I film del week end


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LE PALUDI DELLA MORTE

di Sandro Calice


di Ami Canaan Mann, Usa 2011, drammatico (01 Distribution)
con Sam Worthington, Jessica Chastain, Chloe Moretz, Jeffrey Dean Morgan, Stephen Graham, Annabeth Gish, Sheryl Lee, Jason Clarke, Leanne Cochran, Sean Michael Cunningham
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Dal 1969 oltre cinquanta cadaveri di vittime di violenze sessuali sono stati gettati nei Texas Killing Fields, una zona paludosa poco fuori da Texas City. La regista dice che sono state le foto di quelle vittime, gli occhi di quelle donne e ragazze, a chiederle di raccontare la loro storia.

Il detective della Omicidi Heigh (Morgan) è arrivato da poco a Texas City, viene da New York e ancora fatica a capire la nuova realtà. Il suo collega Souder (Worthington) gli fa da guida e quasi cerca di proteggerlo. Soprattutto quando si imbattono nel caso di un serial killer che lascia i corpi delle sue vittime nelle paludi dei Texas Killing Fields: sono fuori dalla loro giurisdizione, sono delitti su cui si può perdere la testa e la carriera, se ne occupa già l’agente Pam Stall (Chastain), casualmente ex moglie di Souder. Ma Heigh, forte senso del dovere e profondo sentimento religioso, non si dà pace. Anche perché il serial killer sembra lasciare indizi, sembra voglia essere trovato. E quando scompare anche Anne (Moretz), una ragazzina del posto che Heigh ha preso a cuore, il detective capisce di non avere più scelta.

Alla sua seconda prova come regista, Ami Canaan Mann decide di cimentarsi col genere in cui il padre Michael è maestro, e lo fa partendo dalla vera storia raccontata da Don Ferrarone, ex agente DEA e qui sceneggiatore, sui poliziotti Brian Goetschius e Mike Land che più di tutti hanno indagato sugli omicidi dei Texas Killing Fields. Ne viene fuori un thriller nero, sofferto, nel quale non è importante scoprire l’assassino (si capisce quasi subito) ma piuttosto disperarsi per l’ineluttabilità del male, seguendo il tormento e la fatica dei due agenti (bravissimo Morgan), non supereroi dalla pistola facile e dal cazzotto risolutivo, ma comuni combattenti del quotidiano. Il cast fa la sua parte per intero (Moretz si conferma l’attrice più brava della sua generazione) e c’è una fotografia sporca, appiccicosa, sudata, spesso imperfetta come anche altri elementi del film, ma nel complesso Mann padre può dirsi soddisfatto della figlia.