di Sandro Calice
La scena è tutta delle donne nel penultimo giorno della Mostra del cinema di Venezia. Gli ultimi due film in concorso, in fondo e in modo diverso, parlano entrambi di donne e potere. C’è Francesca Comencini con “Un giorno speciale” e Brian De Palma con “Passion”. Fuori concorso, invece, c’è “Forgotten” di Alex Schmidt.
Intanto, in attesa del Leone d’oro che verrà assegnato nella cerimonia di sabato sera, arrivano i primi premi minori. “Bad 25”, il documentario sui 25 anni del disco di Michael Jackson diretto da Spike Lee, vince il premio Future Film Festival Digital Award “per l’aver voluto riflettere su un tema centrale della modernità, come la ridefinizione dell’identità attraverso l’audiovisivo”. I giornalisti cinematografici (Sngci) presenti alla Mostra, invece, hanno assegnato a “La nave dolce” di Daniele Vicari il premio “Francesco Pasinetti” per il miglior documentario 2012. Il film presentato fuori concorso racconta lo sbarco di ventimila albanesi dell'8 agosto 1991 a bordo della nave Vlora e del primo respingimento di massa in Italia. UN GIORNO SPECIALE
di Francesca Comencini, Italia 2012 (Lucky Red)
con Filippo Scicchitano, Giulia Valentini.
Il film di Francesca Comencini (“Pianoforte”, “Lo spazio bianco”) è uno di quei casi in cui il contenuto mette in secondo piano il valore dell’opera, e in qualche modo lo amplifica.
Periferia di Roma. Per Gina e Marco è un giorno importante. Lei, spinta, quasi costretta, vestita e truccata dalla madre, deve andare a incontrare l’onorevole Balestra, un politico influente che potrebbe aiutarla nel suo sogno di diventare attrice. Sia lei che – soprattutto – la madre sanno cosa potrebbe costare quell’aiuto. Lui è l’autista mandato a prenderla, che ha ottenuto quel lavoro grazie ai favori che in tanti anni di sacrificio sua madre ha fatto a un prete. Balestra però ha degli impegni improvvisi, e rinvia di ora in ora l’appuntamento. Tempo che i due ragazzi usano per annusarsi, studiarsi, conoscersi, parlarsi, forse anche innamorarsi. In un lungo giorno speciale durante il quale passano dalla periferia al centro della città, due mondi opposti, entrambi squallidi e affascinanti al tempo stesso. Quando Balestra chiama, Gina e Marco sono cambiati, vedremo quanto.
“Un giorno speciale”, tratto dal romanzo “Il cielo con un dito” di Claudio Bigagli, come si capisce nasce dalle squallide cronache sul cosiddetto bunga-bunga, dalle ragazze che non capiscono, come dice la regista (che è anche animatrice del movimento “Se non ora quando”), che “quella che sembra una libertà di utilizzo del corpo femminile è in realtà una parodia della libertà”. Un film che punta il dito contro quel potere che di queste ragazze approfitta, “ed è una cosa – sottolinea Comencini - che non riguarda solo il Palazzo, ma anche la questione del potere maschile in generale. In qualsiasi ambito: cinema compreso”. Ai margini di questo potere, sempre in attesa di qualche chiamata, ci sono i giovani precari, senza lavoro e senza futuro, con sogni effimeri e ambizioni soffocate, con famiglie incapaci di aiutarli quando non proprio “complici” di quel potere, che però dimostrano anche di essere capaci di vivere e pensare diversamente, in modo più sano, finché la realtà non li schiaffeggia. Tema, dicevamo, importante, che non va lasciato solo alle cronache e che il cinema fa bene ad indagare, dice sempre la regista. Ma questo film, ben recitato dai due giovani protagonisti, vive quasi esclusivamente della forza dell’universo reale e urticante al quale rimanda, e di poco altro. PASSION
di Brian De Palma. Francia, Germania 2012 (SBS, Wild Bunch)
con Rachel McAdams, Noomi Rapace, Paul Anderson, Karoline Herfurth.
Ogni tanto bisogna pure perdonare. E se, ad esempio, si è indulgenti con il Woody Allen di “To Rome with love”, a un regista con la filmografia di Brian De Palma si può passare anche questo “Passion”.
Christine (McAdams) è la responsabile di una grande agenzia pubblicitaria tedesca. Bella, determinata, affamata di potere e a suo agio con la ricchezza, manipola tutti quelli che gli stanno attorno per ottenere quello che vuole. Anche la sua brillante e talentuosa collaboratrice, Isabelle (Rapace), alla quale ruba senza scrupoli le idee seducendola al tempo stesso. La blandisce e la umilia, la esalta e la distrugge. L’equilibrio si rompe quando Isabelle va a letto con uno degli amanti di Christine e lo scontro per il potere, a quel punto, diventa dichiarato. Malvagia ma fragile Christine, sottomessa ma determinata Isabella: l’esito non è scontato.
A cinque anni da “Redacted”, De Palma torna alla regia con questa rivisitazione del film francese “Crime d'amour” (2010) di Alain Corneau. Pur non essendo un film completamente riuscito e certo non all’altezza dei suoi capolavori, in “Passion” ci sono tutti gli elementi del cinema di De Palma, troppo forse, in un continuo gioco di (auto) citazioni. E’ un thriller come struttura, nel quale ci sono i temi del sogno, del gemello e in generale del doppio, del travestimento, del sesso (poco), il tutto firmato con i suoi classici movimenti di cinepresa, come il piano sequenza o la rotazione, e di montaggio, come lo schermo diviso (split screen). Costruito ovviamente per confondere lo spettatore, “Passion” in realtà si perde soprattutto verso il finale, quando per evitare di essere prevedibile mette troppa carne al fuoco e ottiene l’effetto contrario. Glielo perdoniamo?