Copenhagen entro il 2025 sara' la prima capitale al mondo ad emissioni zero. L'annuncio e' stato fatto dalle autorita' danesi che hanno precisato che l'approvvigionamento energetico della citta' sara' riorganizzato con un maggiore uso dell'energia eolica, di biomasse e biocarburanti. In questo modo la capitale danese potra' tagliare completamente tutte le sue 2,5 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 all'anno, facendo dell'industria 'verde' un motore di sviluppo per il Paese.
La citta' oggi ha gia' raggiunto, con tre anni di anticipo, il suo obiettivo di riduzione della Co2 al 20% dei livelli del 2005. Raggiungere il traguardo delle emissioni zero sara' piu' difficile ma il sindaco della capitale, Frank Jensen intervistato dalla agenzia Xinhua, ha comuque ribadito come quella verde "non sia piu' un'opzione ma una necessita'. Dobbiamo tutti impegnarci, ha aggiunto, per coniugare lo sviluppo e la crescita con il rispetto dell'ambiente".
Jensen ha anche negato che le politiche ecocompatibili limiterebbero la crescita economica. "Al contrario, ha detto, la crescita verde favorisce lo sviluppo e la qualita' della vita. Non si tratta solo di servizi e prodotti verdi ma anche di un uso piu' efficiente delle nostre risorse limitate. Nel lungo periodo, ha concluso, questa e' l'unica strada percorribile".
Nei primi anni 70 la Danimarca era fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio mentre adesso il parco eolico di Harbor, sorto vicino al porto della capitale, riesce a fornire energia elettrica a 40 mila famiglie. Ed e' sulle turbine eoliche che la Danimarca punta, visto la facilita' d'istallazione degli impianti nelle acque basse che circondano il Paese e la presenza di vento quasi costante. Oggi la potenze istallata e' di 3,8 gigawatt pari al 25% della domanda totale di elettricita' ed entro il 2050 questa quota dovrebbe arrivare fino al 50%.
La Vestas, la piu' grande azienda produttrice di turbine al mondo, e' una coopartecipazione di pubblico e privato, una formula vincente che puo' aiutare il Paese a raggiungere gli obiettivi di ecosostenibilita' e al tempo stesso di consolidare la sua posizione di leader mondiale nel mercato dei produttori. Tra l'altro la partecipazione dei cittadini all'azionariato ha portato anche ad una drastica riduzione del contenzioso che spesso deriva dall'istallazione delle turbine, accusate di essere troppo rumorose. Il primo parco eolico offshore basato sull'azionariato diffuso e' quello di Middelgrunden, operativo dal 2000, e' costato circa 48 milioni di euro.
"La partecipazione e' fondamentale, ha detto Hans Christian Sorensen, membro del consiglio della Middelgrunden Turbine Association, se si vuole che il progetto sia accettato e che sia evitato il NIMBY, o 'Not In My Back Yard' (non nel mio giardino). I soci, ha aggiunto, in dieci anni hanno recuperato il capitale investito ed ora guadagnano il 7% all'anno sulle loro azioni".