BELLA ADDORMENTATA
di Marco Bellocchio. Italia, Francia 2012 (01 Distribution)
con Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gian Marco Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi.
Lo sapevamo, “Bella addormentata” non è un film sulla storia di Eluana Englaro (né tantomeno nel film si vede lei o il padre), ma su cosa quella storia scatenò nella testa e nell’anima delle persone negli ultimi 6 giorni di vita della donna. “Ho fatto questo film – dice Bellocchio - perché sono stato aggredito e sconvolto da quello che vedevo e sentivo. E non volevo fare un film a tesi, anche se credo che osservando bene si capisca la mia posizione”.
Sono gli inizi del febbraio 2009, la vicenda di Eluana si sta per concludere e sembra che l’Italia intera non parli d’altro. Uliano Beffardi è un parlamentare del Popolo delle libertà in disaccordo col suo partito con la cosiddetta legge sul “fine vita”, avendo avuto una vicenda simile in famiglia, e in conflitto con la figlia Maria, attivista del movimento per la vita. Maria intanto incontra Roberto, impegnato sul fronte laico, e se ne innamora. Altrove una famosa attrice, Divina Madre, si aggrappa alla fede sperando nella guarigione della figlia, da anni in coma irreversibile, e trascura con esiti drammatici l’altro figlio. Rossa, infine, è una tossicodipendente che prova più volte a suicidarsi, ma incontra Pallido, un medico deciso con tutte le sue forze a impedirlo. Tutti, in qualche modo, saranno influenzati da Eluana.
“Bella addormentata” è un film sul valore della vita e sul momento della sua fine, sulle convinzioni, le emozioni, i diritti, la libertà di pensiero e la responsabilità delle azioni, ma anche sulla televisione che scandisce la nostra esistenza, sulla politica che dovrebbe decidere e – come dice Servillo – sul coma emotivo e sentimentale dal quale è necessario risvegliarsi. Tutti questi, naturalmente, sono solo suggerimenti, suggestioni che il regista semina nei personaggi e nelle loro storie, lasciandoci con le domande. E il film è quasi sempre in penombra, quasi a voler sottolineare l’assenza di una luce unica, di una posizione definitiva, di una risposta certa. I momenti migliori sono alcuni dialoghi, grazie anche a ottime prove d’attore: il “solito” Servillo, la dissociata Sansa, la lacrimosa Huppert, ma un po’ tutti. E sarà pur vero che non è un film a tesi, ma è anche vero che se le storie dei personaggi che difendono la vita a tutti i costi (Pallido, Divina Madre) suscitano tenerezza e al massimo qualche dubbio, a guardare le altre verrebbe voglia di gridare contro l’ottusità e la malafede. Niente tesi, dunque, ma tanti pezzi, che però in qualche caso danno l’impressione di non dialogare tra di loro. Se comunque il regista avrà ottenuto il risultato, auspicato in conferenza stampa, che si torni a riflettere e a parlare di questi temi, il film avrà colpito nel segno.