di Nello Rega
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I dati del tessuto economico del Palermitano da soli fanno capire la natura dell’evasione fiscale nel capoluogo siciliano. Una realtà fatta di ditte individuali e piccolissime aziende, per lo più di servizi, che rendono ancora più arduo il lavoro delle Fiamme gialle per contrastare evasioni e frodi. Nel capoluogo siciliano l’84,5% dell’economia si basa su servizi. Le ditte individuali rappresentano il 74,2% contro il 63,3% della media nazionale.
“Il dato di Palermo, essendo più alto della media del Paese, ci aiuta a capire che il contrasto all’evasione qui impone ritmi più serrati e controlli più estesi. In questo territorio si percepisce ancora di più la ragione di fondo della diffusione dell’evasione in Italia, dovuta ad una struttura produttiva più parcellizzata rispetto ad altre nazioni. Da noi le imprese di piccole dimensioni i lavoratori autonomi rappresentano il 26,7% dell’economia totale rispetto al 7,4% degli Stati Uniti, il 12,2% della Germania e il 9% della Francia”. Il generale Stefano Screpanti, che guida il Comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo, traccia così la mappa che vede impegnati ogni giorno sul campo le fiamme gialle. “Questo significa che occorre mirare sempre più i controlli su obiettivi che emergono rispetto alla massa dei contribuente per i più alti rischi di evasione. A guardare bene i dati si capisce che questo metodo, fondato sulla selezione e sull’intelligence, funziona, i risultati arrivano e segnano un duro colpo ai furbetti”.Lo scorso anno il Comando provinciale Gdf di Palermo ha eseguito quasi 14 mila interventi, tra verifiche a professionisti e aziende, controlli su atti di gestione, scontrini e ricevute, documentazioni su merci trasportate, possessori di beni di lusso. I dati parlano da soli: sono stati scoperti 355 milioni di euro tra ricavi non dichiarati e non contabilizzati, 70 milioni di Iva evasa (+41% rispetto al 2010), 35 milioni di euro di Iva dichiarata e mai versata allo Stato (+178% rispetto all’anno precedente). Gli evasori scoperti per non aver mai presentato dichiarazioni fiscali e senza mai pagare un euro di imposta sono stati 161, 193 i reati tributari portati alla luce e 141 le persone denunciate alla magistratura. Raddoppiati rispetto al 2010 i sequestri a carico di denunciati per reati fiscali, per un valore di 16 milioni di euro. Sul fronte degli scontrini e delle ricevute fiscali le violazioni individuate sono state 1.920. Nella sola Palermo le fiamme gialle hanno individuato 679 mancate emissioni, il 60,25% dei controlli effettuati. Per quanta riguarda la lotta alle frodi sui finanziamenti pubblici e agli sprechi sono stati 94 i milioni di euro scoperti, riconducibili a fondi nazionali e comunitari indebitamente percepiti, con un aumento dei casi accertati di truffe a carico dello Stato di oltre il 130% rispetto al 2010. 404 le persone denunciate, 11 arrestate. Alta anche la voce che riguarda il lavoro sommerso: 323 lavoratori in nero e 51 irregolarmente impiegati.
“Nel nostro territorio l’evasione fiscale significa nella quasi totalità dei casi ricchezza nascosta. Spesso vi è una contaminazione e contiguità fra le più gravi frodi fiscali e gli interessi della mafia. Lo scorso anno abbiamo sequestrato beni per quasi 800 milioni di euro, una cifra che rappresenta il 26% dell’attività nazionale della Guardia di finanza, mentre sono stati confiscati beni per oltre mezzo miliardo, il 50% del dato Fiamme gialle in Italia”. E l’attività di contrasto nei primi 4 mesi di quest’anno, per il generale Screpanti, mette l’accento sull’incremento della qualità dell’azione dei suoi uomini. “Dall’inizio dell’anno abbiamo scoperto 90 milioni di euro di redditi non dichiarati, ai quali si aggiungono quasi 15 di Iva evasa e non versata, per un totale di 80 reati fiscali e 66 persone denunciate. Per non parlare degli evasori totali. Gli sconosciuti al fisco, da noi individuati, sono stati 41. E il dato sugli scontrini è a dir poco eloquente. A Palermo le irregolarità rappresentano l’85%. Ovviamente questo non può essere un dato statistico perché bisogna sempre abbinarlo al numero di controlli, come detto mirati su soggetti ad alto rischio. Per fare un esempio: abbiamo verificato l’attività di una gelateria. Nel giorno del controllo ha triplicato gli scontrini rispetto al giorno precedente. O anche un panificio, che è passato da 45 a 251 scontrini rispetto allo stesso giorno del 2011”.Quale è il rapporto a Palermo tra evasione e mafia? “I due fenomeni vanno distinti. Le tecniche del riciclaggio e dell’evasione sono certamente molto simili (alterazione di bilanci, fatturazioni false, società affidate a prestanome) ma non esiste un binomio assoluto. In molti casi i due mondi comunicano, si servono degli stessi mezzi e degli stessi canali. L’obiettivo prioritario è ricercare la ricchezza nascosta sul territorio, per poi capire se si tratta di evasione o di proventi di altre attività criminose. E’ stato il caso di una ditta palermitana che vendeva pesce all’ingrosso. Grazie alle nostre banche dati, abbiamo scoperto che il titolare aveva occultato acquisti e vendite dichiarando quasi zero ricavi al fisco. L’evasione riscontrata è stata di 33 milioni di euro. E casi come questi ne abbiamo molti”. Secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2008 l’economia sommersa ha un valore compreso tra 255 e 275 miliardi di euro, tra il 16,3% e il 17,5% del Pil.
Con questi dati il contribuente che regolarmente dichiara e paga il fisco può sentirsi meno isolato e sperare in un sistema fiscale che incastri i furbetti? “Sicuramente sì. Grazie ai nostri sistemi sempre più sofisticati, alle banche dati e alla presenza maggiorata sul territorio, i controlli sono diventati sempre più serrati. Dal 2008 i responsabili di reati fiscali sono anche soggetti al sequestro dei beni per l’equivalente dell’evasione. Basta guardare il progressivo aumento della lotta all’evasione. Nel 2007 quella scoperta è stata pari a 30 miliardi contro i 50 del 2010. Le imposte recuperate nel 2006 sono state 4,4 miliardi, dopo quattro anni 10,5. Questo fa ben sperare e rafforza il nostro lavoro. Il contribuente serio e scrupoloso può stare tranquillo: non molliamo la caccia ai tesori nascosti e rispettare le regole conviene”.
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