nelle indagini

Il manager Ansaldo fu colpito alle gambe roberto_adinolfi_296

Svolta nelle indagini sull'attentato a Roberto Adinolfi, il dirigente dell'Ansaldo ferito il 7 maggio a Genova. Sono stati fermati due appartenenti all'area anarchica insurrezionalista residenti a Torino, Nicola Gay e Alfredo Costito, mentre perquisizioni sono state condotte a Bordighera, a Cuneo e a Pistoia.

L'ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, 54 anni, venne colpito sotto casa sua a Genova il 7 maggio scorso, poco dopo le 8 del mattino. Un commando di due uomini lo attese in strada e gli sparo' a bruciapelo un colpo di pistola ad un ginocchio che gli procuro' la frattura della tibia. Poi i due fuggirono in moto.

La moto fu ritrovata poco dopo, non lontano dalla stazione ferroviaria di Brignole. L'arma utilizzata nell'attentato era una Tokarev calibro 7.62, in uso alle forze armate dei Paesi dell'Est.

L'attentato è stato rivendicato quattro giorni dopo, l'11 maggio, dalla Federazione Anarchico Informale (FAI) con un comunicato spedito da Genova alla sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano. ''Abbiamo azzoppato Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell'atomo'' era scritto nel testo, firmato 'Cellula Olga' in riferimento a Olga Ekonomidou, membro del movimento di 'Cospirazione delle cellule di fuoco/Fai-Fri' (Fronte Rivoluzionario Internazionale). La donna era stata arrestata lo scorso 4 gennaio.