Archiviato il rimpasto, David Cameron ha presentato la sua ricetta per far ripartire la crescita: un "rilassamento" delle licenze di costruzione (della durata di tre anni) che favorisca gli ampliamenti di ville e villette - molto comuni nel Regno Unito, anche nelle città. Una sorta di 'piano casa' di berlusconiana memoria, insomma. E come tale è stato recepito con scetticismo da esperti del settore e dall'opposizione.
L'annuncio, visto da alcuni come un rilancio della coalizione Tory-Libdem, ha riproposto la coppia Cameron-Clegg davanti ai riflettori. L'idea è quella di liberare energie e risorse riducendo le scartoffie per chi vuole estendere - ma solo al pian terreno - le proprie case o negozi o costruire verande. Circa 200mila famiglie chiedono ogni anno i permessi per interventi di questo genere o per convertire in abitazioni i garage non più utilizzati. Per ottenere i permessi a volte passano mesi benché il 90% delle richieste di norma viene approvato (dati del Daily Telegraph). Inoltre la 'marca da bollo' costa in media 150 sterline. Troppo, in clima di recessione.
Ecco allora la trovata: niente permessi, niente richieste, ma solo una telefonata a geometra e operai. La 'vacanza' sarebbe concessa fino al 2015 e raddoppierebbe le cubature che già oggi non richiedono permessi per interventi di questo tipo. "Questo Governo - ha detto Cameron - fa sul serio quando si tratta di aiutare la gente a costruire nuove case e far ripartire l'economia". Il premier, oltre alla sua versione del piano casa, ha poi annunciato un'estensione del progetto firstbuy. Ovvero il Fondo che aiuta i giovani a costituire l'acconto con il quale chiedere un mutuo. Costo: 280 milioni di sterline.
Le misure sono intese come una ciambella di salvataggio all'esangue settore delle costruzioni, fiaccato da ormai nove mesi di nuova recessione. Eppure stando alla local government association è un "mito" che le regolamentazioni blocchino il fiorire di nuove case. Lo dimostrerebbe il fatto che in Inghilterra ci sono 400mila permessi già accordati ma rimasti solo sulla carta. Il problema insomma non sarebbe la burocrazia ma la mancanza di fiducia e liquidità.