Pil cinese ‘solo’ +7,6% in ultimi tre mesi


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Il Dragone frena la crescita

Ma non spaventa i mercati operaie_cinesi_296

Il tasso di crescita dell'economia cinese è stato nel secondo trimestre del 2012 del 7,6%, il più basso dal 2009, quando il Dragone risentì degli effetti della crisi finanziaria internazionale.

Le previsioni degli economisti, basate sul calo delle esportazioni che avevano nell' Europa il loro principale mercato e sul rallentamento nel settore-boom dell'edilizia, sono state confermate. Le reazioni dei mercati asiatici - con chiusure in leggero rialzo a Tokyo, Hong Kong e Shanghai - indicano che il rallentamento non preoccupa piu' di tanto e che viene considerato un segnale del ''soft landing'' dell' economia cinese dopo i tassi di crescita a due cifre dell' ultimo decennio.

''Nel corso del 2012 - commenta Yu Bin, direttore del dipartimento per le ricerche macroeconomiche del Consiglio di Stato - l' economia rallentera' ma poi si stabilizzera'''. Le previsioni prevalenti sono di una ripresa leggera nel terzo trimestre e piu' marcata negli ultimi tre mesi dell' anno.

''L' economia cinese - prosegue Yu - e' entrata in una fase nella quale sta passando da tassi di crescita alti a tassi di crescita medi. Nei prossimi dieci anni, la crescita si stabilizzera' tra sul 7-8% all' anno''.

L'economista fa notare che il livello degli investimenti - uno dei motori della crescita cinese - ha fatto registrare un aumento significativo, dal 20,1 in maggio al 20,4 in giugno. Allo stesso tempo, il tasso d' inflazione ha subito un deciso rallentamento, segnando in giugno una crescita del 2,2%. Questi dati sembrano indicare che la politica moderatamente espansiva degli ultimi mesi proseguira'. La settimana scorsa la banca centrale cinese ha tagliato i tassi d' interesse, per la seconda volta in meno di un mese. Il premier Wen Jiabao ha affermato che nuovi investimenti pubblici saranno utili per ''stabilizzare'' l' economia.

Questo, secondo Yu Bin, non significa che bisogna attendersi un nuovo pacchetto di stimolo all' economia come quello varato alla fine del 2008. ''Il rallentamento - sottolinea l' economista - puo' aiutare nella trasformazione della produzione e del consumo. Non c' e' alcuna necessita' di un nuovo stimolo''.