di Sandro CaliceSILENT SOULS
di Aleksei Fedorchenko, Russia 2010, drammatico (Microcinema)
Igor Sergeyev, Yuriy Tsurilo, Yuliya Aug, Victor Sukhorukov.
Quale fiume di passioni, di pensieri, di ricordi può scorrere nell’anima delle persone, soprattutto di quelle che meno lo danno a vedere.
Aist è il fotografo ufficiale di una cartiera industriale nella piccola cittadina di Neya, nella regione della Kostroma. Il suo amico Miron la dirige e quando sua moglie Tanya muore, chiede ad Aist di accompagnarlo nel viaggio per seppellirla secondo i rituali della cultura Merya, un’antica tribù ugro-finnica del Lago Nero. I due uomini partono per un viaggio di migliaia di chilometri, portandosi dietro gli uccellini che Aist non vuole lasciare a casa, due zigoli (ovsianki). Com’è tradizione per i Merya, Miron “fuma” durante il viaggio, racconta cioè dettagli intimi della moglie della loro vita coniugale, perché quello è il modo per “trasformare il dolore in tenerezza”. In silenzio si svelano emozioni, e quell’ultimo viaggio diventa qualcosa che nessuno si aspettava.
“Silent souls”, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2010 dove vinse il Premio della Critica Internazionale, l’Osella per la miglior fotografia e il Premio La Navicella, è un film intenso, lirico, mistico, nel quale la lentezza della narrazione è viva, materiale, pulsante, diversa da quella concettuale dell’Oriente. C’è quasi un’epica western in questi due uomini fieri e silenziosi che attraversano paesaggi spesso surreali, tra città distrutte o abbandonate e la natura potente e selvaggia della steppa, con una fotografia calda seppur livida. Nella scia di certo cinema antropologico russo, il regista dice di essersi “inventato per certi versi la mitologia di questo popolo antico, comunque esistito realmente, in un intreccio tra documento e finzione”. E il viaggio diventa una riflessione su vita e morte, su quello che c’è stato e quello che c’è dopo. Ma senza melodramma, senza filosofia spicciola, con dignitosa discrezione, quasi in silenzio, com’è giusto che sia.