Forum P.A. 2012


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Birritteri: giustizia ‘apri e chiudi’

Intervista al direttore del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria luigi_birritteri_296

Nel programma del Forum della PA a Roma era previsto per venerdì 18 maggio l’intervento del Guardasigilli, Paola Severino. Sul tema delle riforme della Giustizia e delle tecnologie ha invece partecipato il direttore del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, Luigi Birritteri. A Televideo ha spiegato perché, a suo avviso, la revisione delle circoscrizione giudiziarie non basta da sola a rendere più efficiente la Giustizia italiana e come sia necessario un passo avanti anche da parte dei magistrati.

Sarà pronto nelle prossime settimane il documento sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari?
Io ho il dovere giuridico di sottoscrivere il Rapporto finale e fare le proposte al ministro per l’esercizio della delega in materia di revisione delle circoscrizioni giudiziarie.

La delega è del governo Berlusconi, vero?
Esattamente. E’ stato il ministro Palma a proporre e a ottenere la delega.

L’organico amministrativo della Giustizia in Italia è diminuito del 30% circa: da 52 mila dipendenti si è passati a 35 mila.
Sì, perché abbiamo il blocco delle assunzioni e un ritmo di pensionamenti di circa 1000-1200 l’anno. Consideri un po’.

E l’efficienza?
Questo è un passo indispensabile per la ricerca di efficienza negli uffici di medie dimensioni che funzionano meglio rispetto agli uffici più piccoli. Poi ovviamente, se c’è un tribunale di 40 giudici, un bravo presidente, un bravo dirigente, dei bravi magistrati che si organizzano bene, sarà un tribunale che funziona. Come ve ne sono molti. Se, viceversa, ci sarà un dirigente incapace, sia amministrativo che magistrato, e personale demotivato, il tribunale funzionerà male, sempre un po’ meglio di un tribunale piccolissimo, ma comunque funzionerà male. Il nostro progetto prevede un recupero di efficienza globale, di cui fa parte primaria la revisione, ma non solo questa. Poi occorrono riorganizzazione, buone pratiche, il funzionamento della mediazione civile, in modo che in tribunale entrino meno cause e vengano decise più rapidamente. Insomma, tutto un complesso organizzativo, cui abbiamo pensato confrontandoci con le organizzazioni dei Paesi europei nostri competitori. Di recente sono andato in Francia, per vedere come lì ha funzionato la revisione che sarà conclusa entro il 31 dicembre del 2012.

Però, perché iniziare proprio dalla struttura? Non si rischia di indebolire ancora di più il sistema?
Noi innanzitutto abbiamo le nostre competenze istituzionali. Sui magistrati provvede il Csm. Noi curiamo l’organizzazione del servizio. Un altro problema è quello della razionalizzazione delle piante organiche dei magistrati e questo è un potere del ministro. E’ il ministro che stabilisce, sentito il parere, non vincolante, del Consiglio superiore della magistratura, quanti magistrati devono stare in una determinata sede. Quello che ho potuto constatare studiando la revisione è che moltissimi organici sono squilibrati rispetto al territorio, senza che apparentemente si sia utilizzato un criterio di connessione tra popolazione e carichi di lavoro. Dunque, un altro lavoro, importantissimo, che faremo di seguito alla revisione, sarà ricalcolare gli organici dei vari tribunali.

Non crede che l’opinione pubblica possa pensare che alla fine si risolverà in un depotenziamento dell’apparato Giustizia?
Ma io non credo proprio. La Giustizia non si depotenzia. Le risorse sul campo sono le stesse. Verranno più organicamente redistribuite sul territorio per ottenere un risultato potenziante.

Ci si aspettava in questa sede forse di più un intervento sulle moderne tecnologie di cui dotare gli uffici giudiziari.
Siamo qui a lavorare anche per questo.

(Egi)