di Sandro CaliceMEN IN BLACK 3
di Barry Sonnenfeld, Usa 2012, fantascienza (Warner Bros.)
Will Smith, Tommy Lee Jones, Josh Brolin, Emma Thompson, Jemaine Clement, Rip Torn, Alice Eve, Justin Bieber, Lady Gaga, Bill Hader, Nicole Scherzinger, Michael Stuhlbarg.
Voi non lo sapete, o non lo ricordate, ma siete circondati da alieni. A meno che non pensiate che, ad esempio, Sylvester Stallone e Mick Jagger siano esseri umani. Fortuna che ci sono gli Uomini in Nero a vigilare su di noi. Ma non sapete neanche questo, o non ve lo ricordate.
Sono ormai 15 anni che l’Agente J (Smith) lavora con l’Agente K (Lee Jones) nei Men in Black per tenere a bada gli alieni che vivono sulla Terra e assicurarsi che rispettino i trattati intergalattici. C’è però qualcosa di oscuro nel passato di K, qualcosa che riemerge quando il feroce Boris l’Animale (ma non chiamatelo così) riesce ad evadere dalla prigione lunare dove K l’ha imprigionato 40 anni prima, riuscendo anche ad evitare un’invasione aliena. Il piano di Boris è semplice: viaggiare indietro nel tempo, fino al 1969, e uccidere K per riscrivere il futuro. Un piano che riesce, con effetti catastrofici. Per questo ora tocca a J tornare al 1969 per fermare Boris e salvare non solo K, ma l’intero pianeta Terra.
Nata sui fumetti all’inizio degli anni ’90 da un’idea di Lowell Cunningham e dalle matite di Sandy Carruthers, la saga dei Men in Black è stata portata al cinema per la prima volta nel 1997 da Barry Sonnenfeld, che ha diretto anche il sequel del 2002 e ora questo terzo capitolo, sempre con la stessa coppia di attori. L’idea (giova ripeterlo visto che il film comincia in medias res senza troppe spiegazioni) è semplice, bella e divertente: gli alieni vivono stabilmente sulla Terra, travestiti da esseri umani; il compito di sorvegliarli, di regolare i “flussi migratori” e di tenere nascosta la loro presenza è affidato a una segretissima agenzia governativa della cui esistenza quasi nessuno è al corrente; se per caso un essere umano entra in contatto con un alieno i Men in Black intervengono con un neutralizzatore, un congegno che cancella la memoria. Il primo film fu un successo, il secondo un po’ una delusione, questo terzo episodio si colloca tra i due. Funziona ancora la coppia di blues brothers della fantascienza con due caratteri opposti, così come la trovata di farli reagire con impassibilità di fronte alle cose più incredibili, creando l’effetto commedia a partire da una situazione (pseudo) drammatica. Il cast tecnico è di altissimo livello, da Rick Backer (il creatore degli alieni) a Ken Ralston (effetti visivi), 5 premi Oscar a testa. Ed è divertene anche la ricostruzione della New York del 1969, dagli ambienti alla tecnologia. Quello che funziona poco sono proprio i protagonisti (eccetto Brolin nei panni del giovane Agente K), che sembrano un po’ “stanchi” del ruolo, e uno script non proprio impeccabile, che ad esempio svolge il tema dei paradossi temporali in maniera facile facile, per non “disturbare” troppo la concentrazione dello spettatore. Quanto al 3D, praticamente inutile, come nella maggior parte dei casi. Un film - e una sceneggiatura - che ha avuto una gestazione lunga e complicata,e la cosa si sente, anche se resta comunque divertente e avrà il solito successo al botteghino.