di Maurizio Righetti
Sereni e almeno in parte in buona salute, gli over 65 sembrano star meglio ed essere meno soli di quanto pensiamo: sono meno del 10% quelli che devono fare i conti con disabilità che compromettono pesantemente la qualità della vita. E uno su quattro giudica buona la propria salute ed è soddisfatto della propria vita: questa la fotografia che emerge da Salute e Benessere nell'Anziano (SeBA), indagine realizzata dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg)in collaborazione con la Fondazione Sanofi-Aventis.
L’indagine
Lo studio ha sottoposto circa 1500 anziani di 3 ASL del Nord, Centro e Sud a un questionario di una trentina di domande, a cui è stato aggiunto un test della marcia per valutare l'eventuale impaccio motorio. Le interviste sono state condotte da medici di medicina generale su un campione di over 65 che si erano presentati in ambulatorio, quasi sempre per la prescrizione di farmaci o esami (57%) o per una malattia cronica non ben controllata (30%). “Coerentemente con questa casistica di soggetti in grado di muoversi per recarsi all'ambulatorio del medico, la fotografia della popolazione anziana è probabilmente un poco più ottimistica della realtà. Gli intervistati hanno infatti dichiarato un grado di autonomia più elevato dell'atteso”, spiega Niccolò Marchionni, coordinatore dello studio SeBA e già presidente Sigg
Niccolò Marchionni: “E’ molto elevato il livello di autonomia”
“La quasi totalità degli over 65, cioè oltre il 90% - chiarisce Marchionni- è in grado di svolgere in modo autonomo le attività di base della vita quotidiana, come alzarsi dal letto, vestirsi, lavarsi il viso, mangiare e solo il 6,2 % ha difficoltà in attività più complesse come fare il bagno o la doccia, fare la spesa, cucinare, fare il bucato, usare mezzi di trasporto pubblici e seguire la terapia prescritta. E' chiaro che il contesto nel quale sono stati raccolti i dati, cioè l'ambulatorio del medico, è almeno in parte ragione di risultati così favorevoli. Infatti, nella popolazione generale di pari età esaminata in studi che hanno coinvolto anche individui costretti in casa da disabilità significative, le percentuali sono circa tre volte superiori; ma si tratta comunque di dati che indicano un benessere e una salute diffusa fra gli anziani. Basti pensare che solo l'8% ha consistenti problemi di vista e appena il 4,4% non ha un buon udito. Uno su tre riferisce che la memoria perde colpi, tanto da interferire con le proprie relazioni, ma questa è una lamentela comune fra gli anziani che non sempre trova riscontro in difficoltà oggettive.
Stato di salute e condizione socio-economica
Secondo l’indagine, gli anziani non si sentono isolati, appena il 15% infatti dichiara di soffrire di solitudine. La maggioranza (75%) vive con il coniuge o con i figli, con ampie differenze rilevanti fra i sessi: il 33% delle donne infatti vive in solitudine contro appena il 9% degli uomini. Solo il 3% riceve aiuti socio-sanitari a domicilio e circa l'1,5% vive con una badante; la percentuale sale al 3,5% fra gli 80-90enni e quasi al 15% negli ultra90enni, ma in media si riscontra un ottimo grado di autonomia. “Solo uno su tre dichiara un peggioramento di salute nell'ultimo anno e questo è un buon indice prognostico, perché sappiamo che l'auto-percezione dello stato di salute predice accuratamente l'aspettativa di vita: sentirsi bene implica una speranza di vita maggiore – osserva Marchionni –. Più del 60% assume cinque o più farmaci al giorno, ma il 22% è abbastanza soddisfatto della propria salute e si dichiara contento della propria vita in generale. Il 52 % ritiene il reddito sufficiente ai propri bisogni anche se le donne sono un po’ più pessimiste e lo ritengono adeguato solo nel 46% dei casi. Probabilmente questo accade anche perché, trattandosi di anziani sostanzialmente in salute… non hanno ancora dovuto fare i conti con necessità che richiedono spese considerevoli ”.
Il tempo libero
Il 95% degli uomini e l'80% delle donne esce di casa più volte alla settimana per una passeggiatina nei dintorni (otto uomini su dieci escono ogni giorno, mentre soltanto una donna su due non rinuncia all'uscita quotidiana), uno su tre si dedica ad attività all’aria aperta, come il giardinaggio, o ricreative, ad esempio giocare a carte o a bocce. “Purtroppo sono molto pochi quelli che fanno regolarmente esercizio fisico: appena il 15% lo pratica più volte a settimana – dice Marchionni –. Lo stesso vale per altre attività del tempo libero. Com’era prevedibile, la parte del leone la fa la televisione: il 73% guarda la tv almeno tre ore al giorno e un anziano su 4 almeno sei ore, però il 53% legge quotidiani, riviste e libri almeno una volta a settimana. Il 67% non è mai andato al cinema, a teatro o a un concerto nell'ultimo anno e il 53% non si è mai dedicato ad attività creative. A sorpresa, meno della metà (47%) partecipa alla messa settimanale e uno su 3 (37%) va in chiesa meno di una volta al mese. Tutto questo indica che c'è ampio margine per rendere la vita di questi anziani, complessivamente più in forma e più sereni dell'atteso, ancora più appagante e in salute: mantenersi fisicamente e cognitivamente attivi infatti serve moltissimo ad allontanare ancor più la disabilità. E potrebbe aiutare a migliorare i risultati ottenuti al test della marcia: un importante indicatore del rischio di disabilità nel quale i risultati non sono soddisfacenti; visto che il 18% lo esegue male o malissimo, impiegando più tempo del normale a compiere un breve percorso al passo abituale. Ciò significa che questi soggetti non si sentono realmente sicuri quando camminano, una limitazione che può tradursi in maggior rischio di cadute con traumi e fratture che ne possono derivare. Anche se lo studio SeBA ci rincuora sul loro stato di salute generale, è perciò importante non abbassare la guardia sui nostri anziani, da incoraggiare anche da parte dei loro medici a intraprendere in maggiore misura attività fisica regolare: il più potente fattore anti-invecchiamento per mantenere a lungo salute fisica e mentale”.