Venezia 69


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Bellocchio e le domande di Eluana

In concorso 'Bella addormentata' e 'Spring Breakers' di Korine

di Sandro Calice

Due maestri di scena alla Mostra del cinema: fuori concorso c’è l’ultracentenario Manoel de Oliveira con “O gebo e a sombra”, tratto dall’opera “Il gobbo e la sua ombra” di Raul Brandao e con un cast che comprende anche Claudia Cardinale e Jeanne Moreau; in competizione invece arriva Marco Bellocchio con “Bella addormentata”, uno dei film più attesi di questa edizione. L’altro film in concorso è “Spring Breakers” di Harmony Korine, con le star dei teen agers Selena Gomez e Vanessa Hudgens in versione sexy, in formato red carpet.

I due film in gara giovedì 6 settembre sono “Thy womb” del filippino Brillante Mendoza e “La cinquième saison” del belga Peter Brosens. L’attesa, però, è tutta per Robert Redford, che firma la regia di “The company you keep” (fuori concorso), con un cast che comprende lo stesso regista oltre a Julie Christie, Sam Elliot e Shia LaBeouf.

BELLA ADDORMENTATA
di Marco Bellocchio. Italia, Francia 2012 (01 Distribution)
con Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gian Marco Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi
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Lo sapevamo, “Bella addormentata” non è un film sulla storia di Eluana Englaro (né tantomeno nel film si vede lei o il padre), ma su cosa quella storia scatenò nella testa e nell’anima delle persone negli ultimi 6 giorni di vita della donna. “Ho fatto questo film – dice Bellocchio - perché sono stato aggredito e sconvolto da quello che vedevo e sentivo. E non volevo fare un film a tesi, anche se credo che osservando bene si capisca la mia posizione”.

Sono gli inizi del febbraio 2009, la vicenda di Eluana si sta per concludere e sembra che l’Italia intera non parli d’altro. Uliano Beffardi è un parlamentare del Popolo delle libertà in disaccordo col suo partito con la cosiddetta legge sul “fine vita”, avendo avuto una vicenda simile in famiglia, e in conflitto con la figlia Maria, attivista del movimento per la vita. Maria intanto incontra Roberto, impegnato sul fronte laico, e se ne innamora. Altrove una famosa attrice, Divina Madre, si aggrappa alla fede sperando nella guarigione della figlia, da anni in coma irreversibile, e trascura con esiti drammatici l’altro figlio. Rossa, infine, è una tossicodipendente che prova più volte a suicidarsi, ma incontra Pallido, un medico deciso con tutte le sue forze a impedirlo. Tutti, in qualche modo, saranno influenzati da Eluana.

“Bella addormentata” è un film sul valore della vita e sul momento della sua fine, sulle convinzioni, le emozioni, i diritti, la libertà di pensiero e la responsabilità delle azioni, ma anche sulla televisione che scandisce la nostra esistenza, sulla politica che dovrebbe decidere e – come dice Servillo – sul coma emotivo e sentimentale dal quale è necessario risvegliarsi. Tutti questi, naturalmente, sono solo suggerimenti, suggestioni che il regista semina nei personaggi e nelle loro storie, lasciandoci con le domande. E il film è quasi sempre in penombra, quasi a voler sottolineare l’assenza di una luce unica, di una posizione definitiva, di una risposta certa. I momenti migliori sono alcuni dialoghi, grazie anche a ottime prove d’attore: il “solito” Servillo, la dissociata Sansa, la lacrimosa Huppert, ma un po’ tutti. E sarà pur vero che non è un film a tesi, ma è anche vero che se le storie dei personaggi che difendono la vita a tutti i costi (Pallido, Divina Madre) suscitano tenerezza e al massimo qualche dubbio, a guardare le altre verrebbe voglia di gridare contro l’ottusità e la malafede. Niente tesi, dunque, ma tanti pezzi, che però in qualche caso danno l’impressione di non dialogare tra di loro. Se comunque il regista avrà ottenuto il risultato, auspicato in conferenza stampa, che si torni a riflettere e a parlare di questi temi, il film avrà colpito nel segno.



SPRING BREAKERS
di Harmony Korine, Usa 2012 (Kinology)
con James Franco, Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Ashley Benson, Heather Morris, Rachel Korine, Gucci Mane
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Harmony Korine è un regista amatissimo dai cultori del cinema indipendente, mica uno qualsiasi, uno che a 21 anni ha scritto la sceneggiatura di “Kids” (1995) diretto da Larry Clark, per il quale firmerà anche “Ken Park”; uno che ha esordito alla regia con “Gummo” (1997), notato ed elogiato da Gus van Sant e Werner Herzog, che ha aderito a Dogma 95 e ha fatto una serie di altre cose. “Spring Breakers”, però, a noi è parso un film furbetto.

Quattro studentesse vivono nella mai troppo deprecata provincia americana e l’unico sogno che hanno sono le vacanze di primavera (spring break): questa volta deve essere una cosa speciale, indimenticabile, e sono disposte a tutto. Cominciano col rapinare un fast food per procurarsi i soldi che non hanno. Da lì è una discesa, consapevole, in un inferno colorato e pop, ma non per questo meno mortale, fino all’assurdo epilogo.

Korine conosce l’universo degli adolescenti, ce lo ha dimostrato più volte. Soprattutto il loro lato oscuro, violento, quello che tutti i genitori temono e non conoscono crogiolandosi nell’ipocrisia del “no, mio figlio non è così”, quello dei figli che chiamano casa dicendo che fanno i bravi mentre hanno appena compiuto qualcosa di innominabile. Ed è quel lato, amorale, sentimentalmente anestetizzato e non educato, col divertimento come dio e la musica e le droghe come religione che Korine ci mostra. Lo fa con un film “acido”, tutto hip hop, costumi da bagno e colori fluorescenti, montato come un video su YouTube, con i dialoghi in loop e molti flash forward. Per farlo sceglie le attrici Disney, teoricamente all’opposto di quel modello (insopportabile la - non - recitazione della Hudgens), ed è una delle furbizie. Un’altra è la struttura della narrazione non convenzionale, per sedurre il pubblico “colto”, e una messa in scena estetica e fotografica che ammicca a quello adolescenziale. Se si aggiunge che non c’è nulla di particolarmente disturbante (c’è più violenza in Kitano e Kim Ki-duk, sesso giusto qualcosina nel finale, ma più ironico che porno) i conti sono presto fatti.