Cattive abitudini


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Cibo, italiani popolo di spreconi

Buttiamo via 12,3 miliardi di euro m

Ogni anno in Italia vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo, la metà direttamente dai consumatori (6,9 miliardi). Si tratta di 42 kg a persona di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati male, per uno spreco procapite di 117 euro l'anno.

Ad oggi quasi 1 miliardo di euro di cibo viene recuperato; l'obiettivo è recuperarne altri 6 miliardi, per portare questi alimenti sulla tavola di chi non ne ha a sufficienza. Lo afferma l'indagine “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come Opportunità”, realizzata dalla Fondazione per la sussidiarietà e il Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen Italia.

Secondo gli esperti gran parte dell'eccedenza alimentare “non viene recuperata per il consumo umano. Solo una piccola parte, poco più del 6%, è donata alle cosiddette 'banche del cibo' e ad enti caritativi”. La ragione principale di tutto questo spreco sarebbe “il disallineamento tra domanda e offerta e la non conformità del prodotto a standard di mercato”. Questo è vero soprattutto a livello domestico, anche se nell'insieme “le imprese della filiera generano più eccedenza delle famiglie”.

Lo spreco di cibo in Italia è pari a 5,5 milioni di tonnellate all’anno, ossia il 92,5% dell'eccedenza e il 16% dei consumi. Eppure, spiega il docente di logistica al Politecnico di Milano e curatore della ricerca Alessandro Perego, “quasi il 50% delle eccedenze generate nella filiera agroalimentare è recuperabile per l’alimentazione umana con relativa facilità, se lo si vuole realmente fare. Certo, occorre un gioco di squadra in cui tutte le aziende della filiera collaborano, in un contesto normativo che tenda a garantire la qualità senza creare inutile burocrazia”.

Il presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini spiega: “L’indagine mostra che la collaborazione tra istituzioni, filiera agroalimentare e realtà non profit quale il Banco Alimentare è fondamentale per rispondere al bisogno alimentare di tante persone indigenti. Nessuna crisi e nessuno spreco si vincono con la bacchetta magica o con proclami, ma con un lavoro che richiede collaborazione ed educazione”.

Gli indigenti che hanno chiesto un pacco alimentare o un pasto ai canali no profit che distribuiscono le eccedenze alimentari sono saliti nel 2011 a 3,3 milioni, rispetto ai 2,7 milioni del 2010. L'anno scorso, ha riferito il ministero delle Politiche agricole, Mario Catania, che oggi ha annunciato il lancio di un nuovo fondo sull'argomento, gli interventi alimentari attraverso questi canali sono stati 132 milioni.

“Se da un lato i risultati ci allarmano, per i volumi di spreco evidenziati - conclude Andrea Giussani, presidente della onlus Banco Alimentare - dall'altro ci rassicurano sulle scelte intraprese e ci stimolano a dare il massimo. Questa ricerca rappresenta anche una finestra sulla realtà per tutti gli attori della filiera agroalimentare, industrie e istributori in primis, e mi auguro li stimoli a considerare sempre più strategico il donare le proprie eccedenze a chi con costanza e continuità quotidianamente combatte la povertà e il disagio sociale attraverso il loro recupero e la redistribuzione”.