Falcone e Borsellino fin dagli anni ’80 furono tra i primi a lanciare un allarme infiltrazione della mafie dal sud verso il Nord. Ora a venti anni dalle due stragi di Capaci e Via d’Amelio, si parla addirittura di colonizzazione del Nord da parte della ‘Ndrangheta, con una sempre più ampia contiguità della politica. Cosa ne pensa?
Guardi, le posso citare ad esempio il caso Teardo che aveva visto negli anni ’80 il presidente della regione Liguria coinvolto in un mix di commistioni tra criminalità organizzata e corruzione, nella provincia di Savona. I personaggi coinvolti non vennero condannati con il 416 bis, cioè per reati connessi alla mafia, ma la vicenda è emblematica delle commistioni tra mafia e politica in quei territori. Più recentemente purtroppo, hanno coinvolto due comuni della Liguria come Ventimiglia e Bordighera, a me vicini perché vengo dal Ponente ligure, sciolti perché contaminati in qualche modo dalle infiltrazioni. Si deve cominciare proprio dalle amministrazioni locali che bisogna difendere dal fenomeno delle infiltrazioni. Ma c’è anche il caso di Bardonecchia, un piccolo comune di montagna che fu il primo comune del nord negli anni ’80 ad essere sciolto per mafia. Il ministero dell’Interno recentemente ha sciolto altri comuni nell’hinterland torinese a seguito delle indagini della magistratura che hanno evidenziato delle contaminazioni pesantissime presso gli amministratori. La mafia spesso offre sostegno e pacchetti di voti a questo o quel candidato per poi ottenere favori in cambio.
Le recenti indagini evidenziano che addirittura sono le stesse aziende del nord ad avvalersi della mafia per esempio nello smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi. C’è un rischio colonizzazione del nord anche in vista di Expo 2015?
In effetti, le recenti indagini della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e di Milano nel 2010 hanno evidenziato una colonizzazione. I magistrati che hanno redatto le ordinanze l’hanno definita una vera e propria colonizzazione, un profondo radicamento nel territorio e nel tessuto imprenditoriale lombardo… Fenomeni che spesso si sviluppano nel corso degli anni e trovando terreno fertile anche perché c’è stata una sottovalutazione del problema perché spesso le istituzioni e i cittadini sono impreparati al fenomeno. Il cavallo di Troia per le organizzazioni mafiose in Lombardia è stato il movimento terra che ha consentito di penetrare nell’economia e nell’edilizia, in quello che si definisce il ciclo del cemento. La mafia ha monopolizzato il settore, riciclando in tal modo anche il denaro sporco.
Eppure alcune imprese sane prediligono il rapporto con la mafia.
Vede, in questo modo alcuni imprenditori pensano di evitare le problematiche della libera competizione, del mercato. Si ha la sensazione di entrare in un mercato protetto ma in realtà la mafia ti stritola. Certo la legalità ha un costo ma sicuramente premia sia l’imprenditore sia la collettività.
Gli strumenti legislativi sono sufficienti per contrastare una mafia sempre più aggressiva?
Gli strumenti ci sono anche se perfettibili; nel Testo unico antimafia per esempio lo Stato ha perso l’occasione di inserire il reato di auto riciclaggio. Ma penso anche al dibattito che si sta fa in materia di corruzione: dove c’è corruzione arriva facilmente la criminalità organizzata anche quella di stampo mafioso.Il 416 ter è un’arma spuntata: avremmo bisogno di prevedere il reato di voto di scambio anche quando anziché il denaro si promettono favori. Per fortuna i sequestri di beni alla mafia stanno dando buon frutti e questo consente di togliere linfa vitale alle organizzazioni mafiose. All’estero siamo presi come esempio, un paese all’avanguardia in merito alle misure patrimoniali di contrasto alla mafia.
La magistratura di oggi è pronta alla sfida con una criminalità mafiosa che non è più solo con il fucile a canne mozze ma si muove con facilità anche tra la grande finanza e i colletti bianchi dei consigli d’amministrazione delle grandi multinazionali?
Quando entrai in magistratura il primo corso di aggiornamento al quale ho partecipato era un corso che durava 4 settimane sulle tecniche investigative. Mentre seguivamo il corso è stato ucciso Falcone e da allora è stato intitolato al collega e successivamente anche a Paolo Borsellino. L’aggiornamento professionale è importantissimo ma sarebbe necessario avere più tempo a disposizione per concentrarsi nel lavoro: purtroppo la magistratura italiana in questi anni è oppressa da tante problematiche per carenza di personale amministrativo, mancanza di risorse, di uomini e mezzi.
Il ministro Cancellieri ha detto che le risorse sono poche ma assicurato che per la sicurezza si troveranno le risorse.
Si, sono d’accordo ma bisognerebbe trovare le risorse anche per la giustizia perché la sicurezza ha bisogno della giustizia che da troppi anni è in affanno. Lavoriamo in un contesto difficilissimo.
(FdJ)