di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)
Lo stilista Renato Balestra non usa mezzi termini mentre presenta ai giornalisti i modelli di punta della sua collezione autunno- inverno 2013. Roma deve rinascere, deve ritrovare gli antichi fasti, essere un appuntamento di eccellenza assoluta come Parigi per l’haute couture, solo così continuerà ad essere importante essere presenti all’appuntamento con Alta Roma. Lo merita la città in nome della sua tradizione di eccellenza sartoriale.
La domanda è d’obbligo:”Cos’è che è mancato in questi giorni? Quali sono le sue perplessità? A Balestra non fa difetto il dono della chiarezza e forse ha voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Anche se a Roma c’è fermento, è necessario rimettere in moto i motori. Si è data troppa importanza a eventi che devono sì trovare la loro giusta collocazione, ma non essere l’appuntamento intorno a cui ruota l’intero circo mediatico . All’estero mi chiedono ancora perché non si fa più Donna sotto le stelle. Un appuntamento prestigioso che attirava l’attenzione della stampa internazionale”. Nel mirino dello stilista ci sono soprattutto alcuni eventi, tra cui il concorso di scouting “Who is on Next” a cui, a suo parere, i giornalisti hanno dedicato un grande spazio. Il problema è che i talenti emergenti hanno avuto l’attenzione di alcune grandi firme della stampa internazionale, (“che non sono dunque inamovibili” sottolinea lo stilista), che non è stata altrettanto sollecita in quanto ad attenzione per le sfilate dei grandi atelier “storici”.
“Dare spazio ai giovani è fondamentale - precisa Balestra – ma a Roma si fa Alta Moda, con caratteristiche precise che sono frutto di una grande tradizione che si è consolidata negli anni e va salvaguardata”.. .Qualora scomparissero tali caratteristiche l’appuntamento romano diventerebbe un’altra cosa…e non resterebbe “che fare le valigie”. “Non vorrei rimpiangere di aver detto no a Parigi negli anni passati. Anche se gli stilisti invecchiano rimangono i marchi storici, le grandi maison che sono una scuola e un patrimonio per i giovani talenti che vogliono cimentarsi con l’haute couture. Su questo bisogna puntare. L’alta moda inoltre dà lavoro a tantissime persone, perché a Roma ci sono ricamatrici, sarte, artigiani di altissima professionalità il cui valore non deve andare perso”. “Quando ho pensato di portare a Roma la nuova collezione - continua lo stilista – ho avuto lo scrupolo che fosse troppo opulenta e anacronistica in un momento di crisi acuta per l’economia del nostro Paese. Poi ho riflettuto che dare lavoro a tante persone qualificate è un messaggio di ottimismo e l’occasione per portare all’estero l’immagine di un’Italia che reagisce”. Ecco allora i 48 modelli presentati nella splendida cornice di villa Doria Pamphilj di notte, subito dopo il crepuscolo. I temi sono quelli tipici di Renato Balestra: il glamour, la raffinatezza, le linee sinuose che enfatizzano una silhouette seducente e molto femminile. Gli ingredienti sono lussuosi: inserti di volpe bianca, ricami in cristalli, fiocchi in taffetas, stampe “tartarugate”. Cura minuziosa per i dettagli, tagli sartoriali elaborati e perfetti, tutto ciò insomma che identifica un capo di alta moda. Le donne proposte sono donne “fiore”. C’è la donna papavero in nero con un’enorme corolla di petali rossi intorno alla scollatura o, sull’abito corto, a guarnire l’intero orlo. La donna in avorio sul cui abito romantico si posa una sciarpa –bolero formata da grandi rose dello stesso colore. Poi ancora l’abito “foresta nera”, sinuoso e guarnito da una cascata di foglie intarsiate in velluto, raso e crespo. Foglie in lucente mikado avorio anche sull’abito da sposa con scollatura asimmetrica e lunghissimo strascico. Per il giorno nuovi e divertenti i “piumoni double face” indossati su pantaloni dello stesso colore dell’interno, con bluse che invece sono realizzate nella stessa fantasia variopinta e floreale dell’esterno.
Poi l’appuntamento è con i grandi della moda internazionale: Tony Ward e Abed Mahfouz. Lo stilista libanese Tony Ward ha presentato abiti fiabeschi che giocano con i colori. Sfumature che vanno dal blu notte all’argento, dal rosa al lilla. Sfumate non solo le tonalità dei colori scelte, ma anche le linee degli abiti che accarezzano il corpo, creando volumi e movimenti. La geometria è di rigore nella costruzione dei capi, ispirati alle forme architettoniche di Renzo Piano e di Santiago Calatrava.
E ancora altri abiti da fiaba, quelli di Abed Mahfouz, che si propone come “ponte tra l’oriente e loccidente”. La sua collezione di intitola “Contemporary Baroque” e evoca lusso ed esclusività con i suoi disegni e dettagli ricercati. I motivi barocchi ripresi dalle tappezzerie di castelli e palazzi d’epoca sono riprodotti con pietre e cristalli sparsi sugli abiti tinta su tinta. Anche sugli abiti da cocktail paillette, piume di struzzo, tulle e pizzi. Le modelle sfilano in un trionfo di rosa, oro, e verde acqua. I tessuti leggerissimi evocano nuvole passeggere.